nell’Anagrafe Antifascista e la querelle che ne è seguita tra forze politiche dello stesso centrosinistra c’è da registrare l’intervento del sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, sede del Parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema, luogo martire della violenza nazifascista, che cerca di chiarire i motivi per i quali ci si iscrive all’anagrafe. “L’Anagrafe è antifascista perché lo è la nostra Costituzione che nasce dall'impegno di coloro che durante la guerra seppero, per il bene del Paese, superare divisioni ideali anche profonde, anche sul sistema dello Stato, monarchici e repubblicani, per condurre una lotta comune contro le forze che occupavano il nostro paese, nazisti e fascisti che si resero colpevoli di atroci crimini come a Sant'Anna di Stazzema ed in una geografia di luoghi che oggi meritano addirittura un atlante”, ha esordito il primo cittadino di Stazzema che, inoltre, ha tenuto a precisare che “non temiamo oggi i fascisti in camicia nera, ma saremmo ipocriti a far finta che non sta accadendo niente nel nostro Paese: c'è una diffusa voglia di minimizzare su ciò che sta accadendo in Italia, in cui dopo oltre settanta anni si è parlato di nuovo di uno scontro tra razze, dove sempre più preoccupanti sono le esposizioni in stadi e palazzetti di effigi di Hitler, di bandiere fasciste sventolate vicino ai luoghi degli anni eccidi, ricordo quella sul monte vicino Vinca, il saluto romano esibito da un giocatore allo stadio di Marzabotto dopo un gol, la crescita dei partiti xenofobi e neofascisti in tutta Italia”. Il sindaco Verona ha, quindi, aggiunto: “Essere antifascisti significa essere contro ogni regime che soffoca il dibattito o pensiero, di qualsiasi colore, trasformando l'appartenenza partitica in uno strumento per discriminare per una differenza di religione, di sesso, di pensiero. Il nostro Paese non può far finta che non stia succedendo niente: abbiamo bisogno che tutti noi ci riappropriamo della nostra memoria in modo partecipato, con un dibattito intergenerazionale che recuperi il passato come strumento di analisi del presente”. Infine il sindaco ha lanciato un messaggio: “Non possiamo barricarci dietro il “ci sono cose più importanti”, perché se non comprendiamo e conosciamo il passato, difficilmente sapremo leggere il presente e costruire un futuro. Ci spaventa il pensiero dominante, la tirannia della rete, la manipolazione della verità: cerchiamo di dire a tutti che bisogna ritornare a parlare dei valori della Costituzione per guardare ancora avanti”. Oggi l’argomento sarà discusso nella riunione dei capigruppo consiliare per decidere se inserirlo nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio.
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