Apani, tanti rifiuti nei lidi free In evidenza

Luglio 04, 2023 573

Estate tempo di riposo e, naturalmente, di mare per i tanti turisti e locali arrivati sulle spiagge della provincia di Brindisi. Purtroppo ciò che li ha accolti quest’anno è un tappeto non di fiori, ma di rifiuti. Oltre al legname, trasportato dal mare e dal vento, ci sono copertoni, tanti oggetti di plastica, ma ci sono anche i sacchetti di spazzatura domestica abbandonata dall’uomo. Così, la nuova stagione estiva si è aperta all’insegna della spazzatura portata in spiaggia dalle mareggiate invernali, e non solo. Situazione che danneggia il turismo, dove gli ospiti preferiscono rivolgersi ai lidi privati pagando fiordi euro per avere la garanzia di qualche metro di sabbia pulito.Apani_spiagge_sporche_di_rifiuti_4.jpg

Un esempio è la spiaggia di Apani, da sempre meta prediletta dai mesagnesi per i loro bagni. Parliamo, ovviamente, di quelle spiagge ancora libere e non privatizzate, dove la gente pianta gratuitamente un ombrellone per trascorrere qualche ora tra una tintarella di luna, una color latte e un bagno rigenerante. Non è così ad Apani, in cui per potersi ricavare qualche metro di sabbia pulita bisogna raccogliere i rifiuti e depositarli altrove. Qualche timido segnale di pulizia il comune di Brindisi, proprietario delle spiagge libere di Apani, lo aveva fatto alla vigilia delle scorse consultazioni elettorali. Poi, passato il momento del voto, il nulla.  Secondo un’indagine di Legambiente, dello scorso mese di maggio, in ogni metro quadrato di spiaggia.Apani_spiagge_sporche_di_rifiuti_2.jpg

Vi sono almeno 10 rifiuti. Il 72,5% dei rifiuti è composto da polimeri artificiali e plastica. Invece il 9,2% del totale è costituito da rifiuti di vetro e ceramica, principalmente materiale da costruzione, tegole, mattoni, piastrelle, e tanto altro, smaltito irregolarmente sulle spiagge. Il metallo rappresenta il 6,8% dei rifiuti raccolti, la carta e il cartone il 3,9%, mentre il resto del materiale è costituito da tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, scarti del cibo e sostanze chimiche. “Per chi non può andare nei lidi privati l’alternativa è rinunciare al mare”, hanno spiegato alcuni cittadini di Mesagne che ieri mattina si facevano largo tra i rifiuti per piantare il loro ombrellone. Situazione ancora più pericolosa se si pensa ai tanti bambini che vedono nel mare il principale divertimento. Le spiagge sporche sono un reale pericolo per la loro incolumità.

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