di una volante che si sono gettati su un giovane di 26 anni che si era appena cosparso il corpo di liquido infiammabile e cui voleva dare fuoco con un accendino. Alla base del gesto c’è l’impossibilità per l’individuo di poter vedere il figlioletto di pochi mesi poiché la compagna glielo impedisce. L’uomo è stato soccorso dai sanitari del 118 e condotto in commissariato dove ha ritrovato la serenità perduta. L’episodio si è verificato nella serata di lunedì, intorno alle ore 22.55, quando alla centrale operativa della polizia è giunta la segnalazione di un giovane che nel piazzale antistante l’istituto commerciale, in via Damiano Chiesa, si stava cospargendo il corpo con del liquido infiammabile. In pochi minuti una pattuglia è intervenuta sul posto e ha notato che effettivamente c’era un uomo che si stava gettando addosso del liquido. L’individuo è stato riconosciuto dagli agenti poiché persona a loro già nota. Gli stessi hanno cercato di farlo parlare al fine di distoglierlo dagli intenti suicidi. Si sono fatti raccontare la sua storia e quella della compagna. In particolare quella della nascita del figliolo che lui ama particolarmente ma che non può vedere poiché l’ex compagna si è trasferita fuori dalla Puglia, al nord, per rifarsi una vita. Il giovane mostrava agli agenti momenti di lucidità e di disperazione. Durante questi ultimi continuava a gettarsi sulla maglietta dell’alcool etilico. A un tratto ha messo nella mano destra il flacone dell’alcool e nella sinistra è comparso un accendino di colore verde. Gli agenti con la massima calma hanno continuato a tenere impegnato l’uomo facendolo parlare del figliolo in maniera tale da farlo desistere da ogni tentativo di darsi fuoco. Momenti di forte tensione durante i quali l’uomo ha cercato di accendere l’accendino senza riuscirci. Gli agenti, passo dopo passo, hanno cercato di avvicinarsi. A quel punto il giovane ha acceso l’accendino avvicinando la fiamma agli indumenti. I poliziotti hanno compreso che avevano solo pochi secondi per evitare il peggio. Così, con grande determinazione e senso del dovere, senza pensare a ciò che sarebbe potuto loro accadere, si sono gettati di slancio sul giovane immobilizzandolo. Un agente gli ha tolto l’accendino mentre l’altro ha preso la bottiglia contenente ancora dell’alcool etilico. Una volta immobilizzato gli hanno tolto di dosso gli indumenti intrisi di alcool e perquisito per evitare che potesse avere nelle tasche degli altri accendini. Intanto sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118 i cui sanitari hanno visitato il giovane trovandolo esagitato. Pur in queste condizioni, e contrariamente a quanto suggerito dai medici, ha rifiutato il ricovero in ospedale. Si è fatto accompagnare presso il commissariato dove gli agenti l’hanno ripulito, rifocillato e rasserenato. Il giovane ha raccontato la prostrazione nel non poter vedere il figlio di cinque mesi che vive con l’ex compagna in una cittadina del Nord Italia. Tutti i tentativi espletati in questi mesi, affinché ciò potesse avvenire, sono stati vani. La donna non vuole fare vedere il bambino al papà. Una volta che il giovane si è scaricato da tutte le tensioni psicologiche gli agenti l’hanno accompagnato nell’abitazione dei genitori, affidandolo loro e sincerandosi che potesse essere seguito affinché non ricadesse in un altro tentativo di suicidio. Si tratta di una famiglia umile che non ha le risorse economiche per il sostentamento o per pagare un legale che possa portare avanti le sue ragioni e, magari, fargli riabbracciare, anche se per poco tempo, il suo bimbo.
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