una studentessa che era intenta a prendere l'autobus per andare a scuola a Brindisi. La ragazza è stata portata in ospedale dove gli sono state riscontrate delle ferite al polpaccio destro. Guarirà in una settimana. Sembra, ma saranno gli accertamenti a confermarlo, che si tratta di un cane di quartiere liberato tempo fa dal canile comunale e sotto il controllo degli animalisti. I genitori hanno presentato una denuncia al comando della polizia locale. L'episodio si è verificato poco dopo le ore 7,30 alla fermata del pullman ubicata nei pressi della chiesa di Sant'Antonio dove in attesa ci sono tre studentesse dirette all'istituto alberghiero di Brindisi. A un tratto tre cani si sono avvicinati alle tre ragazze che, per la verità, hanno simpatia per i cani di quartiere e ben conoscono le problematiche del canile. Per cui sono rimaste ferme mentre i tre animali prima hanno girato intorno e poi uno di questi si è avventato, sembra senza alcun motivo apparente, al polpaccio di una delle ragazze sedicenni e l'ha morso. La ragazza ha sentito un dolore lancinante e non ha potuto trattenere le lacrime. Poi è tornata nella sua abitazione dove la madre l'ha portata in ospedale. Per l'intero tratto di strada, dalla fermata del pullman all'abitazione, la ragazzina è stata seguita dai pelosi. Intanto, giunta nel punto di primo intervento è stata medicata e dimessa. Guarirà in pochi giorni. I genitori si sono recati presso il comando della polizia locale e hanno presentato una denuncia contro ignoti per i fatti accaduti. L'Asl, da parte sua, ha inviato una informativa al servizio Randagismo per cercare di trovare l'animale che indossava un collarino di colore azzurro. Non è la prima volta che i cittadini si sono lamentati in Comune perché assaliti o infastiditi da cani di quartiere poco tranquilli. Il Comune di Mesagne ha stipulato un protocollo di intesa con l’Associazione Oipa sin dal 2012 per la reimmisione sperimentale sul territorio comunale di cani, dopo le necessarie sterilizzazioni e la dotazione di appositi collarini. Si è trattato di 50 randagi che nel tempo sono stati, in buona parte, affidati a proprietari, riuscendo nell’intento di dare loro una dignitosa sistemazione. "La cronaca degli ultimi mesi - ha spiegato il sindaco Scoditti - ha fatto registrare, al contempo, diverse segnalazioni e, in alcuni casi, denunce di aggressione da parte di alcuni cani di quartiere". Denunce puntualmente corredate da referti medici. "Alla luce di tale incresciosa situazione e, considerando la responsabilità penale del Comune e del primo cittadino in materia, si è deciso di sospendere in via cautelativa la reimmisione in città di ulteriori cani", ha precisato Scoditti. Il cane di quartiere è un'alternativa di vita civile a una da recluso. Ossia di animali destinati a vivere e morire nei canili. Il cane è adottato dall'intero quartiere e ha diverse possibilità di essere adottato in forma stabile da una famiglia. Gli abitanti del quartiere devono prendersi cura del cane, provvedendo al vitto e l'alloggio, alla cura contro i parassiti e le malattie, a curarne l'educazione e la pulizia. Il tutto, naturalmente, sotto il controllo dei volontari animalisti che hanno sottoscritto con il Comune una convenzione. Intanto, negli ultimi mesi il canile di Mesagne, grazie alla disponibilità di un gruppo di animalisti, ha migliorato il tenore di vita dei pelosi ospitati. Infatti, sono state installate una serie di pedane in cui i cani riposano, anziché sui pavimenti freddi, o caldi a secondo della stagione, e sporchi, una serie di trappole professionali antizanzare e trappole moschicide in grado di coprire l'intera area del canile. Lo scopo è di ridurre la trasmissione di malattie infettive attraverso il contestuale controllo della popolazione d’insetti che trasmettono malattie virali come la leishmaniosi. Nel 2012 il canile di Mesagne contava una popolazione canina di circa 450 cani mentre a oggi, grazie anche all'immissione in città dei cani di quartiere, il numero è sceso a circa 200. L’obiettivo è di abbattere notevolmente questo numero e rendere la struttura un “resort” per i pelosi. Il tutto grazie al lavoro silente e gratuito di un manipolo di volontari che ogni giorno dedicano gran parte del loro tempo a migliorare gli standard di vita dei pelosi. (Foto rete)
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