del ritrovamento dell'effigie di Mater Domini il Pontefice ha concesso al santuario l'indulgenza plenaria. Cioè la concessione di poter cancellare alcuni peccati dietro un sincero pentimento e dopo essere stato perdonato tramite il sacramento della confessione. “E’ un momento di grazia – dice il Parroco don Pietro De Punzio – di cui tutta la città e i fedeli in pellegrinaggio al Santuario possono usufruire”. La richiesta era stata avanzata in Vaticano dall’Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, Domenico Caliando. Dopo aver espletato tutti gli atti il Pontefice ha decretato l’indulgenza plenaria da ieri e fino al 24 marzo. L’atto della Penitenzieria Apostolica è esposto all’interno del Santuario e richiama i fedeli alla possibilità di lucrare l’indulgenza. La storia del miracolo, così come raccontano le cronache storiche, risale al 17 marzo del 1598 quando una donna si accorse che l’edicola su cui c’era l’immagine della Madonna era bagnata da un abbondante sudore. Presa dallo stupore la donna corse subito verso il paese gridando al miracolo. Da quel momento in poi diverse sono state le storie di salvezza e i miracoli attribuite alla intercessione della Madonna di Mater Domini a Mesagne. Tra gli eventi in programma nei prossimi giorni c’è un pellegrinaggio a Roma il prossimo 14 marzo per partecipare all’udienza generale di Papa Francesco e la celebrazione del 17 marzo. L’Arcivescovo Caliandro, invece, presiederà l’eucarestia domenica 18 marzo alle ore 10,30. Questa Celebrazione verrà trasmessa in streaming sui canali di «QuiMesagne» e chi si metterà in ascolto potrà lucrare l’indulgenza come da Decreto papale. Infine, da notare una felice coincidenza: il decreto dell'indulgenza plenaria è stato firmato a Roma proprio in occasione del 15° anniversario dalla proclamazione di Mesagne «Città Mariana».
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