Legge Bilancio. Con “caccia selvaggia” un pericolo non solo per le persone

Dicembre 23, 2022 817

Legge Bilancio. Con “caccia selvaggia” un pericolo non solo per le persone, sarà strage anche di cani. Enpa: nel testo della Camera non si parla di cinghiali, ma di fauna selvatica.

«Nel testo “caccia selvaggia” approvato dalla Commissione Bilancio la parola “cinghiali” non viene citata una sola volta. Si parla invece genericamente di fauna, cioè di tutti gli animali selvatici. Sostenere il contrario, cioè che l’obiettivo della norma sono soltanto i cinghiali è assolutamente falso. Chi lo dice o non ha letto la legge, o è in malafede o fa professione di ideologia». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali.

Pertanto – osserva Enpa – se la norma dovesse effettivamente entrare in vigore, sarà possibile sparare e uccidere (anche “nelle aree protette e nelle aree urbane”) indiscriminatamente qualsiasi specie selvatica: daini, caprioli, pettirossi, cervi, martore, aquile, cinghiali, volpi orsi. Perfino i lupi. A subire le conseguenze di questa deregulation venatoria saranno anche gli animali d’affezione. Soprattutto i cani. «Distinguere un cane da un lupo è estremamente complesso, tanto che, come scrive anche l’ISPRA, si rendono necessari complessi esami genetici. E’ evidente – continua Enpa – che per alcune razze canine (il carlino, il bassotto o il volpino, ad esempio) il problema non sussiste. Si pone invece per quegli esemplari più simili nell’aspetto al loro antenato, come il lupo cecoslovacco. Ovviamente è logico supporre che prima di sparare, il cacciatore non avrà la possibilità di condurre esami genetici sugli animali per chiarire al di là di ogni ragionevole dubbio la specie di appartenenza».

Ma con la moltiplicazione delle possibilità di sparo, ci sarà anche una proliferazione degli incidenti venatori. Nella scorsa stagione venatoria (2021/2022), secondo dati dell’associazione Vittime della Caccia: le doppiette hanno ucciso 24 persone (più di quante siano morte negli incidenti stradali con selvatici), ferendone altre 66. «Se questi sono i numeri prodotti da una normale stagione venatoria, cioè regolamentata – aggiunge l’associazione – è facile prefigurare cosa potrebbe accadere con gli spari deregolamentati perfino nelle “aree protette e nelle aree urbane”».

C’è infine un altro elemento da considerare. La liberalizzazione degli spari fornirà, purtroppo, un fortissimo incentivo anche al bracconaggio: un “liberi tutti” che avrà conseguenze devastanti per la nostra biodiversità e per la nostra incolumità.

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