è stato teatro di una coordinata azione di polizia giudiziaria che ha visto impegnati numerosi equipaggi dell’Unità Anticorruzione e della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Brindisi. Qui, gli operatori della Mobile, nei giorni precedenti, avevano individuato un sospetto andirivieni e ieri, 21.07.2017, riuscivano a concentrare le attenzioni su un giovane brindisino di ventisei anni che veniva sottoposto a controllo nella sua dimora. I poliziotti, con questa preliminare attività, in cucina, sul tavolo colà posizionato, rilevavano la presenza di una scatola in metallo circolare, aperta la quale vi si trovava contenuto un pezzo di sostanza scura, poi al narcotest risultata hashish, del peso di 1,4 grammi. A quel punto, appariva quanto mai opportuno operare una più accurata ricerca non solo nell’appartamento, ma anche in ogni locale riferibile al giovane e presente in area condominiale comune ai piani superiori e, addirittura, al sesto piano della palazzina in argomento. Per tale più approfondita attività, gli investigatori della Mobile richiedevano l’intervento delle Unità Cinofile dell’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea e Marittima di Brindisi. Dette unità, poco dopo, si uniranno quindi agli operatori della Mobile con i cani Udor ed Argo. Prima dell’intervento dei cinofili, il giovane veniva compiutamente identificato per GUZZO Romolo e con questi, attesa la sua disponibilità di locali-sgabuzzino all’ultimo piano della palazzina, gli investigatori salivano al sesto piano. Qui, sul pianerottolo, accadeva qualcosa di inaspettato. Un uomo, colà presente, alla vista dei poliziotti, gettava via un involucro in direzione della finestra e più specificamente sul davanzale della medesima. Immediatamente bloccato l’uomo e recuperato l’involucro, gli investigatori della Mobile avevano modo di verificare che si trattava di un cd. “panetto” di quella che era sostanza stupefacente del tipo hashish, risultata poi del peso di poco più di 100 grammi. L’uomo veniva identificato per il cinquantunenne CALÒ Nicola. Questi, attese le evidenze veniva quindi tratto in arresto. Giunte intanto le Unità Cinofile, con l’aiuto di queste ultime, gli investigatori perquisivano i locali-sgabuzzino riferibili al GUZZO e qui rinvenivano diverse quantità di tre differenti tipologie di stupefacenti e in particolare: • altri 5 panetti di hashish per un peso complessivo di oltre mezzo chilogrammo; • 5 involucri di cellophane contenenti marijuana e del peso complessivo di 447 grammi circa; peraltro, uno di detti involucri era a sua volta composto da 41 confezioni di cellophane trasparente singole, contenenti piccole quantità di marijuana e, quindi, costituenti altrettante dosi pronte per la cessione; • 7 piccole dosi, cc.dd. pupieddi – confezionati con cellophane di colore bianco e chiusi all’estremità con del nastro adesivo isolante – contenenti sostanza stupefacente di tipo cocaina mischiata all’anfetamina, per un peso complessivo di circa 4,3 grammi; di detta e medesima miscela veniva recuperato un altro e più grande involucro il cui peso era di circa 7,5 grammi; • veniva anche rinvenuto materiale utile al confezionamento delle dosi come forbici, lame di taglierino annerite, bustine di cellophane. Il tutto veniva quindi sottoposto a sequestro e, attese le evidenze probatorie raccolte nonché la quantità e qualità delle sostanze rinvenute, anche il GUZZO veniva tratto in arresto. Nel corso delle attività di ricerca, altro curioso episodio si manifestava agli occhi degli agenti operanti: un altro soggetto, un quarantacinquenne brindisino si presentava al sesto piano e, accortosi della presenza dei poliziotti, si precipitava giù per le scale, finendo con richiudere dietro di sé la porta di un appartamento sito ai piani più bassi della palazzina. Raggiunto dagli investigatori, gli stessi avevano modo di verificare che il predetto era scappato via perché sottoposto al regime degli arresti domiciliari. In ragione di ciò ed a quel punto, gli operatori della Squadra Mobile ritenevano di invitare il quarantacinquenne C.C. ad eleggere domicilio e nominare un difensore di fiducia, a sua garanzia processuale in quanto sarebbe stato deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria. Il GUZZO ed il CALÒ venivano, come già accennato, tratti in arresto per l’ipotesi di reato di detenzione di stupefacenti ai fini di illecita cessione. Condotti negli Uffici della Questura, dopo la redazione dei necessari atti ed il rituale avviso al P.M. di turno della Procura della Repubblica di Brindisi, i predetti venivano associati presso la locale Casa Circondariale per ivi essere mantenuti a disposizione della procedente Autorità Giudiziaria.
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