E' accaduto a un signore di 89 anni di Mesagne, G. M., che dovrà aspettare 16 mesi per essere sottoposto a un ecocolordoppler dei vasi epiaortici presso l'ospedale di Francavilla Fontana. In alternativa l'esame strumentale potrà essere eseguito tra 7 mesi presso l'ospedale di Ceglie Messapico. Il tutto in un soggetto che è stato sottoposto a micro-laringoscopia, intervento chirurgico delle corde vocali, che va monitorato con esami diagnostici. Ancora una volta le lunghe liste di attesa sono il tallone di Achille del servizio sanitario nazionale. Secondo un rapporto Eurispes per il 75,50% degli italiani il disagio principale delle prestazioni erogate dal servizio sanitario è rappresentato proprio dalle lunghe liste di attesa. Nel caso dell'utente mesagnese il nonnino sabato scorso si è recato presso il Cup dell'Asl di Mesagne con la ricetta del suo medico curante e ha prenotato un esame ecocolordoppler. Quando ha preso la prenotazione ha visto che la data in cui poteva eseguire l'esame era il 18 ottobre 2018 alle ore 12. Un anno e mezzo dopo la prenotazione. In alternativa il 31 gennaio 2018 può sottoporsi all'esame presso il presidio di Ceglie Messapico. Ben 7 mesi di attesa. Eppure, stando al piano nazionale di governo delle liste d'attesa, stilato di concerto con tutte le regioni italiane, ogni cittadino non può aspettare più di 180 giorni per una prestazione sanitaria. Nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda le visite specialistiche e gli esami strumentali, l'attesa non può andare oltre rispettivamente i 30 e i 60 giorni dalla richiesta. "Ho cercato di spiegare all'operatore di aver bisogno di questo esame di controllo da svolgersi in un periodo non troppo lontano - ha spiegato l'ottantanovenne - ma non c'è stato nulla da fare poiché non vi era nessuna disponibilità". Davanti a queste situazioni, purtroppo, per l'utente c'è una sola strada da intraprendere: sottoporsi all'esame presso una struttura diagnostica privata dove i tempi di attesa sono fluidi. Tuttavia, è bene ricordare che il decreto legislativo 124 del 29 aprile 1998 dispone che "qualora l'attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato" dal direttore generale dell'azienda sanitaria, il paziente "può chiedere che la prestazione sia resa nell'ambito dell'attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico dell'Azienda unità sanitaria locale di appartenenza e dell'Azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l'effettivo costo di quest'ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti". Insomma, i costi della prestazione, in questi casi, non saranno addebitati al cittadino ma all'Asl.
Breaking News :