Il locale era stato dotato di tutta l’attrezzatura idonea per espletare tale attività, casco asciugatore, lavacapelli, nonché una lavatrice, l’asciugatrice, l’asse da stiro e un termoconvettore. Al primo piano è stato rinvenuto un interruttore dal quale si attivava e disattivava l’energia sottratta dalla rete pubblica. In particolare si è riscontrato che all’ingresso dell’abitazione vicino al contatore, era stato creato un by-pass all’interno della parete, che ha danneggiato in modo irreparabile il cavo di distribuzione della società erogatrice sul quale erano stati collegati due conduttori in rame che confluivano nell’impianto utilizzatore.
La realizzazione del by-pass era finalizzata a sottomisurare sia l’energia che la potenza effettiva prelevata dalla proprietaria che si è impossessata dell’energia sia per alimentare l’impianto elettrico sia per l’abusiva professione di parrucchiera. In tali condizioni l’energia prelevata veniva sottomisurata dal contatore. I tecnici intervenuti dopo aver disattivato il dispositivo che ha eluso la verifica dei consumi, hanno messo in sicurezza l’impianto. Da un primo computo orientativo è emerso che il controvalore economico delle Kwh sottratte è di circa 7000€.
Nel corso della verifica sono intervenuti per gli aspetti di competenza i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brindisi. Per quanto concerne gli aspetti di natura tributaria relativi al salone di parrucchiera attivato abusivamente è stato interessato il competente reparto della Guardia di Finanza. La donna al termine delle formalità di rito è stata sottoposta agli arresti domiciliari come disposto dall’Autorità Giudiziaria.