Atti intimidatori portati a segno con una tecnica criminale anche se gli investigatori avrebbero accertato che gli episodi nulla hanno a che fare con la criminalità organizzata ma, probabilmente, sarebbero maturati in una sfera personale dell'individuo su cui stanno scavando a fondo per cercare di individuare il movente. La vittima, che di professione è un tecnico, infatti non avrebbe nessun collegamento con le cosche. Da alcuni anni è separato, precedentemente era sposato con un politico piuttosto noto in città, e vive in un appartamento al primo piano al di sotto del quale abita la mamma. Gente tranquilla. Eppure gli atti intimidatori si susseguono incomprensibilmente con una cadenza e uno stile mafioso che fa rabbrividire la città. Indaga la polizia.
L'episodio si è verificato la scorsa notte, intorno alle ore 2, in via Morgese. In strada è posteggiata la Fiat Panda del tecnico, di 47 anni, che è a dormire nella sua abitazione. In quel luogo saranno arrivati degli individui che hanno appiccato il fuoco al mezzo, senza lasciare tracce visibili. Poi sono fuggiti. Il crepitio delle fiamme ha svegliato i residenti che si sono riversati in strada a vedere cosa fosse accaduto. Hanno avvisato il proprietario che a sua volta è sceso. intanto le fiamme hanno coinvolto la facciata dell'abitazione, annerendola. E' stato lanciato l'allarme e sul posto è intervenuta una volante del locale commissariato e i vigili del fuoco. Quest'ultimi hanno spento l'incendio e messo in sicurezza l'area. Il timore è che le fiamme potessero coinvolgere altri veicoli posteggiati in strada e creare un ulteriore pericolo per i residenti. Per non parlare dei tubi di gas presenti davanti alle abitazioni.
I poliziotti hanno cercato delle tracce che potessero chiarire la dinamica dei fatti. Ma non hanno trovato nulla se non elementi che farebbero propendere per la dolosità dell'atto. Chi ha agito lo ha fatto con estrema padronanza del posto. Inoltre, in zona non vi sono telecamere di videosorveglianza che possano fornire un supporto visivo alle indagini degli investigatori. Tuttavia, gli inquirenti da subito, pur non tralasciando nessuna pista, hanno preferito scavare a fondo nella vita privata dell'uomo poiché sono convinti che è lì si annida la soluzione di tutti questi episodi. Anche ieri mattina lo hanno ascoltato nuovamente per cercare una risposta ai tanti perché. Bocche cucite e tanto lavoro da fare. La soluzione potrebbe essere dietro l'angolo.
Non è la prima volta che l'uomo riceve delle missive intimidatorie. Solo il mese scorso l'uomo fu il destinatario di una missiva piuttosto macabra quanto inquietante. Qualcuno nella notte aveva appeso una busta alla maniglia del suo portone di casa. All'interno vi era una testa mozzata di un cane di grossa taglia, peraltro il corpo era stato rivenuto in campagna da alcuni netturbini. La busta fu trovata dall'uomo che, uscendo da casa per andare a lavoro, l'aveva aperta. Lo sconforto per una tale azione fu tale da chiedere immediatamente l'intervento dei poliziotti. Un messaggio in chiaro stile mafioso che, tuttavia, nulla sembra avere a che fare con le cosche. Almeno di questo sembrano convinti gli investigatori.
Ed ancora. Il 4 giugno 2014 ad andare a fuoco fu l'Audi A4 Sw, di colore nero, di sua proprietà. A un tratto il mezzo, per cause ancora in fase d’indagini, aveva preso fuoco dal vano motore. Alcuni residenti si erano accorti delle fiamme e avevano lanciato l’allarme. Sul posto era giunta una squadra di vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi oltre a polizia e carabinieri. I poliziotti avevano monitorato la zona non trovando nessun elemento che potesse far pensare a un atto di origine doloso. Tuttavia, qualche residente aveva sentito uno stridio di gomme prima del crepitio delle fiamme. Sembra che allo stesso operaio erano già stati infranti i finestrini di un’altra auto di sua proprietà sempre posteggiata in strada. Una sequela di atti intimidatori che hanno lo scopo di togliere serenità al tecnico. Episodi ancora avvolti dal mistero.