respiro alle parti dell’ulivo in vegetazione e secco no a tagli profondi sulla struttura portante dell’albero. Sono i consigli pratici del professor Riccardo Gucci dell’Università di Pisa, ‘ospite in campo’ in un uliveto affetto da Codiro, in contrada Occhio Rosso, a Cavallino (Lecce) per il secondo dei 5 appuntamenti organizzati da Coldiretti Lecce, dedicati alla prevenzione, alla corretta informazione e alla «gestione» degli effetti causati dalla Xylella fastidiosa. “Non esistono ricette magiche - ha ribadito il docente di arboricoltura generale e presidente dell'Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio - perché siamo di fronte ad una patologia che per la prima volta colpisce l’ulivo in modo così massiccio. Si procede per ipotesi ed una di queste potrebbe essere una potatura frequente sulle foglie tenere, le più appetite dalla “sputacchina”, l’insetto vettore del batterio Xylella. Un intervento che non cura la malattia, ma potrebbe ritardare l’avanzata dei disseccamenti. Questo, però, va detto, ha dei costi elevati: potature così selettive sono un aggravio per gli agricoltori che devono già fare i conti con piante non produttive». Gucci suggerisce di effettuare tre diversi tipi di potature in campi sperimentali e, a distanza di tre anni, verificare la risposta delle piante. “Di certo non bisogna rimanere inermi – ha concluso - perché il patrimonio arboreo della Puglia è a rischio. Xylella fastidiosa è una “bestiaccia” e bisogna fare di tutto per evitare la sua avanzata. La speranza a cui aggrapparsi è che ad oggi nessuna coltura al mondo è stata cancellata da una batteriosi”. Sulla necessità che il Salento diventi un «laboratorio a cielo aperto» ha insistito il Presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno, per cui “occorre seguire tutte le strade possibili per salvare gli uliveti del Salento. Per questo chiediamo che la ricerca non trascuri alcuna ipotesi – ha aggiunto – e a questo punta il ciclo di incontri tecnici, in cui chiediamo ai ricercatori cosa possiamo fare nell’immediato per i nostri uliveti. Va valutata anche l’ipotesi degli innesti di varietà che sembrano più tolleranti al batterio sugli alberi monumentali del nostro territorio, perché non possiamo lasciare nulla di intentato nella conservazione di un bene irriproducibile e di valore inestimabile per il territorio”. La giornata formativa, organizzata in collaborazione con Coopolio Salento, Consorzio Agrario di Lecce e Cooperativa “Agricola Nuova Generazione”, è proseguita nella cooperativa “Agricola Nuova Generazione” di Corigliano d'Otranto (zona industriale) con il corso rivolto agli olivicoltori. “Siamo fiduciosi – ha insistito il Direttore di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brillante - che nell’immensa biodiversità del Salento si possano trovare cloni di cultivar autoctone resistenti a Xylella. Del resto dobbiamo creare traiettorie di futuro per i nostri olivicoltori, considerato che in un solo anno la percentuale di erosione della capacità produttiva è passata dal 3% all’8% a causa della Xylella fastidiosa che, facendo seccare gli alberi, ha di fatto azzerato la produzione degli oliveti ricadenti nell’area colpita del Sud Salento”.
Breaking News :