Si tratta degli ospiti di "Villa Bianca" e "Casa Melissa" di Mesagne che hanno vissuto momenti emozionanti. Il gruppo era guidato da Giuseppe Milanese, presidente della cooperativa sociale Osa, operatori socio sanitari, che peraltro ha conosciuto il pontefice quando era cardinale di Buenos Aires. Gli operatori della struttura mesagnese hanno consegnato un messaggio a Papa Francesco.
“Santità Le chiediamo la santa benedizione e di custodirci nella preghiera affinché possiamo continuare a svolgere la nostra missione con umiltà e amore verso il prossimo. La Sua preghiera possa accompagnare il nostro servizio, essere linfa che nutre i nostri cuore e le nostre mani”. Sono stati trenta minuti di commozione soprattutto per i disabili che si sono sottoposti, nonostante le varie infermità, a un tour de force per raggiungere Roma in pullman. Insieme a loro c'erano anche tre suore camilliane che, dopo essere state "licenziate" dall'Asl, svolgono la loro missione religiosa e sanitaria nella struttura di "Villa Bianca" e "Casa Melissa". Papa Francesco, come suo costume, ha avuto una parola di incoraggiamento per gli operatori e di conforto per gli ospiti. Ha dato a tutti, nessuno escluso, una carezza e gli ha assicurato di ricordarli nella preghiera.
Commovente la richiesta di una disabile di un autografo sulla foto del nipote. E poi una serie di foto a ricordo dell'avvenimento. “I malati hanno chiesto al Santo Padre di non essere esclusi dalla società ma di farne parte integrante a pieno titolo", ha detto il presidente Giuseppe Milanese. Nello studio del pontefice c’erano persone anziane, oltre i 65 anni, affetti da gravi infermità fisiche ma c'erano anche giovani con disabilità psichica."Tutti soggetti con diverse patologie che non sono in grado di condurre una vita autonoma - ha aggiunto Milanese - persone fragili alle quali la famiglia non riesce più ad assicurare a livello domiciliare una assistenza adeguata. Per tutti noi è stata una giornata emotivamente molto vissuta ed emozionante che difficilmente dimenticheremo”.