Mesagne. Taglio di 9,2 milioni sul Pnrr, opere a rischio In evidenza
La scure del governo che ha tagliato i fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, a Mesagne ha causato un taglio progettuale di ben 9 milioni e 200 mila euro. Nella maggior parte dei casi si tratta di progetti ambientali legali al risparmio energetico e alla mitigazione di rischi idrogeologici oltre che progetti di resilienza. Naturalmente il Comune non rinuncerà a eseguire i progetti esecutivi, in parte già finanziati, e proseguirà nell’esecuzione dei lavori. Logico però che a questo punto il cittadino si chieda con che soldi saranno pagati questi interventi?
Ma andiamo per ordine. I progetti in itinere riguardano la scuola primaria Giovanni XXIII per interventi di messa in sicurezza ed adeguamento a norma; l’intervento di riqualificazione urbana di piazza Volpe per la realizzazione del Messapia art center e di via Vasari-via Santa Caterina per la realizzazione di un parcheggio dotato di pensiline fotovoltaiche e di un rain garden; punto ecologico di via Sandonaci con rifunzionalizzazione e implementazione dello stesso; viabilità urbana del rione Grutti-Calderone con rigenerazione del rural front e del tessuto connettivo di quartiere con la creazione di una pista ciclabile in sede promiscua. Nei tagli c’è anche il progetto del canale Capece, a ridosso del quartiere Seta, in cui doveva essere eseguito un intervento di messa in sicurezza del territorio poiché a rischio idrogeologico con la creazione di un parco e un laghetto artificiale. Questi progetti sono stati finanziati dal ministero degli Interni e dal Dipartimento per le Politiche di coesione.
Progetti che, in ogni modo, dovrebbero vedere l’esecuzione. “Noi andiamo avanti con i lavori – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona -, infatti abbiamo già indetto la gara per la ristrutturazione della scuola di primo grado Giovanni XXIII. In ogni modo, al momento, non è giunta in municipio nessuna comunicazione ufficiale del taglio dei fondi con relativi progetti. Pertanto abbiamo l’obbligo di andare avanti con l’iter amministrativo e tecnico, avendo già ricevuto degli acconti su alcuni di questi progetti”. Secondo D’Ancona il governo Meloni ha fatto un grosso errore politico. E ha spiegato il perché. “La stragrande maggioranza dei nostri progetti – ha fatto notare l’assessore – sono per la messa in sicurezza del territorio già approvati dal ministero degli Interni. Successivamente è giunta una nota che ci informava che questi progetti erano “confluiti” nel Pnrr. Secondo quanto ho potuto comprendere il governo ha fatto confluire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza queste progettualità già finanziate da vari enti statali. Ma a Bruxelles si sono accorti di questa forzatura e, quindi, l’hanno bloccata e tagliata. Diciamo che questa sortita politica non gli è andata bene”.
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