Redazione

Nel lungo ponte di Ognissanti saranno oltre 10mila tra italiani e stranieri che hanno deciso di trascorrere la breve vacanza negli agriturismi in Puglia, dove cresce tra l’altro il turismo religioso con i piccoli borghi che conservano le antiche tradizioni enogastronomiche rurali, incrementando la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base delle stime di Terranostra, associazione agrituristica e ambientale, in occasione del lungo ponte per le festività di Ognissanti e del 2 novembre, in cui i turisti religiosi affollano i piccoli borghi rurali in Puglia, il 33% tra i più belli d’Italia, con il rafforzamento del primato europeo di San Giovanni Rotondo con oltre 6 milioni di pellegrini, l’aumento delle presenze a Monte Sant’Angelo grazie all’iscrizione della Basilica di San Michele nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO e al Colle della Minerva dove la chiesa è consacrata ai Martiri d’Otranto.

Le tradizioni e la cultura religiosa in Puglia e la presenza di importanti santuari di riferimento per itinerari spirituali che non hanno eguali nel mondo  – spiega Coldiretti Puglia – rappresentano punti di richiamo di flussi turistici motivati da interessi religiosi sul territorio. Il pellegrino non è un turista high-spender e viaggia principalmente in bassa stagione contribuendo così alla destagionalizzazione delle destinazioni.

Ma si registra anche una crescente attenzione a mete secondarie spesso in abbinamento al turismo ecologico e a quello enogastronomico - insiste Coldiretti Puglia - con oltre 80 agriturismi lungo i cammini di pellegrinaggio che uniscono l’arte, la bellezza, la storia con il cibo e la cultura contadina, come la Via Francigena che unisce Brindisi, Monopoli e Bari fino al Gargano, con la possibilità di varianti marittime come quella da Bisceglie, Giovinazzo fino a Bari, ma anche la Via Leucadense in provincia di Lecce e la Via Sallentina in provincia di Taranto dove si producono le 365 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 60 cibi e vini certificati DOP e IGP, a cui si aggiungono le 4 STG nazionali e le 2 bevande spiritose IG regionali, per un totale di 66 Indicazioni Geografiche, in 950 agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, oltre ai 1000 agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.

A trainare le visite nelle campagne sono soprattutto le esperienze offerte dagli agriturismi per la stagione autunnale – sottolinea Coldiretti -, con la possibilità di partecipare alle attività di raccolta o di scoprire gusti e segreti di settori in crescita. Se l’enoturismo è ormai una realtà consolidata, tanto da aver superato in estate il record di 6 milioni di presenze registrato lo scorso anno, cresce anche l’oleoturismo, con i frantoi e le aziende olivicole offrono l’opportunità di visite e degustazioni. 

Da segnalare negli ultimi anni la riscoperta di forme più tradizionali di turismo – conclude Coldiretti Puglia – con un numero crescente di chi percorre a piedi gli itinerari religiosi verso le mete di culto.

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La Guardia di Finanza del comando provinciale di Brindisi e di Ostuni hanno eseguito una serie di controlli durante i quali hanno individuato 26 lavoratori in nero e 9 irregolari. I Finanzieri hanno denunciato 23 imprenditori per utilizzo di lavoratori in nero. Diversi i comparti che sono stati controllati: dall'adilizia alla ristorazione.

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Luoghi iconici, statue da baciare, mosaici da calpestare, vicoli da esplorare: l'Italia è la terra delle superstizioni, dei rituali scaramantici e delle antiche credenze. Ma quali sono, fra tutte, le città in cui le superstizioni sono prese più seriamente?

Il team di Preply ha condotto una ricerca per scoprire le città più superstiziose di Italia analizzando i volumi di ricerca Google per termini quali “venerdi 13”, “malocchio” e “666”. L’analisi ha anche esaminato i portafortuna e i simboli più popolari per comprenderne il significato nelle diverse culture.

I milanesi sono i più superstiziosi di Italia secondo una nuova classifica

Classifica

Città

Volume di ricerche annuali per termini quali “venerdi 13”, “malocchio” e “666”

1

Milano

139.200

2

Roma

103.440

3

Napoli

30840

4

Bari

26.040

5

Bologna

25.320

6

Torino

26.040

7

Firenze

21.120

8

Brescia

19.320

9

Cagliari

18.600

10

Catania

18.120

Alcuni dei punti chiave dello studio:

  • Milano è Ia città italiana con più superstiziosi, con un volume di ricerca annuale pari a 139.200 termini quali “venerdi 13”, “malocchio” e “666”

  • Roma si classifica al secondo posto, i cui abitanti scaramantici cercano 103.440 volte all’anno termini legati alla susperstizione

  • Cagliari chiude la top 10 con 18.120 ricerche annue tra le persone in cerca di soluzioni contro melefici.

Altri punti dello studio:

  • In Italia, il portafortuna più popolare per proteggersi dalle fatture è il cornicello, noto anche come "corno italiano", cioè un amuleto o una collana che porta fortuna e protezione.

  • In Germania e Austria, i maiali sono considerati simboli di fortuna, ricchezza e prosperità, una credenza che risale al Medioevo. 

  • I Milagros, che in italiano significa "miracoli", sono piccoli amuleti sacri popolari in America Latina: realizzati in varie forme come cuori, occhi o animali, simboleggiano preghiere per la guarigione, la protezione e la buona sorte.

Ho copiato il comunicato stampa di seguito, potete utilizzare qualsiasi informazione condivisa, chiediamo gentilmente di citare la fonte inserendo il seguente link: undefined

Non esitate a contattarmi se avete dubbi o domande.

Cordiali saluti,

Francesca

Una nuova mappa illustra le differenze culturali nell'augurare buona fortuna a qualcuno

Un nuovo studio della piattaforma per l'apprendimento delle lingue Preply mostra i modi più comuni per dire "Buona fortuna" e i principali portafortuna nei diversi paesi del mondo.

  • In Italia, “buona fortuna” è il modo più semplice per augurare una buona sorte, mentre “In bocca al lupo” è un'altra frase comune che significa letteralmente “nella bocca del lupo”

  • “Hacer changuitos” è un modo comune per dire buona fortuna in Messico, che significa “incrociare le dita”

  • “Cucchiai dell'amore”, “trifogli” e “maiali” sono tutti simboli di buona fortuna in alcuni paesi europei

Con circa 7.000 lingue diverse in tutto il mondo, ci sono molti modi per augurare "buona fortuna" a qualcuno. Ma quali sono alcune di queste frasi più comuni? 

Per scoprirlo, Preply ha condotto una ricerca per scoprire alcuni dei modi più comuni e interessanti per dire "buona fortuna" in tutto il mondo. L’analisi ha anche esaminato i portafortuna e i simboli più popolari per comprenderne il significato nelle diverse culture.

Potete vedere la ricerca completa al segunte link: undefined 

Nuova mappa: Come augurare “buona fortuna” in tutto il mondo

In Italia, “In bocca al lupo” è una frase comune di buona fortuna, che significa “nella bocca del lupo”

In Italia, la frase "Buona fortuna" è il modo più semplice per augurare una buona sorte. Un'altra frase popolare, forse ancora più comune, è "In bocca al lupo", che si traduce direttamente come "nella bocca del lupo". È un idioma popolare usato per augurare buona fortuna a qualcuno.

In Germania, la frase di riferimento è "Viel Glück", che letteralmente significa "tanta fortuna".

Un'altra frase spesso usata è "Hals- und beinbruch", che si traduce in "in bocca al lupo", una frase comunemente usata in inglese quando si augura buona fortuna a qualcuno, di solito prima di fare una performance di qualche tipo.

"Buena suerte" è il modo più comune per augurare buona fortuna a qualcuno in Spagna e America Latina. "Mucha mierda", che letteralmente significa "tanta m*rda", è un altro modo popolare per augurare buona fortuna a qualcuno. Se stai programmando un viaggio in una di queste destinazioni, un corso di spagnolo online o un corso di inglese online potrebbero fare al caso tuo.

In Francia, quando si augura buona fortuna a qualcuno, sentirai spesso la frase "Bonne chance" e nei Paesi Bassi, sentirai la frase "Veel succes!"

"Hacer changuitos" è un modo comune per dire buona fortuna in Messico, che significa "incrociare le dita"

In Messico, sentirai spesso la frase "Hacer changuitos", che significa "incrocia le dita", proprio come in inglese. A Porto Rico, la gente dice "Dale duro", che significa "colpisci forte", per incoraggiare qualcuno a fare del suo meglio. 

In Venezuela, qualcuno potrebbe dire "Vaya con Dios", che si traduce in "Vai con Dio", riflettendo un desiderio religioso di sicurezza e successo. In molti paesi di lingua spagnola come Paraguay e Panama, "Buena Suerte" è un modo comune per augurare buona fortuna a qualcuno.

“Cucchiai dell’amore”, “trifogli” e “maialini” sono tutti simboli di buona fortuna in alcuni paesi europei

Il cornicello, noto anche come "corno italiano", è un amuleto o una collana indossata da molte persone e, in Italia, si ritiene che porti fortuna e protezione. In Galles, i "cucchiai dell'amore" simboleggiano amore e impegno romantico. Un simbolo tipico associato all'Irlanda è il trifoglio o il quadrifoglio.

In Germania e Austria, i maiali sono considerati simboli di fortuna, ricchezza e prosperità, una credenza che risale al Medioevo. I Milagros, che in italiano significa "miracoli", sono piccoli amuleti sacri popolari in America Latina. Realizzati in varie forme come cuori, occhi o animali, simboleggiano preghiere per la guarigione, la protezione e la buona sorte.

Un Tumi è un coltello cerimoniale che simboleggia buona fortuna e protezione, tradizionalmente utilizzato nell'antico Perù. In Cina, un pipistrello rosso è visto come un portafortuna perché si ritiene che il colore rosso tenga lontano il male. Anche il bambù simboleggia buona sorte e ricchezza. Poiché il bambù cresce rapidamente, si pensa che anche la ricchezza debba arrivare rapidamente.

Nelle tradizioni indù e buddiste, gli elefanti simboleggiano lealtà, fertilità e saggezza. Sono anche collegati all'acqua e alla pioggia, il che li rende simboli di buona fortuna e abbondanza.

Imparare inglese, spagnolo o qualsiasi altra lingua ti interessi potrebbe essere un buon modo per avvicinarsi alle culture prima del tuo prossimo viaggio. 

Da questa cartella è possibile visualizzare e scaricare le versioni globali, europee, asiatiche, nord e sudamericane delle mappe.

-FINE-

Risorse e metodologia: 

È stata condotta una ricerca per scoprire frasi e modi di dire comuni per dire "Buona fortuna" in oltre 60 paesi diversi.

Allo stesso modo, è stata condotta un’ulteriore ricerca per scoprire i portafortuna più comuni in 26 paesi diversi in tutto il mondo.

Preply

Preply è un marketplace online per l'apprendimento delle lingue che collega oltre 32.000 tutor che insegnano 50 lingue a centinaia di migliaia di studenti in 180 paesi in tutto il mondo. Con abbinamenti studente-tutor suggeriti tramite un algoritmo di apprendimento automatico, i tutor consigliati creano piani di lezione personalizzati in base al budget, al programma e alle conoscenze attuali dello studente.

Preply è stata fondata nel 2012 dal team ucraino di Kirill Bigai, Serge Lukyanov e Dmytro Voloshyn. Oggi, l'azienda ha oltre 400 dipendenti di 58 nazionalità diverse. Preply è un'azienda statunitense con dipendenti in 30 paesi in Europa, Stati Uniti, Africa, Asia e America Latina.

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FALSO TRADING ONLINE, UNA TRUFFA SEMPRE PIU’ FREQUENTE: ATTENZIONE ALLE PROMESSE DI FACILI GUADAGNI.

 

TESTIMONIAL DELLA CAMPAGNA DELLA POLIZIA DI STATO

FORTUNATO CERLINO

 

Il falso trading online, la truffa informatica sulle attività di compravendita di azioni e titoli finanziari in rete, è un fenomeno criminale in espansione che produce un guadagno illecito di milioni di euro, rappresentando, nel panorama delle frodi online, la truffa che genera il profitto più cospicuo, alimentando peraltro l’interesse della criminalità organizzata.

 

Nel 2023 la Polizia Postale ha ricevuto oltre 3.400 denunce di truffe legate alle false proposte di investimenti online, con un incremento del 12% rispetto all'anno precedente, per un valore complessivo dei fondi sottratti di oltre 111 milioni di euro.

 

I falsi investimenti finanziari vengono pubblicizzati con messaggi creati ad hoc, capaci di indurre gli utenti del web a fidarsi di proposte ingannevoli, grazie all’uso illecito di marchi e loghi di importanti aziende. Le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale rappresentano un prezioso strumento nelle mani dei cybercriminali: l’utilizzo di semplici software consente loro di realizzare video promozionali che riproducono voce e aspetto di amministratori delegati, politici, personalità amate dal pubblico, a cui vengono attribuite parole mai dette al fine di promuovere l’offerta.

 

            La vittima dell’inganno viene “agganciata” al telefono, su social e siti d’incontri, indotta a comunicare i propri dati e infine persuasa a investire online, affidandosi ai consigli di un truffatore che si finge broker professionista con il versamento di una piccola somma iniziale. In un secondo momento, viene convinta a investire altro denaro, perché crede che il suo rendimento stia crescendo velocemente. L’ultima fase della truffa consiste nella richiesta del versamento di presunti “costi di sblocco” per recuperare il capitale investito, ma in nessun caso il denaro versato tornerà nella disponibilità della vittima.

 

L’arma più efficace per contrastare questo fenomeno criminale è la prevenzione. La realtà non è sempre quella che appare sulla Rete:

  • Non credere alla promessa di guadagni fuori mercato;
  • Non condividere dati personali, bancari, credenziali di accesso con presunti agenti finanziari;
  • Verifica l’attendibilità chi ti propone l’investimento, visitando i siti della Consob e della Banca D’Italia;
  • Utilizza esclusivamente piattaforme ufficiali evitando di cliccare su banner pubblicitari;
  • La richiesta di un pagamento ulteriore, con il pretesto di sbloccare il capitale investito, è la modalità utilizzata dai cybercriminali per estorcere altro denaro che non verrà comunque restituito. 

 

Se ti riconosci in questa tipologia di truffa, fai subito denuncia: la tempestività è fondamentale per attivare gli accertamenti volti all’identificazione degli autori e al possibile recupero delle somme. Per informazioni e segnalazioni rivolgiti alla Polizia Postale tramite il sito ufficiale www.commissariatodips.it. Qualunque cosa accada, hai diritto ad essere tutelato.

 

Ascolta i consigli del nostro testimonial Fortunato Cerlino.

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Questa sera un'auto è andata a fuoco in un terreno adiacente la provinciale che collega Ceglie Messapica a San Michele. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Francavilla e i carabinieri che indagano sull'episodio.

Per il lungo ponte di Ognissanti la Associazione Le Colonne apre le porte della Collezione Archeologica Faldetta di Brindisi e del Castello di Carovigno, per consentire così di conoscere le bellezze archeologiche e architettoniche del territorio pugliese. La Collezione Archeologica Faldetta, esposta nelle sale della Palazzina del Belvedere, accoglierà i visitatori dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00. L’accesso è libero. Il Castello di Carovigno, maniero di impostazione normanna nel cuore del caratteristico borgo, invece, propone visite guidate con personale qualificato o visite autonome tramite audioguida, dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 18:00. Sino all’8 dicembre sarà, inoltre, possibile apprezzare la mostra di Giuseppe Ciracì “Nelle nostre stanze” a cura di Antonello Tolve. La prenotazione può essere effettuata scaricando l’app PastPuglia, dal sito www.pastpuglia.it o inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per maggiori informazioni consultare: www.pastpuglia.it App PastPuglia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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“Quella che nei giorni scorsi qualcuno della maggioranza ha derubricato come la solita polemica della minoranza, si sta trasformando in una valanga politica per l’amministrazione comunale.

Il riferimento è alla variazione urgente di giunta comunale con cui hanno inteso aumentare la tari, per l’anno in corso, di 3,5 milioni di euro.

A causa del pressappochismo amministrativo dell’attuale amministrazione, che ha confermato incomprensibilmente le tariffe relative al 2022 non tenendo conto delle tariffe stabilite da Ager, il 2025 si preannuncia un ‘annus horribilis’ per la tari. Infatti gli effetti, tra aumenti diretti e oneri riflessi, sulla tari 2025 dei brindisini saranno devastanti e, come emerso durante la commissione consiliare bilancio, vedranno un incremento dei costi che oscillerà tra i 9 e i 12 milioni di euro circa.

Un vero salasso sia per le famiglie, sempre più penalizzate dall’alto costo della vita, sia per le aziende della zona industriale, in un momento in cui la crisi economica sta colpendo duro, che subiranno una maggiorazione della tari tra il 35% e il 50% dei costi attuali.

Per questo durante il consiglio comunale di qualche mese addietro in cui si sono adottate le tariffe relative alla tari 2024, avevamo sollevato i nostri dubbi e le nostre perplessità per l’atteggiamento imprudente dell’Amministrazione comunale, contestando proprio la mancanza di un piano economico finanziario aggiornato.

Questa superficialità amministrativa si ripercuoterà inevitabilmente sui cittadini brindisini e sulle aziende insediate in questo territorio, acutizzando la percezione negativa della tassa rifiuti e rischiando di far accrescere l’”evasione di sopravvivenza”.

Lo diremo chiaramente nel prossimo consiglio comunale in cui la maggioranza di centrodestra ratificherà questa decisione di aumento della tassa rifiuti, ammettendo così una grave responsabilità politica.

I consiglieri comunali Francesco Cannalire, Riccardo Rossi, Roberto Fusco, Lino Luperti, Alessio Carbonella, Denise Aggiano, Diego Rachiero, Alessandro Antonino, Rino Giannace, Giampaolo D’Onofrio, Michelangelo Greco

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CARNE ARTIFICIALE: COLDIRETTI, OPPOSIZIONE A LEGGE VA CONTRO SCIENZA E SALUTE CITTADINI; IN PUGLIA 94% DICE ‘NO’ A CIBO IN PROVETTA

L’opposizione alla legge italiana che vieta la coltivazione e commercializzazione di cibi a base cellulare prodotti in laboratorio va contro la salute dei cittadini, la scienza e il principio di precauzione. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla presentazione di un’interrogazione parlamentare sull’argomento da parte di singoli esponenti di alcuni partiti.

Si tratta di un chiaro attacco da parte di un pugno di oligarchi all’agroalimentare italiano e non solo, con intenti di evidente speculazione finanziaria e di omologazione del cibo. Un attacco a una legge sostenuta da due milioni di firme e da un fronte trasversale che include rappresentanti di tutti i partiti politici, i governatori delle Regioni, oltre tremila sindaci.

In Puglia, dove sono state raccolte oltre 100mila firme, con il 94% dei pugliesi che dice no ai cibi in provetta – sottolinea Coldiretti Puglia - ‘coltivati’ in laboratorio dalla carne al latte fino al pesce, secondo un sondaggio condotto nei mercati contadini,  perché preferisce mangiare solo cibo naturale coltivato e allevato in campi e stalle (74%), manifesta consistenti dubbi sul fatto che siano sicuri per la salute (13%), mentre il 7% dei pugliesi lo boccia perché il cibo sintetico sfrutta comunque le cellule animali.

Per Coldiretti è necessario un miglioramento della legislazione europea che garantisca il principio di precauzione e la tutela della salute dei cittadini che dovrebbe essere considerata patrimonio comune da tutti i partiti. A rischio c’è una filiera, quella agroalimentare, che vale 620 miliardi di euro con 4 milioni di occupati, che Coldiretti intende difendere ad ogni costo.

Coldiretti non lascerà passare i tentativi di chi sta muovendo i suoi uomini in Parlamento per realizzare il proprio disegno di mettere le mani sul cibo Made in Italy. Una trama che vedrà l’argine fermo e deciso della scienza libera e da un forte supporto popolare, come dimostra l’ampio consenso riscontrato dalla petizione della Coldiretti dalla quale è poi scaturita la legge nazionale.

Oltre a cittadini e associazioni, hanno aderito alla raccolta di firme, tra gli altri,  il premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini, il vicepremier Antonio Tajani di Forza Italia, il vicepremier Matteo Salvini della Lega, il leader di Azione Carlo Calenda, il capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi, il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato Stefano Patuanelli ma anche tantissimi parlamentari come Luca Pastorino di +Europa o Elena Bonetti di Italia Viva.

Tra i firmatari della petizione promossa Coldiretti ci sono anche i presidenti delle Regioni della Basilicata (Vito Bardi) Calabria (Roberto Occhiuto), Campania (Vincenzo De Luca), Emilia Romagna (Stefano Bonaccini), Friuli-Venezia Giulia (Massimiliano Fedriga), Lombardia (Attilio Fontana), Marche (Francesco Acquaroli), Molise (Donato Toma), Piemonte (Alberto Cirio), Puglia (Michele Emiliano), Sardegna (Christian Solinas), Sicilia (Renato Schifani), Toscana (Eugenio Giani), Umbria (Tesei Donatella), Veneto (Luca Zaia) e il Presidente della Provincia Autonoma di Trento (Maurizio Fugatti). E tra i sindaci – rileva la Coldiretti – hanno firmato, tra gli altri, quelli di Firenze, Bari, Napoli, Venezia, Verona, Aosta, Ancona, Catanzaro, Cagliari e Perugia.

Uno schieramento che rafforza la volontà di Coldiretti di opporsi a questo gioco al massacro messo in atto da “magnati” o sedicenti filantropi pur di creare contesti per una evidente destabilizzazione dei mercati  agroalimentari europei, spinti da una famelica ricerca di speculazioni finanziarie.

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Consorzio tra Comuni ATS BR4, Antonio Calabrese riconfermato presidente all’unanimità.

L’assemblea dei sindaci del Consorzio fra Comuni dell’Ambito Territoriale BR4, durante l’incontro svoltosi nella mattinata di ieri presso la sede di via Santacesaria a Mesagne, ha confermato il Consiglio di Amministrazione uscente. Voto unanime per l'elezione di Antonio Calabrese, che continuerà a svolgere il ruolo di Presidente dell’Ente costituitosi nel 2021 con l’obiettivo di realizzare sui territori dei nove Comuni che ne fanno parte un sistema integrato di welfare, nello spirito della legge 328 del 2000.

«I risultati scaturiti dall’impegno con cui il Consiglio di Amministrazione e il presidente Calabrese si sono spesi in questi anni avvalorano la scelta di riconfermare la compagine istituzionale alla guida del Consorzio, nessuna incertezza sulla continuità», ha spiegato il presidente dell’Assemblea dei sindaci, Mino Maiorano. Sono consiglieri di amministrazione del Consorzio: la vicepresidente Lucrezia Morleo, assessore ai servizi sociali di Torre Santa Susanna; Valentina Carella, consigliere comunale di San Pietro Vernotico; Paola De Masi, assessore ai servizi sociali di Torchiarolo; Alessandra De Mitri, assessore ai servizi sociali di San Donaci; Anna Fiore per il Comune di San Pancrazio Salentino; Clarita Mingolla, consigliere comunale di Latiano; Daniela Renna, consigliere comunale di Cellino San Marco; Chiara Saracino, assessore ai servizi sociali di Erchie.

«Ringrazio l’assemblea dei sindaci per la fiducia che mi viene nuovamente accordata; rimanere presidente del cda del Consorzio è per me un onore di cui sento tutta la responsabilità, anche alla luce dell’esperienza degli ultimi tre anni. Continueremo ad operare con spirito di servizio e consapevolezza, con l’obiettivo di cogliere appieno le opportunità che consentono di migliorare la vita delle persone più fragili», ha dichiarato il presidente Calabrese.

All’incontro erano presenti i sindaci, o loro delegati, dei Comuni del Consorzio ATS BR4. Oltre al primo cittadino di Latiano, Mino Maiorano, sono intervenuti: il sindaco di San Pietro, Maria Lucia Argentieri; Elio Ciccarese, sindaco di Torchiarolo; Giuseppe Gallù, assessore al bilancio di Torre Santa Susanna; il sindaco di Cellino San Marco, Marco Marra; il sindaco di Mesagne, Antonio MatarrelliGiancarlo Miccoli, sindaco di San Donaci; Edmondo Moscatelli, sindaco di San Pancrazio Salentino; Cinzia Saracino, presidente del consiglio comunale di Erchie. Unanime l’apprezzamento dei presenti per l’azione con cui il Consorzio ha caratterizzato l’istituzione e la gestione di servizi e interventi a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione.

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La III Commissione del presidente Mauro Vizzino ha ascoltato la dirigente della Sezione benessere del Dipartimento welfare della Regione Puglia, Laura Iddo e il Garante dei diritti delle persone con disabilità, Antonio Giampietro. L’incontro è stato programmato allo scopo di fare il punto (clausola valutativa) sulle norme per il sostegno del caregiver familiare.

La Regione Puglia ha approvato la programmazione per l’utilizzo delle risorse assegnate con Decreto 27 ottobre 2020 dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri del “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018, 2019, 2020” pari euro 4.508.767,69. A queste risorse vanno aggiunte quelle assegnate con Decreto 28 dicembre 2021, pari a 1.504.898,74.

La figura del caregiver familiare è “ la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sè, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18”.

Il programma regionale prevede che le risorse vengano utilizzate a sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare della persona in condizione di gravissima disabilità. 

Le risorse sono assegnate dalla Regione Puglia agli Ambiti territoriali, titolari della misura “budget di sostegno al caregiver familiare”. Gli Ambiti territoriali liquidano le risorse finalizzate a sostenere il ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare attraverso un percorso definito.

Gli Ambiti istruiscono le domande, in collaborazione con i Distretti sociosanitari e con le UVM competenti per la certificazione della condizione di gravissima disabilità della persona non autosufficiente assistito dal caregiver familiare, a partire dall’elenco predisposto dalla Regione Puglia (elaborato dalla Società Innovapuglia) ad esito dei dati inseriti dagli utenti nella domanda di accesso. Tali dati riguardano la situazione ISEE del nucleo familiare del caregiver, la condizione socio lavorativa del nucleo familiare del caregiver familiare e la condizione di fragilità sociale del nucleo familiare del caregiver. Gli Ambiti territoriali liquidano gli aventi diritto fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Gli Ambiti territoriali e hanno un registro territoriale di Ambito dei caregiver familiari delle persone in condizione di gravissima disabilità, nella prospettiva di avviare una prima ricognizione utile anche a programmare interventi efficaci a favore dei caregiver familiari.

Molto è stato realizzato ma secondo il garante dei diritti dei disabili, sarebbe opportuno un alleggerimento delle procedure burocratiche, che spesso rappresentano un ostacolo alla risoluzione dei problemi.

 

Il punto sull’attuazione della legge che contiene, con particolare riferimento alla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), misure obbligatorie per la precisazione della diagnosi attraverso test genetici e istituzione del registro delle malattie neurodegenerative.

All’audizione, richiesta dall’assessore Fabiano Amati, hanno partecipato il direttore del laboratorio di medicina genomica e un rappresentate dell’AReSS.

Con la legge della Regione Puglia, proposta da Amati primo firmatario, ma al tempo approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, si istituisce l'obbligo della prescrizione di test genetico, salvo espressa rinuncia della persona interessata o di chi ne abbia la facoltà legale, per individuare eventuali mutazioni dei geni SODI, PUS, C90RFeTDP43, o anche di ulteriori geni individuati nel tempo come responsabili della SLA.

L’iniziativa della Puglia, risponde all’obiettivo di meglio precisare la diagnosi di malattia e conseguire maggiore efficacia terapeutica per i casi con causa genetica, e ridurre la spesa per mobilità passiva anche per gli esami diagnostici.

La consulenza genetica (CGSLA) deve essere assicurata a tutte le persone affette e a quelle con rischio di predisposizione accertata su base familiare, allo scopo di programmare eventuali iniziative di sorveglianza diagnostica, nel rispetto delle linee guida nazionali e internazionali.

Il Laboratorio di Medicina genomica competente, per la parte di sequenziamento vero e proprio, è quello dell’ospedale “Di Venere” di Bari-Carbonara, diretto dal dr. Mattia Gentile.

Purtroppo dalle risposte fornite nell’ambito dell’audizione non risulta ancora completo il Registro regionale malattie neurodegenerative, utilissimo per meglio gestire l’epidemiologia e le attività di ricerca. Il Registro deve raccogliere i dati anagrafici, genetici e clinici, compresi i percorsi diagnostici e terapeutici, dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative, per finalità epidemiologiche e di ricerca, così da ottenere una più adeguata conoscenze delle diverse malattie e contribuire ad accelerare lo sviluppo di terapie e trattamenti innovativi.

Per questo, su richiesta dell’assessore Amati l’audizione è aggiornata per poter ascoltare il direttore di AReSS. Questo perché secondo Amati l’assenza del registro fa venir meno il senso della legge stessa che “mira a precisare la diagnosi di malattia e conseguire maggiore efficacia terapeutica, riducendo anche la spesa investita nella diagnostica extra regione”.

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