a causa dei pazzi eventi meteorici delle ultime ore. Molta pioggia, tanta grandine e tantissimo vento che hanno falcidiato tutte le colture pronte per essere raccolte e immesse sul mercato. Ricavi svaniti nella manciata di una sessantina di minuti. Il lavoro di un anno, fatto di sacrifici e investimenti, sfumato nell’aria e nel turbinio del maltempo. Il giorno dopo gli agricoltori hanno iniziato a fare la conta dei danni e la cosa non è certo facile. Coldiretti ha già inviato sul campo i suoi tecnici ed è pronta a chiedere lo stato di calamità ai vari Comuni. Dunque, quella che pareva essere una normale e calda estate si è trasformata in poche ore nell'ennesima catastrofe per molti agricoltori. Le fatiche di un anno, i tanti sacrifici, le ore spese piegati sui campi sotto il sole tra mille difficoltà e tanta burocrazia sono state azzerate dalla furia del tempo. Dal nord al sud della provincia brindisina tutti i Comuni sono stati toccati dalla furia degli eventi temporaleschi del 9 e del 10 luglio. Poca pioggia. Il pluviometro del Comune di Mesagne, ad esempio, ha segnato 16 millimetri di pioggia caduti nelle 24 ore. “Si tratta di vere e proprie tempeste tropicali, sono il sintomo di un clima che cambia ed il cui conto saranno proprio gli agricoltori a pagare, per primi”, ha commentato con amarezza Filippo Angelini De Miccolis, presidente provinciale di Coldiretti. A Fasano ed Ostuni la grandine ha colpito uliveti e le eccellenze ortive come, ad esempio, il cocomero barattiere, pomodori, cornaletti, zucchine e melanzane; così come a Latiano, Francavilla Fontana, Ceglie, Carovigno, Mesagne, San Pietro e Brindisi, e tutti gli altri Comuni della provincia. Non sono stati risparmiati colture di grano, anche il pregiato Senatore Cappelli. Gravi i danni all'uva colpita da grandine o da raffiche di vento così forte da piegare i pali usati in vigna. “E' l'ennesima difficoltà che un settore produttivo già in profonda crisi – ha proseguito il presidente - si trova ad affrontare, un settore che già colpito da Xylella e pessime annate deve ogni giorno combattere con la difficoltà di fare reddito”. Ed ha, quindi, aggiunto: “Siamo attanagliati da adempimenti burocratici e controlli, gli agricoltori vengono tropo spesso dimenticati, quasi dati per scontato, come qualcosa che c'è sempre stato e sempre ci sarà, ma così non è. Le campagne rischiano l'abbandono con gravi ripercussioni sull'economia locale e sul mercato del lavoro, in una terra che ha ben poco da offrire”. Secondo il presidente della maggiore organizzazione di categoria degli agricoltori “chi oggi fa impresa merita di essere aiutato ed accompagnato nel suo difficile percorso, merita di trarre reddito per sé e per la propria famiglia, per quello che un lavoro che va a vantaggio di tutta la collettività e senza il quale rimane solo abbandono e degrado”. Un settore, ormai, abbandonato a sé stesso. “Abbiamo denunciato come i terreni divengano spesso discariche a cielo aperto, come i furti in campagna siano all'ordine del giorno, l'ingiustizia di una bonifica che non esiste ma che chiede all'agricoltura di pagare il conto della propria inefficienza, come il mercato del lavoro agricolo abbia bisogno di semplificazione e competitività, come il sistema delle assicurazioni e della legge 102 necessitino di una profonda riforma che si adatti ai cambiamenti climatici, come sia del tutto assente una politica regionale sull'agricoltura: contro il clima e la natura forse siamo impotenti, ma possiamo alleviare la vita delle imprese semplificando la burocrazia e mettendo al centro della discussione politica il futuro e lo sviluppo del mondo agricolo”, ha concluso il presidente De Miccolis.
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