Redazione

Sembra proprio che neanche la pandemia, il lockdown e tutte le limitazioni di movimento previste dal Dpcm per contenere la diffusione del Covid19 abbiano fermato i botti illegali, almeno a giudicare dalla quantità di notizie di sequestri di fuochi che stanno uscendo in questi giorni, l'ultima questa mattina: 200 chili di 'botti' illegali sequestrati a Cagliari dalla Polizia di Stato. Per questo l'Ente Nazionale Protezione Animali ha stilato una serie di consiigli da seguire per aiutare i nostri animali a vivere al meglio questo momento così traumatico per loro. Il 45% dei cani, infatti, quando sente i fuochi di artificio mostra segni di paura, atteggiamenti di ansia, panico o fuga. Ma cosa può succedere davvero ai nostri animali? Cosa possiamo fare o non fare per aiutarli?

Cosa puoi fare prima e durante la notte di Capodanno?

-Innanzitutto verificare che il microchip del pet sia leggibile dal veterinario.

- È anche una buona idea attaccare una medaglietta di identificazione al collare.

- Assicurati che la tua casa e il tuo giardino siano il più possibile a prova di fuga.

- Assicurati che tutte le porte e le finestre siano chiuse saldamente.

- Se possibile, controlla che il tuo cane non abbia accesso alle porte che conducono all'esterno, specialmente quando le persone entrano o escono da casa.

- Proteggi eventuali vie di fuga nel vostro giardino, per ogni evenienza, e assicurati che tutti in casa sappiano che devono essere veloci per aprire e chiudere

Come mantenere il cane sicuro e calmo durante i fuochi d'artificio? I consigli della esperta cinofila Enpa, Giusy D’Angelo

-Tienilo dentro: anche se il tuo cane trascorre la maggior parte del suo tempo all'aperto, portalo dentro durante i fuochi d'artificio. Questo gli impedirà di fuggire quando si sente spaventato, il che può metterlo in pericolo.

-Crea uno spazio sicuro: se il tuo cane è abituato alla cuccia, rendi disponibile la sua cuccia, poiché probabilmente è già uno spazio sicuro per lui. Altrimenti, mettilo in un bagno o in un'altra piccola stanza con musica classica ma ancor meglio sarebbe usare audiolibri, è stato dimostrato che ascoltare la voce umana con una corretta cadenza induce i cani a regolare respirazione e battiti cardiaci (scarica il nostro audiolibro :undefined ) o rumori neutri per aiutare a soffocare il boom dei fuochi d'artificio. Arricchisci la sua stanza con oggetti che creino un ambiente tridimensionale dove lui può mostrare il suo bisogno. Mettersi sopra la cuccia, nascondersi sotto le coperte o afferrare un gioco può farlo sentire maggiormente a proprio agio. Puoi incrementare il benessere attraverso gli odori per cui, oltre a contaminare la stanza con odori che conosce e lo rende sicuro, aggiungi odori nuovi che stimolino un’attività olfattiva mirata alla serenità.

-Prova un cappotto aderente: avvolgenti, gilet e cappottini aderenti esercitano una leggera e costante pressione. Molti cani lo trovano rilassante e calmante. È’ possibile che tali prodotti siano di aiuto in altre situazioni che inducono ansia, come i temporali.

Cosa può succedere ai nostri animali durante i botti? I consigli di un veterinario, Meir Levy:

Per gli animali – spiega il dott. Meir Levy, veterinario dell’Enpa nazionale, è un momento davvero drammatico. I rumori ma anche le luci improvvise possono spaventare moltissimo e creare delle vere e proprie crisi di panico. Sono diversi i cambiamenti che possiamo notare a livello fisico: iperventilazione (il cane respira a fatica), tachicardia (il battito accelerato) e in alcuni casi anche sciallorea, ovvero ipersalivazione, e tremori muscolari”.

Cosa fare? “Sicuramente – continua Meir Levy - occorre preventivamente chiudere tutte le finestre. In caso di attacco di panico del nostro animale spegnere anche le luci ed evitare ulteriori suoni alti (anche televisione o musica). Cercare di stargli vicino ma ricordare che in questo stato di grande agitazione l’animale può essere mordace”.

Come prevenire? “Esistono dei cicli di calmanti naturali – aggiunge il dott. Levy - che si possono iniziare anche qualche giorno prima e che hanno grandi effetti benefici. Sono integratori, quindi possono essere assunti da animali di tutte le età senza problemi. In questo caso è bene quindi rivolgersi al proprio veterinario in anticipo per farsi consigliare la terapia più adatta al cane”.

Cinque motivi per cui i cani hanno paura dei fuochi d'artificio

1. Sono rumorosi

La maggior parte dei fuochi d'artificio emette un suono forte. I cani hanno un udito più acuto rispetto agli umani, quindi quei forti boom, crepitio e fischi sono allarmanti. I cani non sono soggetti predatori ma anche predati Questo comporta delle reazioni d’origine istintiva che inducono il cane a fuggire o manifestare comportamenti di autodifesa o addirittura a comportamenti di autolesionismo o distruzione.

2. Non è solo il suono dei fuochi d'artificio che può causare angoscia ai cani, è anche la luce e i lampi nel cielo. Lascia le luci accese all'interno per ridurre anche l'impatto dei flash. Non dimenticare che il primo senso del cane per la valutazione ambientale è la vista, che innesca una risposta comportamentale del cane

3. Sono imprevedibili

Quei petardi arrivano senza preavviso. I rumori forti e le luci lampeggianti suonano e sembrano ogni volta diversi. Inoltre, arrivano a intervalli diversi, quindi i cani riescono ad abituarsi.

4. Rappresentano una minaccia

Il rumore e l'imprevedibilità dei fuochi d'artificio portano molti cani a percepirli come una minaccia. Ciò innesca la loro risposta di lotta o fuga. Il cane può abbaiare ai rumori o cercare di scappare e nascondersi. Può anche mostrare altri segni di ansia: irrequietezza, respiro accelerato, pianti.

5. I fuochi d'artificio fanno sentire i cani intrappolati

I fuochi d'artificio sono inevitabili. Quindi, se i rumori innescano la risposta di fuga del tuo cane, proverà a scappare dalla minaccia. Sfortunatamente, spesso non c'è nessun posto dove andare che lo tenga al riparo da quel fortissimo rumore dunque il cane inizia a provare ansia e si sente in trappola, senza possibilità di scampo.

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Un minimo barico, centrato sullo Ionio, determina ancora tempo perturbato sul Meridione italiano e sul Molise, con venti forti settentrionali su gran parte del territorio, che causeranno un ulteriore calo delle temperature. Da alcune ore anche la provincia di Brindisi è sferzata da raffiche di vento che possono raggiungere i 70 chilometri orari. Fino alle ore 20 la Protezione civile regionale ha dichiarato parte della Puglia "Allerta meteo arancione". Nella giornata di domani è sempre previsto vento, ma con intensità minore. 

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 28 dicembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 4.147 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 645 casi positivi: 219 in provincia di Bari, 30 in provincia di Brindisi, 18 nella provincia BAT, 269 in provincia di Foggia, 86 in provincia di Lecce, 16 in provincia di Taranto, 4 residenti fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 47 decessi: 16 in provincia di Bari, 1 in provincia BAT, 4 in provincia di Brindisi, 18 in provincia di Foggia, 3 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.012.689 test.

31.533 sono i pazienti guariti.

53.157 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 87.084, così suddivisi:

33.560 nella Provincia di Bari;

9.960 nella Provincia di Bat;

6.281 nella Provincia di Brindisi;

19.381 nella Provincia di Foggia;

6.781 nella Provincia di Lecce;

10.536 nella Provincia di Taranto;

501 attribuiti a residenti fuori regione;

84 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Importante novità in arrivo per i residenti del Quartiere Musicisti. L’Amministrazione Comunale di Francavilla Fontana ha dato il via libera al primo stralcio di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico.

“La risoluzione definitiva del problema degli allagamenti nel Quartiere Musicisti è prioritaria e non più rinviabile – spiega il Sindaco Antonello Denuzzo – per questa ragione abbiamo deciso di avviare da subito un primo step di interventi per 100 mila euro, a cui seguirà un secondo step nel 2021 per 1,9 milioni di euro. Abbiamo previsto di realizzare questi interventi con fondi comunali. Intanto, abbiamo candidato il progetto complessivo a finanziamento, così come abbiamo previsto nella variante del piano triennale delle opere pubbliche approvata nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale.”

Ad essere interessata da questo primo step di lavori, finanziati con 100 mila euro di fondi di bilancio del 2020, è via Giuseppe Di Vagno. Qui, all’esito delle indagini effettuate lungo le condutture di scolo, sono emerse delle criticità che impediscono il corretto fluire delle acque piovane e sono causa degli allagamenti in caso di piogge abbondanti.

Gli interventi programmati consisteranno nella pulizia e manutenzione della rete di cunicoli dove corrono le acque, eliminazione degli allacciamenti di fogna nera che ne ostruiscono il passaggio e realizzazione di una nuova condotta con un diametro superiore a quello esistente. Saranno inoltre predisposti nuovi pozzetti con griglie di captazione che renderanno più agevole la manutenzione ordinaria delle condutture.

“Questi primi interventi, che rappresentano solo il primo passo per la soluzione del problema, porteranno ad un immediato miglioramento della situazione – prosegue il Sindaco – si tratta di opere indispensabili, basti pensare che in alcuni tratti l’ostruzione delle condutture raggiunge il 40% della portata attuale.”

L’intervento stralcio arriva a pochi giorni dall’approvazione della variante del piano triennale delle opere pubbliche con cui l’Amministrazione Comunale ha ufficializzato la candidatura a finanziamento del progetto integrale di mitigazione del rischio idrogeologico dell’area per 3 milioni di euro.

“Il nuovo anno sarà decisivo per la risoluzione definitiva del problema – conclude il Sindaco – i 2 milioni di euro messi in bilancio risolveranno gran parte delle criticità esistenti riportando l’area alla normalità. In caso di approvazione del progetto, con l’arrivo dei tre milioni di euro, saremo in grado di realizzare anche le opere accessorie che chiuderanno definitivamente il cerchio intorno a questa opera pubblica.”

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COVID: COLDIRETTI PUGLIA, -3,5 MLD EURO PER RISTORANTI E AGRITURISMI NEL 2020. Il settore della ristorazione è il più duramente colpito dagli effetti della pandemia.

Il taglio delle spese di fine anno a tavola rischia di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari dei pugliesi che nel 2020 scendono al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per la ristorazione che dimezza il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di oltre 3,5 miliardi di euro nel 2020 con la chiusura di circa 22mila ristoranti, bar, ristoranti, pizzerie e 875 in Puglia. E’ quanto emerge dal bilancio di fine anno sui consumi alimentari fuori casa elaborato dalla Coldiretti su dati Ismea dal quale emerge che il settore della ristorazione è stato quello più duramente colpito dalla pandemia con la serrata imposta dalle misure anti contagio in una regione dove molto diffuso è il consumo alimentare fuori casa.

Una situazione di difficoltà che ha fatto chiudere il 14,4% di bar e ristoranti secondo Confcommercio e gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti Puglia – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Una situazione di sofferenza che porterà a fine anno ad una perdita di fatturato per la filiera agroalimentare di oltre 700 milioni di euro solo per i mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione.

“Per effetto della chiusura della ristorazione è a rischio un sistema agroalimentare che in Puglia è assicurato grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che nel 2020 a causa dell’emergenza Covid è sostenuta dalle consegne a domicilio e dall’asporto”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione e l’agriturismo – precisa la Coldiretti regionale – rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti Puglia - devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy.

“Alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti i sostegni economici agli agriturismi e a tutte le imprese lungo la filiera agroalimentare – sollecita il presidente dell’associazione agrituristica di Coldiretti Terranostra Puglia, Filippo De Miccolis - per dare liquidità ad aziende che devo sopravvivere all’emergenza Covid, come interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per salvare l’economia ed il lavoro”.

Servono dunque ristori immediati e un piano nazionale – conclude Coldiretti Puglia - che metta in campo tutte le azioni necessarie per non far chiudere per sempre attività come gli agriturismi che rappresentano un modello di turismo sostenibile grazie ai primati nazionali sul piano ambientale ed enogastronomico.

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VIZZINO – CONTRADE E MODIFICHE AL PIANO CASA: IL SINDACO DI BRINDISI COINVOLGA I CONSIGLIERI REGIONALI PER INDIVIDUARE SOLUZIONI PERCORRIBILI. L’ultima seduta del Consiglio regionale avrebbe potuto rappresentare la soluzione ad un problema che sta a cuore a centinaia di famiglie brindisine. E’ questo il motivo per cui avevo apposto la mia firma all’emendamento – proposto dal collega Amati – per modificare il Piano Casa della Regione Puglia. L’obiettivo non era e non è quello di legittimare forme di abusivismo. In quel caso, infatti, bene avrebbe fatto il Consiglio regionale a respingere tale emendamento. Si tratta, invece, di porre rimedio ad una situazione paradossale, venutasi a determinare negli anni grazie anche all’assenza di adeguate politiche abitative e di idonei strumenti urbanistici. 

A Brindisi, infatti, è ben noto che sono sorte moltissime abitazioni nelle contrade situate nell’estrema periferia cittadina e dopo aver ottenuto il condono in tanti hanno realizzato ulteriore volumetria per rispondere ad accresciute esigenze familiari. Con il provvedimento proposto, pertanto, avremmo voluto dare la possibilità di ottenere un aumento del 20% di cubatura anche per le case situate nelle aree dei piani di recupero.
Si sarebbe evitato, in tal modo, di dover dar seguito ad ordinanze di demolizione, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare in relazione all’aggravamento dell’emergenza-casa nella città di Brindisi. 
La bocciatura dell’emendamento da parte del Consiglio regionale è stata frutto della posizione assunta dall’assessore regionale al ramo, ma è evidente che ci troviamo di fronte ad una scarsa conoscenza delle implicazioni che comporta la posizione rigida assunta dal Consiglio. 
E’ giustissimo – lo ribadisco chiaramente – non legittimare forme di abusivismo, ma che senso ha far abbattere eventuali opere realizzate dopo la domanda di condono per poi autorizzarle in un secondo momento?
E’ questo il motivo per cui invito il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi ad affrontare immediatamente il problema con i consiglieri regionali eletti in provincia di Brindisi e con il supporto tecnico dell’ufficio urbanistica del Comune. Il tutto, allo scopo di avviare una fase di confronto con il Presidente Michele Emiliano e con l’Assessore regionale all’Ambiente Anna Grazia Maraschio. 
Individuare una soluzione praticabile a questo problema consentirebbe di ripristinare condizioni di piena legalità, di dare dignità a circa 500 famiglie ed anche di migliorare anche la condizione ambientale, visto che tuttora gli scarichi fognari finiscono all’interno di vasche (molte di queste versano in condizioni precarie) e l’acqua viene attinta dalla falda. 
 
Mauro Vizzino – Presidente III Commissione consiliare della Regione Puglia

LEGGE BILANCIO – GOVERNO ACCOGLIE ODG ARESTA (M5S) PER SLITTAMENTO TERMINI VERSAMENTO CONTRIBUTI PREVIDENZIALI VOLONTARI.
Il governo ha accolto oggi a Montecitorio un ordine del giorno presentato dal parlamentare del M5S Giovanni Luca Aresta con il quale lo si impegna “a valutare l’opportunità di adottare iniziative normative volte a prorogare di dodici mesi il termine trimestrale di cui all’art.8 comma 1 del decreto legislativo 30 aprile​ 1997, n.184, al fine di garantire la continuità​ della contribuzione volontaria da parte dei soggetti interessati.”

“Sarebbe opportuno – scrive nel suo odg l’on.Aresta- prevedere strumenti di maggiore elasticità per il contribuente volontario, idonei ad evitare che il mancato rispetto del termine, in un periodo di così grave crisi di liquidità, possa incidere negativamente sulla integrità e continuità dei versamenti.”

 

“L’accoglimento del mio ordine del giorno avvenuto nella fase conclusiva della sessione della Legge di Bilancio – afferma il parlamentare – è una buona notizia per tutti quei lavoratori dipendenti ed autonomi, impegnati nella ricostruzione e ricongiunzione di diversi periodi e profili assicurativi e che non hanno ancora maturato i requisiti per la pensione di vecchia o d’invalidità. Si tratta di una platea molto vasta che rischia, in assenza di una dilazione dei termini della contribuzione volontaria, di perdere quanto da loro faticosamente versato in una vita di lavoro. Una situazione molto diffusa specialmente, ma non solo, tra i lavoratori dell’agricoltura.”
“Si tratta adesso – precisa Aresta – di vigilare sulla reale attuazione dei contenuti di questo ordine del giorno che potrebbe diventare norma di legge nei prossimi provvedimenti per fronteggiare la crisi economica causata dalla pandemia.”
“Ringrazio le organizzazioni dei lavoratori del mio territorio – conclude il parlamentare – per la segnalazione di questa importante problematica e per la collaborazione data alla stesura dell’ordine del giorno stesso. Una collaborazione proficua segno di una reciproca disponibilità all’ascolto e all’azione unitaria.”

L'infermiere Biagio Silla, del reparto post Covid del "De Lellis" di Mesagne, lancia l'invito a vaccinarsi: "Oggi è il V-Day e ciò che più lascia amareggiati è che, nelle occasioni in cui più di tutto viene chiesto di dare il buon esempio e mostrarci uniti, non sappiamo compiere il balzo decisivo in avanti. Rincuora sapere che, di fronte a tanti che avocano a sé il concetto di libera scelta ponendola come scudo alla loro mancanza di argomentazioni scientifiche - a tal proposito ricordo che la Scienza non è Democratica - ce ne sono molti di più che hanno scelto di prendere al volo l'occasione di vaccinarsi. Ci salverà la Scienza e non dobbiamo aver paura di essere Scienza noi per primi. Buona domenica e buon V-Day per tutti i colleghi che oggi verranno vaccinati'. 

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 27 dicembre 2020 in Puglia, sono stati registrati 1748 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 221 casi positivi: 129 in provincia di Bari, 25 in provincia di Brindisi, 16 nella provincia BAT, 8 in provincia di Foggia, 17 in provincia di Lecce, 23 in provincia di Taranto, 3 residenti fuori regione.

Sono stati registrati 12 decessi: 2 in provincia di Bari, 5 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 2 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.008.542 test.

30.454 sono i pazienti guariti.

53.638 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 86.439, così suddivisi:

33.341 nella Provincia di Bari;

9.942  nella Provincia di Bat;

6.251 nella Provincia di Brindisi;

19.112 nella Provincia di Foggia;

6.695 nella Provincia di Lecce;

10.520 nella Provincia di Taranto;

497 attribuiti a residenti fuori regione;

81 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Prima neve in Puglia sul Gargano con Faeto innevata e l’arrivo del repentino freddo anche in pianura che colpisce le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, radicchio e broccoli ma lo sbalzo termico improvviso ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, che segnala brusco cambiamento climatico in un 2020 che si è classificato fino ad ora come il quinto più caldo dal 1800, con una temperatura di quasi un grado superiore alla media storica (+0,96 gradi) sulla base dei dati Isac Cnr.

“Il clima pazzo sta contribuendo a consumare il suolo per il 67,5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Sono evidenti le conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto a partire da gennaio dove l’inverno bollente ha lasciato il posto ad una primavera pazza e ad un inizio di inverno bellente, dove si sono succeduti numerosi eventi estremi,  secondo le elaborazioni su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d’aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio, le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi e la violenta grandinata del 6 luglio scorso in provincia di Taranto, a Massafra, Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana, con il nubifragio che nel foggiano ha distrutto in pochi attimi 300 ettari di pomodoro da San Severo ad Apricena, da Poggio Imperiale fino a Lesina, per finire alle grandinate e ai nubifragi che hanno colpito la Puglia tra settembre e novembre.

Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia sulla scorta dei dati ISPRA.

Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 3 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

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