I predetti hanno beneficiato dello sconto di 1/3 della pena per la scelta del rito, gli altri indagati hanno optato per essere giudicati con il rito ordinario. La complessa attività investigativa sul conto dei predetti nasce e si struttura grazie alla profonda coscienza informativa e alla radicata conoscenza del territorio da parte dei Carabinieri della Stazione di Oria che ha portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, rispettivamente in carcere e ai domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone (7 ristrette in carcere, 3 agli arresti domiciliari e una all’obbligo di dimora), ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti in abitazione e furti di auto-motoveicoli, nonché ricettazione dei relativi pezzi di ricambio, fatti commessi fra il febbraio 2017 e il marzo 2018 a cavallo delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. Le indagini, avviate nel marzo del 2017 a seguito della denuncia di un tentato furto di autovettura da parte di un cittadino e condotte esclusivamente dai Carabinieri della Stazione di Oria, hanno:
- consentito ai Carabinieri della Stazione di raccogliere, sin da subito, elementi di riscontro e attualizzazione del fenomeno estorsivo, commesso sempre con le medesime modalità, ovvero;
- permesso la disarticolazione di un’associazione per delinquere dedita alla commissione di furti di autovetture e motoveicoli, furti in abitazione, nonché di estorsioni e ricettazione.
25 in totale le persone indagate, tra cui 11 destinatari del provvedimento cautelare, identificati grazie ad attività tecniche, nonché all’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza cittadini, sia pubblici, sia privati.
Sono stati riscontrati 22 episodi di furti di mezzi, con conseguente restituzione degli stessi a seguito di richiesta estorsiva mediante il sistema del c.d. “cavallo di ritorno”, nonché svariati episodi di ricettazione dei pezzi di ricambio di auto rubate, due di favoreggiamento e un’evasione (in particolare, un indagato, per la commissione dei reati, si è sottratto al regime degli arresti domiciliari, cui era sottoposto). Inoltre, nel corso delle indagini, sono stati recuperati 29 veicoli rubati, già restituiti dai Carabinieri ai legittimi proprietari.
L’associazione per delinquere:
- era caratterizzata da:
§ un gruppo di “vertice”, composto da 2 soggetti con compiti decisionali, di pianificazione, di individuazione delle azioni delittuose e delle strategie di furto, estorsione e riciclaggio;
§ una parte operativa composta da 6 persone, cui competeva l’individuazione materiale del bene da asportare, l’occultamento e anche la trattativa con la vittima per la richiesta “estorsiva” (nel senso, si è accertato che per le autovetture e per i motoveicoli gli indagati hanno richiesto cifre variabili dai 500 ai 2000 euro),
§ due uominiritenuti mandanti dei furti e preposti anche alle operazioni di smontaggio, rivendita e riutilizzo delle vetture rubate;
- non ha desistito dal portare a compimento ulteriori delitti, nonostante il recupero da parte dei Carabinieri di 29 autovetture, che erano state nascoste in varie località impervie dell’oritano, indicate come “gubbie”, “bosco” e “foresta”;
Nella misura cautelare, il GIP sulla base della richiesta formulata dal Sostituto Procuratore Miceli, ha evidenziato <<il pericolo concreto di reiterazione dei reati e la molteplicità degli episodi delittuosi, la reiterazione e sistematicità delle condotte perpetrate, il valore della merce trafugata, la sussistenza di elementi di collegamento certi fra gli attuali indagati e la professionalità dimostrata dagli stessi (nella predisposizione dei mezzi, nel reperimento dei beni da depredare e dei soggetti a cui consegnare la merce rubata), la disponibilità dei luoghi nei quali occultare le autovetture di illecita provenienza e anche la gravità del danno procurato alle numerosissime persone offese>>.