da istituire nel prossimo anno scolastico presso la scuola media “Materdona-Moro” di Mesagne. A favore ha votato la maggioranza del Consiglio d’istituto sulla spinta di una petizione sottoscritta da 250 genitori. Così, salvo parere contrario dell’ufficio scolastico regionale, il deliberato resterà in vigore. Intanto, la preside del plesso ha scelto di perseguire la strada del silenzio per non alimentare le polemiche. La dirigente, che è reggente della sede mesagnese, poiché titolare della media del “Casale” di Brindisi è piuttosto disorientata e rammaricata dai toni che la vicenda ha assunto, certa che nei meandri della mente di alcuni genitori non c’è sicuramente la preoccupazione che i propri bimbi si possano stancare a fare un’ora in più bensì qualcos’altro. Forse il non voler rinunciare al sabato libero è dettato dal fatto di una mera necessità personale. Magari legata al proprio lavoro. In ogni modo la dirigente scolastica, Mina Fabrizio, ha promesso di far sentire le proprie ragioni appena tutti i tasselli dell’attuale puzzle siano andati al loro posto. Salvo che non si ecceda con gli insulti che potrebbero avere anche uno strascico legale. Così, in attesa che la vicenda rientri nella normale dialettica scolastica, e didattica, un genitore, che stranamente ha voluto mantenere l‘anonimato, ha inviato una lettera aperta alla preside Fabrizio. “Questo tipo di atteggiamento – ha scritto un papà in una nota epistolare - non favorisce un clima di fiducia verso la scuola, e sappiamo invece quanto questo sia oggi necessario: se i genitori si sentono coinvolti, e soprattutto ascoltati, si possono costruire basi educative comuni e solide; diversamente, percorrendo strade antitetiche, si rende tutto più difficoltoso e, inevitabilmente, a risentirne sono prima di tutto i ragazzi”. Il nocciolo della questione che pone il papà è quanto sia vantaggiosa l’articolazione oraria in cinque giorni. “È davvero necessario – ha precisato il genitore - che la scuola venga penalizzata per un modesto ritorno economico o per l’esigenza di un week-end fuoriporta che non tutti si possono permettere? Questa è la verità, anche se celata da altre priorità. Inoltre, essendo genitore di un bambino Bes, che già fa fatica a seguire l’incalzare delle lezioni, come potrà mai sostenere il ritmo massacrante stabilito da siffatta articolazione? Sarà garantito ancora il suo diritto all’inclusione e al successo formativo?”. Ed ha aggiunto: “Noi genitori contrari alla settimana corta, lavorando per la maggior parte sei giorni alla settimana, non accettiamo che i nostri figli rimangano in balia della sorte il sabato”. Per questi genitori il sabato “diventerà il giorno riservato al sonno per compensare l’irrazionale dispendio di energie subito nei cinque giorni precedenti o addirittura che i nostri ragazzi siano svuotati dai social”. Oggi la settimana corta è adottata in diversi istituti scolastici di primo e secondo grado della provincia di Brindisi, compresa Mesagne.
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