un calo demografico piuttosto preoccupante passando da 28.800 residenti ai 26.600 presenti al 31 gennaio 2019, con 2.200 persone in meno. Nel ventennio, 1997 – 2018, il calo è stato ancora più vistoso poiché è passato dai 31 mila ai 26.600 attuali con un trend negativo di 4.400 persone. Secondo l’ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Mesagne, Maria Teresa Saracino, il calo è dovuto agli “squilibri tra generazioni con le implicazioni sociali ed economiche che ne derivano”. Degli attuali 26.600 residenti 12.688 sono i maschi e 13.912 le donne. In netta flessione è anche il dato relativo alle nascite. I mesagnesi fanne meno figli confronto al passato. Infatti, la media annuale delle nascite è di 150 neonati. Il dato ha visto una maggiore flessione a partire dal 2016. Due le prime considerazioni su questi dati. La prima, relativa alla flessione dei residenti, è che probabilmente giovani e meno giovani preferiscono “emigrare” in lidi più ameni in cerca di lavoro che possa assicurare un futuro. La seconda considerazione, relativa alle nascite, è che le attuali famiglie presenti sul territorio hanno una gestione contratta probabilmente a causa della contingenza economica sfavorevole. Questa carrellata di dati non può chiudersi senza aprire una finestra sulla presenza di cittadini stranieri in città. Allo scorso 10 febbraio sono presenti a Mesagne 444 persone, di cui 221 maschi e 223 donne, provenienti dall’intero villaggio globale. Ci sono afgani, cubani, filippini, senegalesi, inglesi, francesi. La comunità maggiormente presente è quella dei rumeni con 137 residenti, seguita a ruota dagli albanesi, 93 residenti, e dii cinesi, 26 persone. Per la comunità dei rumeni si tratta, nella maggior parte dei casi, di gente che svolge il lavoro di badante presso le famiglie con presenza di persone anziane. “Svariati fattori incidono sul declino demografico. Dalla precarietà del lavoro, dal reddito basso, dalla mancanza di strutture per l’infanzia, agli scarsi congedi parentali, all’assenza di flessibilità negli orari di lavoro”, ha tenuto a precisare l’ex amministratrice. Inoltre ci sono anche motivi del tutto personali come quelli di “voler fare carriera prima di essere genitore, la mancanza del partner “giusto”, le relazioni affettive instabili, gli stili di vita mutati”, ha sottolineato la Saracino. Poi bisogna considerare i flussi migratori dei cittadini. “Questi movimenti migratori globali – ha continuato l’ex assessore - tenderanno a fare dell’Italia, sempre più, un luogo povero di opportunità, un transito verso altri lidi, possibilmente grandi città globali più abituate ad assorbire la presenza dei migranti, città che brulicano di opportunità, di posti di lavoro e di altri immigrati come loro che finiscono per fare da rete sociale e di protezione”. Infine, Maria Teresa Saracino ha confidato che gli “piacerebbe sentir parlare di sostegno all’occupazione femminile, vera primigenia causa del nostro inverno demografico, soprattutto al Sud, di un sostegno reale alle famiglie con figli che non sia una presa in giro come l’ettaro di terra da coltivare”.
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