Mesagne. A fine mese le Camilliane lasceranno definitivamente la città
Dopo 129 anni di onorato servizio lasciano la città di Mesagne le tre suore di San Camillo de Lellis. Da sempre impegnate nel mondo della sanità a Mesagne le religiose hanno svolto il loro magistero per 124 anni presso l’ex ospedale “De Lellis” e altri 5 anni presso la Rsa Villa Bianca-Casa Melissa. Purtroppo i tagli che la sanità, pubblica e privata, sta subendo negli ultimi decenni non ha permesso il rinnovo della convenzione e il prossimo 31 marzo le Camilliane lasceranno definitivamente la città messapica per recarsi presso la casa madre di Roma. Da qui saranno destinate ad altre sedi, forse meno inflazionate delle nostre.
La storia della presenza delle sorelle Camilliane a Mesagne ha inizio nel XIX secolo quando Francesco Martucci, membro della Congregazione di Carità di Mesagne, il 23 aprile 1894 inviò un’istanza alla Madre superiore dell’ordine di San Camillo, Giuseppina Vannini, proclamata santa da Papa Francesco il 12 ottobre 2019, con cui chiedeva la presenza delle suore nell'ospedale mesagnese. Il 25 aprile 1894 madre Vannini rispose alla missiva chiedendo informazioni sull'ospedale e quante suore sarebbero state necessarie per svolgere i servizi sanitari nei reparti. Il 28 aprile 1894 Francesco Martucci rispose che nell’ospedale “ci sono 23 letti per gli inferni, lo stabile è ben messo, c'è un altare in fondo al corridoio ed esiste la chiesa della Madonna di Loreto che comunica con l'ospedale”. Dopo meno di un mese, il 22 maggio 1894, Madre Giuseppina Vannini inviò al Martucci un'immagine di San Camillo e la risposta positiva all’istanza. Il 12 novembre 1894 Madre Giuseppina Vannini, insieme a suor Alfonsina Ferrari e ad altre tre loro consorelle, arrivarono a Mesagne per fondare la comunità di suore che si dovevano occupare dell’ospedale.
Un legame tra le suore di San Camillo e la città di Mesagne che è andato avanti per oltre un secolo. Indimenticabile è il lavoro svolto dalle Camilliane durante i due conflitti mondiali, curando i malati, e nel dopo guerra quando la società civile si andava riorganizzando per uscire fuori dalla miseria le suore contribuirono a insegnare a tante ragazze l’arte del ricamo e del cucito. Se l’ospedale di Mesagne per decenni è stato un punto di riferimento della sanità provinciale lo si deve anche all’instancabile lavoro che le religiose hanno svolto nei vari reparti. Un legame con la città che i conflitti mondiali, con la miseria che ne seguì, non riuscirono a spezzare. Almeno fino ad oggi, quando nonostante il periodo di maggiore benessere, confronto ai periodi bellici, la scure dei tagli alla sanità ha spezzato questo secolare legame.
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