Omicidio Giannini. "Un colpo di lama fredda e tutto si è fermato"
Ad un anno dall’omicidio del 34enne pizzaiolo mesagnese, Carlo Giannini, avvenuto il 12 maggio 2022 a Sheffield, in Inghilterra, ancora per mano ignota, la famiglia ha postato sui social un pensiero per il proprio congiunto. “Carlo aveva solo 34 anni, un grande talento, un buon cuore, con una famiglia e tanti sogni ancora da realizzare”, è l’incipit del ricordo che mamma, papà e il resto dei congiunti hanno rivolto a Carlo: “È passato un anno da quella notte tra l’11 e il 12 maggio 2022. Un colpo di lama fredda e tutto si è fermato. Non possiamo darci pace perché quella mano crudele è ancora libera”. Parole che pesano come macigni: “Carlo non è più con noi, non ci chiama più, non ci fa ridere con le sue battute e non ci racconta più delle sue giornate di lavoro e dei suoi sogni da realizzare. Ma anche se non torna ha il diritto di avere giustizia. Bisogna avere la forza e il coraggio di reagire e dire basta a questa atroce violenza. Bisogna vivere serenamente fiduciosi di poter tornare a casa dal lavoro, da scuola o da una passeggiata”. Fin qui il ricordo della famiglia.
Poi ci sono le indagini condotte dall’ispettore Hodgman. Il loro obiettivo è di fare finalmente luce su ciò che accadde la notte in cui fu ammazzato Carlo in “Manor Fields Park”. Di certo si sa che il giovane alle ore 1,08 dell’11 maggio 2022 entrò nel parco. Ma non ne uscì. Alle ore 5 del 12 maggio un passante trovò il corpo esanime di Carlo su di una panchina dello stesso giardino pubblico. Immediata la telefonata alla polizia per segnalare l’insolita presenza. A distanza di 12 mesi la polizia, nonostante le indagini, brancola ancora nel buio. Inutili sono stati gli appelli alla collaborazione che i poliziotti hanno lanciato sui social inglesi. Pochi giorni fa l’ultimo appello: “Stiamo ancora lavorando sodo alle indagini perché crediamo che c’è qualcuno che sa qualcosa sulla vicenda. Ecco perché invitiamo queste persone a farsi avanti”. L’ispettore ha, quindi, aggiunto: “Devo dire che ho lavorato nelle principali indagini criminali da cinque anni e mezzo e questo è il caso più impegnativo che ho avuto in termini di prove disponibili”.
Poi l’accorato appello del poliziotto a chi sa qualcosa e non l’ha detto: “Prenditi un momento e pensa se questo episodio fosse accaduto ad uno dei membri della tua famiglia. Vorresti certamente che qualcuno si facesse avanti. Pertanto se hai delle informazioni che potresti ritenere irrilevante, magari per noi sono quel tassello piccolo in un puzzle più grande, che potrebbe essere vitale per identificare e localizzare l’assassino di Carlo”. Infine, l’ispettore Hodgman ha confessato: “La famiglia è stata davvero brava a collaborare con il nostro ufficiale di collegamento. Comprendiamo bene il loro dolore nel non sapere nulla, non arrivare alla conclusione. Nonostante questo dolore ogni volta che chiediamo qualcosa, sono davvero coinvolgenti e disponibili. Grazie a tutti loro. Possiamo assicurare che noi stiamo ancora indagando e non smetteremo di lavorare. Per Carlo e per tutta la sua famiglia”. Durante le indagini i poliziotti di Sheffield avevano arrestato un 27enne sospettato di aver avuto qualche ruolo nell’omicidio del Giannini. Prima di lui era stato tratto in arresto un ragazzo di 17 anni, rilasciato sotto inchiesta, e uno di 18 anni, anch’egli rilasciato poco dopo su pagamento della cauzione.
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