Wwf denuncia situazioni anomale sul litorale di Brindisi

Luglio 16, 2024 876

Capita ormai con una certa costanza che vengano commessi reati e infrazioni, a danno di habitat e specie animali e vegetali, soprattutto sulla costa e soprattutto nella bella stagione. E’ di pochi giorni fa la notizia di un sequestro di ingenti dimensioni a Specchiolla, dove la Guardia Costiera ha rilevato 76 ombrelloni e 146 sdraio abusivi, posizionati su un’area di litorale di mille metri quadrati destinati invece ad essere fruiti liberamente. La cosa ancora più grave è che il soggetto che ha perpetrato l’occupazione abusiva è il titolare di una concessione demaniale, estendendo così senza alcun titolo l’area di pertinenza del lido.

Ma questo non è purtroppo un caso isolato. Sempre a Nord di Brindisi, in un tratto di litorale rientrante nella riserva di Torre Guaceto, in zona Apani, c’è spesso musica ad alto volume, tanto alto da sentirsi sino al centro recupero tartarughe marine (distante in linea d’aria circa 5 chilometri), con folle di persone in festa ben oltre il tramonto. Uno sfregio all’area protetta, una violazione totale del regolamento di tutela dell’oasi WWF, Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta.  
Come anche abbiamo notato persone in kitesurf e altre attrezzature per gli sport acquatici, che invadono costantemente la zona A dell’area marina, zona di tutela integrale dove invece è vietata perfino la balneazione.
Il regolamento dell’area protetta, approvato dal Ministero dell’Ambiente, dopo il benestare propedeutico dell’Assemblea dei soci del consorzio, di cui fanno parte oltre al WWF Italia, anche i Comuni di Brindisi e Carovigno, viene continuamente violato.
All’articolo 12 del Documento è riportato: “È fatto divieto di sosta e transito sul demanio marittimo costiero dal tramonto all’alba, salvo diversa autorizzazione del soggetto gestore”, e poi “la richiesta di autorizzazione alla sosta e transito sul demanio marittimo costiero da tramonto all’alba dovrà essere corredata da apposita relazione tecnica da cui si evinca la compatibilità della stessa con le finalità istitutive della riserva”; e ancora “gli impianti elettronici di diffusione sia della voce sia di segnali acustici o sonori, ad eccezione di quelli utilizzati dal soggetto gestore per finalità di gestione, non potranno emettere emissioni rumorose che superino i 45 dB”.
Il regolamento parla chiaro e le misure di tutela sono strettamente necessarie alla salvaguardia delle infinite specie animali selvatiche che popolano la riserva.

Non siamo contrari a forme di svago e divertimento, ma il fatto di essere all’interno di un’area protetta ci impone il dovere di intervenire, perché feste e divertimento non valgono più del benessere e della vita degli animali. Quando si istituisce un’area protetta, lo si fa con lo scopo di conservare habitat e specie e non si può mandare in fumo gli sforzi che fa l’ente gestore per la natura.

La deposizione di uova da parte di una tartaruga marina della specie Caretta caretta, in località Acque Chiare, poco di stante da Brindisi, è un altro segnale che la costa va tutelata, perché non è solo a nostro uso e consumo.

Ma le cattive notizie non riguardano solo il mare. Nella parte terrestre di Torre Guaceto si sta compiendo  in questi giorni un altro disastro: un uliveto secolare con alberi di enormi dimensioni, alcuni dei quali etichettati dalla Regione perché monumentali, non esistono più, abbattuti da mezzi meccanici. Gli alberi, probabilmente infetti da Xylella, comunque non meritavano quella fine. Il paesaggio è orami stravolto e in pochi giorni sono stati cancellati secoli di storia, ciò che per centinaia di anni è stato l’elemento caratteristico di quella terra, ciò che recentemente ha richiamato turisti da tutto il mondo e che ci ha donato olio di ottima qualità nonostante la veneranda età delle piante.
L’associazione chiede che venga fatta chiarezza su quanto accade ormai da tempo ad Apani e in generale all’interno dell’Area Marina Protetta e nella Riserva Naturale dello Stato.
Chiediamo con forza che le Autorità intervengano e che anche le amministrazioni vigilino nei territori di loro competenza, per impedire il perpetrarsi di situazioni di questo genere e la perdita di una ricchezza che, se persa, difficilmente tornerà.

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Ultima modifica il Martedì, 16 Luglio 2024 10:11