Così la stampa ha riportato la notizia del ritrovamento degli strumenti di morte destinati a uccidere, tra atroci sofferenze, la fauna selvatica. "Proprio ai confini con il Comune di Brindisi - ha rilevato il CABS, l'associazione di volontari esperti in antibracconaggio - si è rilevato il secondo caso di caccia illegale che fa seguito a quello scoperto dai Carabinieri nella seconda metà di aprile nei pressi delle Saline di Punta della Contessa, appena a sud della città. In quel caso si era trattato della cattura di uccelli appartenenti a specie molto particolari, quali Gambecchi e altri limicoli". Secondo il CABS il dilagare del fenomeno del bracconaggio non è tipico solo della provincia di Brindisi anzi, proprio nel periodo in cui doveva essere massimo il senso di responsabilità per i noti provvedimenti sulla salute pubblica, i bracconieri non si sono fermati un po' in tutta Italia. "Nei mesi ove alta è stata la preoccupazione per l'epidemia di coronavirus - ha specificato il CABS - non abbiamo rilevato alcuna sostanziale diminuzione dei casi di caccia illegale registrati nel 2020 e quelli dello stesso periodo dell'anno antecedente". Rimane a tale proposito incomprensibile perchè lo Stato non adegui i reati previsti dalla specifica normativa sulla tutela della fauna omeoterma, iniziando ad elevarli alla più forte categoria dei delitti. Ad oggi, infatti, le sanzioni penali previste fanno tutte riferimento al debole settore dei reati di contravvenzione. "L'Italia - ha aggiunto il CABS - non ha neanche dato esecutività al Piano nazionale contro il bracconaggio che è stato con molto ritardo redatto in risposta all'apertura, da parte dell'Unione Europea, delle pratiche che precedono alla procedura d'infrazione. I risultati - ha concluso il CABS - sono sotto gli occhi di tutti".
Breaking News :