l’Autorità Nazionale Anticorruzione guidata dal magistrato Cantone, per una vicenda giudiziaria legata al ritardo con cui l’ente locale aveva adottato il piano anticorruzione. La Corte d’Appello ha dato ragione al Comune e l’Anac dovrà pagare le spese legali. Dunque l’Anac ha perso anche in Consiglio di Stato contro la prima giunta Molfetta sanzionata nel febbraio 2016 per “l’omessa adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione; del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità relativi al triennio 2014-2016 e per il loro mancato aggiornamento relativo al triennio 2015-2017”. La sanzione era arrivata direttamente agli assessori dell’epoca: Roberta Denetto, Manuele Marchionna, Palma Librato, Antonio Marotta, Tecla Pisanò, allo stesso sindaco Pompeo Molfetta e all’ex segretario generale, Antonio Missere. Tutti furono sanzionati dall’Anac a pagare mille euro a testa per l’omessa adozione di quei piani considerati obbligatori. La giunta e il sindaco per difendere le proprie ragioni diedero mandato all’avvocato Fernando Orsini, consigliere comunale in forza al Pd, di seguire la vicenda e di presentare opposizione. La contestazione all’infrazione, espletata dall’avvocato Orsini, era basata sulla violazione del termine massimo di 120 giorni per la conclusione del procedimento ex art. 9 Regolamento 9 settembre 2014; sulla decadenza del potere sanzionatorio dell’autorità; dall’assenza di responsabilità in capo ai ricorrenti, non ancora insediatisi nel periodo relativo alla contestazione; dall’eccesso di potere e carenza di motivazione per mancata considerazione di elementi decisivi escludenti la responsabilità’ dei ricorrenti. In primo grado, nell’udienza del 21 febbraio 2017, il tribunale pronunciò una sentenza con la quale accoglieva l’opposizione, annullando, per l’effetto, il provvedimento in quanto illegittimo. Tuttavia, anche se la sentenza di primo grado aveva dato ragione alla giunta Molfeta, l’Anac pensò di ricorrere al Consiglio di Stato. Adesso il pronunciamento della Corte di Appello che ha condannato l’Autorità nazionale anticorruzione a pagare le spese legali.
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