e forse unico atto concreto positivo fino a questo momento – dopo quasi 3 anni di emergenza – il via libera del Comitato fitosanitario dell’UE alla commercializzazione delle viti salentine, previo specifico trattamento a caldo prima della vendita delle barbatelle, un risultato nella lotta alla Xylella che risale ormai a novembre 2015. Non possiamo vanificare gli sforzi di tutti solo perché non viene ancora completato e licenziato il protocollo per l’utilizzo delle 4 macchine utili al trattamento che le imprese hanno acquistato, anticipando 200mila euro”. E’ il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a margine della riunione tecnica per la redazione del protocollo di utilizzo. “Noi vivaisti siamo degli esecutori – rileva il Presidente del Consorzio Vivaisti Viticoli Pugliesi, Ferdinando Miggiano – e dobbiamo attenerci scrupolosamente alle prescrizioni ministeriali. Per questo è necessaria la definizione di punti nevralgici del protocollo, quali per esempio la individuazione dei controllori e le pratiche per i sigilli…Ci auguriamo che entro la fine della settimana le procedure siano licenziate e ufficializzate. Ogni giorno di fermo ci costa un enormità in termini economici e di immagine”. Desta molta preoccupazione la situazione dei vivaisti salentini e di un comparto che fattura 20milioni di euro l'anno, con una produzione di 12 milioni di piante e 70mila giornate lavorative garantite all'indotto, bloccato per la malattia e per l'embargo di Paesi come Francia, Marocco, Algeria.. Resta ancora da definire il quadro delle piante ornamentali – ricorda Coldiretti - che in Puglia ha raggiunto i 185 milioni di euro di valore, con un incidenza dell’11,4 percento del valore della produzione regionale su quella nazionale. Dal punto di vista percentuale, considerato il quadro nazionale, i maggiori incrementi sul numero di aziende in termini assoluti si sono avuti in Puglia con un aumento di 632 unità. Nel sub-comparto del vivaismo la Puglia è emergente, tanto da contribuire in misura rilevante, negli ultimi dieci anni, alla crescita nel Mezzogiorno, dove le aziende salgono a 1.651 unità (+643) per una superficie di 1.552 ettari (+783). In Puglia gli investimenti di aree (1.619 ettari) risultano superiori rispetto alla Sicilia anche se sono relativi ad un numero di aziende inferiore (1.416 unità).
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