L'ex procuratore De Donno presso l'istituto Comprensivo Commenda
Nella scuola un bravo insegnante è colui che sa spiegare ai propri alunni che bisogna imparare a guardare le cose non solo dalla propria prospettiva, ma anche da mille altre possibili. Perché il nostro punto di vista non sempre è il migliore, o non sempre è completo, o non considera innumerevoli variabili.
Insegniamo ai nostri alunni lo spirito critico, la certezza che esistono tante diverse strade che si possono percorrere per giungere allo stesso punto e che non c’è un solo modo di considerare gli eventi. Questo è valido per la gran parte della nostra vita e delle nostre scelte.
C’è poi, però, una sola possibilità di scelta quando si tratta di alcuni fenomeni.
Ed è la giusta direzione. Senza dubbio. La giusta direzione è quella dei cittadini che rispettano le regole e la legge; ed è quella di coloro che vivono la loro esistenza nel tentativo costante di contrastare chi non intende adeguare il proprio comportamento a quello della legalità.
Antonio De Donno ripercorre la sua vita e la sua carriera da magistrato nel volume pubblicato da Manni Editore lo scorso ottobre, “La Giusta Direzione”, un viaggio nell’Italia degli anni della fine del terrorismo, della stagione stragista della mafia, e, a livello locale, della Sacra Corona Unita fatta di omicidi, faide tra clan, estorsioni, traffico di droga, contrabbando di sigarette, attentati. Un enorme viaggio che arriva a noi e ci racconta un’epoca, e ci spiega da dove veniamo.
Il prossimo venerdì 6 dicembre il Procuratore De Donno incontrerà gli studenti della scuola secondaria di primo grado “Giulio Cesare” dell’IC Commenda per dialogare con loro e raccontare questa lunga storia; sarà un momento in cui i ragazzi potranno toccare con mano il loro presente e ciò che ci ha portato a questa realtà.
“Parlare con il Procuratore De Donno – afferma la Dirigente Scolastica, Patrizia Carra – rappresenta sempre un’esperienza di arricchimento. Pochi come lui sanno essere in grado di comunicare con le parole giuste concetti complessi e di difficile comprensione. Abbiamo fortemente voluto che venisse a dialogare con i nostri ragazzi perché siamo d’accordo con la sua idea di conoscenza, che rintraccia nella narrazione un vero contraltare alla velocità dell’informazione di cui oggi siamo vittime. «Il racconto storico, invece, - per dirla con le sue parole - è quello che rimane più impresso, trasmette conoscenza e rimane nella memoria».”
Venerdì prossimo, dunque, i ragazzi ripercorreranno la vita di un uomo, e la storia della nostra terra degli ultimi trent’anni, toccandola con mano nell’esperienza di chi ha lavorato senza risparmiarsi per far crescere la realtà del Salento che oggi tutti conosciamo.
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