Investigativo costituenti la task force anti-caporalato, costituita dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, su disposizioni del Comando Legione Carabinieri “Puglia”, al fine di contrastare il fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento del lavoro, unitamente ai militari della Stazione di San Pancrazio Salentino e del Nucleo Carabinieri Ispettorato Lavoro di Brindisi, hanno deferito in stato di libertà un 50enne del luogo, legale rappresentante di un’azienda specializzata nella coltivazione e commercializzazione di ortaggi. A seguito di ispezione nei terreni dell’azienda, è stata accertata la presenza di un bracciante extracomunitario 24enne, originario del Niger, in possesso di regolare permesso di soggiorno “per motivi umanitari”. Nella circostanza, è stato contestato al legale rappresentante il reato di “sfruttamento del lavoro”, nei confronti del predetto cittadino nigerino, perché approfittando del suo stato di bisogno, per il periodo ricompreso tra il mese di aprile sino ai primi giorni del mese di agosto 2019. In particolare è stata accertata la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, o comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato. Nonché la reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria alle ferie. Il bracciante nigerino ha effettuato per conto dell’azienda attività di guardiania, agli ortaggi dormendo all’interno di una fatiscente casa rurale senza infissi e priva di ogni servizio. Nell’ambito dello stesso contesto operativo sono state accertate ulteriori violazioni di natura penale, contemplate dal Testo Unico Ambientale, poiché l’indagato ha illecitamente smaltito rifiuti speciali, originati dalla suddetta attività agricola, nonché ha realizzato un deposito incontrollato sul terreno, privo di copertura, nel quale ha riversato materiale edile, nonché rifiuti prodotti dall’attività irrigua quale pezzi di tubazioni idriche, ferro e vetro ed altri rifiuti derivanti dall’attività agricola. L’intera area adibita a stoccaggio di rifiuti, è stata sottoposta a sequestro. In merito alla normativa contrattuale relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro, sono state riscontrate ulteriori inadempienze in fase di approfondimento da parte del N.I.L. Carabinieri di Brindisi. Lo sfruttamento del lavoro in genere e nelle aree rurali pugliesi in particolare è un esecrabile fenomeno che si caratterizza per le patologiche manifestazioni delle relazioni di lavoro, agevolato dalla condizione di disagio e di vulnerabilità di uno degli attori del rapporto, solitamente, ma non esclusivamente migrante ovvero proveniente da altri paesi dell’est Europa ed extraeuropei. Il fenomeno ha coinvolto e colpisce anche cittadini italiani appartenenti a particolari fasce sociali che vivono in condizioni di indigenza. L’emersione di queste forme di grave sfruttamento è piuttosto ardua per la vulnerabilità e il timore delle vittime ed anche per la difficoltà di monitorare e di investigare il fenomeno. La nuova norma penale introdotta nel 1996 riguardante il fenomeno è stata calibrata non solo sul caporalato ma colpisce anche il datore di lavoro che utilizza, assume o impiega manodopera reclutata anche mediante l’attività di intermediazione, sfruttando i lavoratori e approfittando del loro stato di bisogno. Si tratta di una legge alquanto articolata ed innovativa poiché ricomprende tutte le condizioni ritenute indice di sfruttamento dei lavoratori (ad es. la retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali di categoria, comunque sproporzionata rispetto alla quantità e qualità di lavoro prestato; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, al riposo, all’aspettativa, alle ferie; le violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro). È prevista altresì la confisca obbligatoria dei beni, denaro o altre utilità degli autori del reato e l’obbligo di arresto in flagranza.
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