Mesagne: don Pietro bacchetta il sindaco Molfetta In evidenza

Luglio 18, 2017 5421

molfetta pompeo luglio 2017Dopo il progetto dell'apertura di uno sportello per aiutare

don-pietro de punziochi è affetto da ludopatia don Pietro De Punzio, parroco della parrocchia di Mater Domini di Mesagne, ha ritenuto di bacchettare il sindaco Pompeo Molfetta giacché nel lungo discorso che ha fatto durante la consegna delle chiavi della città alla Vergine del Carmelo ha parlato di tutto ma non dei problemi dei poveri e delle difficoltà presenti nella propria realtà. Nel suo excursus fiume il sindaco Molfetta ha ricordato che «un futuro sconvolgente bussa alle porte di un mondo ottuso che fa lo gnorri e finge di non sentire. E' inutile barricarsi dietro la porta, nessuno fermerà l’onda lunga dei migranti che dal sud del mondo spinge verso l’Occidente opulento ed egoista». Ed ha poi aggiunto: «Non basteranno i muri, le barriere di filo spinato, né i numeri chiusi o i porti bloccati a fermare questo nuovo esodo biblico che si compie senza neanche la pietà di un Mosè che possa divaricare le onde e impedire la moria di tanti disgraziati che ora dormono adagiati in fondo al mare. È la forza della vita che spinge migliaia di ragazzi, di donne e bambini a lasciare le loro terre di fame e di morte per attraversare il deserto delle tribolazioni, delle violenze, degli stupri. È l’istinto di sopravvivenza che spinge gli uomini ad attraversare il mare senza saper nuotare: non li si può biasimare, né li si può fermare». «Per capire cosa si prova a salire su quei barconi bisognerebbe mettere la foto del proprio figlio al posto del volto di quei ragazzi» ha detto il sindaco prendendo in prestito un’espressione di Gino Strada. «Per fortuna gli italiani conservano ancora un barlume di memoria per ricordare che meno di un secolo fa i nostri nonni si imbarcavano nella stiva dei bastimenti per portare Oltreoceano la speranza, l’italico ingegno ma anche i pidocchi, la scabbia e un po’ di “Cosa Nostra”», ha ricordato il primo cittadino. La risposta a queste affermazioni non si è fatta attendere troppo. Così, don Pietro, al termine del rito religioso, ha risposto al sindaco: «Gasdotto, Cerano, Gino Strada, Ilva, Sprar, miniere di Marcinelle, Migranti, eccetera, eccetera. Temi e realtà di grande rilevanza politica e sociale. Non si possono chiudere gli occhi su quanti migrano dai Paesi della fame e della guerra in cerca di libertà. È necessaria l'accoglienza», il sacerdote ha, quindi, continuato: «Ma quando l'orizzonte è molto ampio si rischia di non accorgersi che nella nostra città ci sono cittadini che dormono in macchina, che non hanno né casa né lavoro, che ogni giorno chiedono un aiuto e un pasto alla mensa della Caritas, che vivono nella disperazione e nella solitudine. Ogni tanto è bene che ci ricordiamo di loro anche durante la consegna delle chiavi alla Madonna».