di sostanze stupefacenti, emerso durante gli arresti per l’operazione “Civico 20”, ha lasciato la città di Mesagne attonita, sconcertata e, per molti versi, sconfitta. Pochi potevano immaginare che i principali consumatori di droga fossero dei minorenni. La causa, molto probabilmente, è da ricercare nell’isolamento affettivo, sociale, ed educativo in cui si trovano. Solo poche settimane fa il commissario Rosalba Cotardo e il maresciallo comandante della stazione dell’Arma di Mesagne, Gabriele Taurisano, avevano fatto notare, durante un incontro dell’osservatorio permanente sulla legalità, l’alta dispersione scolastica presente in città e l’appello dei dirigenti scolastici a cercare di porgere un argine a questa “piaga” sociale. Chi vive giornalmente con i ragazzi è don Pietro De Punzio, parroco, responsabile Caritas, e già responsabile della consulta giovanile vicariale. “Purtroppo non è una novità il coinvolgimento di minori nel mondo della droga – ha esordito don Pietro -. Credo che tra le cause che inducono i minori all’uso di sostanze stupefacenti vi sono anche le relazioni difficili tra i genitori, la separazione, il divorzio, l'assenza di affetto, di reciproco interesse. In un clima familiare inesistente il minore rifiuta di stare in casa e si sente libero di "assaporare" nuove avventure”. Ciò che è sconcertante”è la mancanza di prospettive e progetti di vita”, ha fatto notare il sacerdote che ha continuato “Non è nemmeno trascurabile la solitudine in cui i ragazzi vivono. Stanno insieme ma in mondi lontani. Le cosiddette agenzie educative, scuola, parrocchie, associazioni di volontariato, centri sportivi, hanno la loro responsabilità”. “Solo se saremo capaci di prossimità potremo aiutare i minori e i giovani a riprendere in mano la loro vita”, ha concluso il parroco. E’ necessario e urgente aprire una discuss¬ione sull’emergenza educativa in cui mol¬ti giovani mesagnesi sono costretti a vi¬vere”, ha detto Ivano Rolli, presidente regionale del Centro sportivo italiano secondo cui “lo spaccio di sostanze stupefacenti ai minori è un rea¬to ingiustificabile e da condannare sotto tutti i punti di vista”. Rolli è attonito per l’uso, da parte di adolescenti, di droghe e alcool. “Questi sono fattori di un’emergenza che deve interpellare ognuno di noi. Tutti ci dobbiamo sentire coinvolti: pubblici amministratori, operatori culturali e famiglie. I nostri ragazzi sembrano trov¬are in questi elemen¬ti il motivo per sta¬re insieme. Tralasci¬ando il sacrificio e il lavoro che invece è affrontato nelle attività sporti¬ve. Le nostre società riescono a coinvol¬gere migliaia di rag¬azzini, ma non tutti. Occorre attivare una rete di relazioni tra istituzioni e mondo del volontariato affinché si creino ambienti di protezi¬one entro cui far cr¬escere gli adolescen¬ti. Lasciarli alla strada non è certamen¬te il percorso giusto da affrontare. Mes¬agne ha bisogno di politiche giovanili nuove e innovative”.
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