soprattutto la politica. C'è chi è a favore e chi ha auspicato sia realizzato un tracciato alternativo. Anche perché, diciamolo chiaramente, da quando è stata realizzata la pista non è che sia stata utilizzata granché poiché i ciclisti preferiscono la carreggiata stradale. E' stretta, il minimo richiesto, e tracciata male, poiché in alcuni punti sparisce e sale sul marciapiede e poi ricompare. Più che altro è diventata un simbolo politico tra coloro che la vogliono togliere e il Partito democratico, il cui ex assessore Giuseppe Indolfi è l'ispiratore del progetto ambientale “Mesagne vivibile a piedi e in bicicletta”. Prima ha tentato l'ex sindaco Vincenzo Incalza di eliminarla, riuscendo ad apportare solo dei correttivi, oggi ci vuole provare il sindaco Pompeo Molfetta. "Il sindaco deve eliminare, sopprimere, rimuovere la pista ciclabile di via Marconi - ha spiegato Omar Ture, capogruppo consiliare di "Mesagne al centro" - abbiamo già tanti problemi la mattina quando ci alziamo, che non sappiamo dove correre". Poi ha aggiunto: "La pista ciclabile è da anni un problema annoso ed ecco perché mi rivolgo anche all’assessore ai Lavori pubblici, Palma Librato, affinché faccia qualcosa. Da anni questo tracciato affligge i cittadini, i commercianti, i lavoratori che utilizzano molto i mezzi e comunque ogni automobilista". Ture ha, quindi, concluso: "Questo non significa che Mesagne non deve avere la pista ciclabile, anzi facciamone una ex novo, ma che sia una pista ciclabile sostenibile che porti benefici alla società, che porti benessere all’ambiente, che porti salute e sport, e non che arrechi danni ad un’ intera comunità". Affermazioni che hanno "ferito" l'ex assessore all'Ambiente, Giuseppe Indolfi, del Pd, il "padre putativo" della pista ciclabile. "La realizzazione del progetto originario non ha assolutamente modificato le dimensioni della sede stradale: infatti i paletti metallici che inizialmente delimitavano la pista ciclabile, furono posti esattamente in corrispondenza del margine del marciapiede all’epoca esistente, senza invadere di 1 centimetro la sede stradale. Pertanto non hanno una spiegazione razionale i numerosi disagi agli automobilisti che sarebbero iniziati dopo la realizzazione della suddetta pista", ha spiegato Indolfi in una ricostruzione temporale degli aventi. Successivamente, durante l’Amministrazione Incalza, erano stati eliminati i paletti "provocando, di conseguenza, le frequenti “invasioni” delle auto sulla pista e conseguente dissesto della nuova pavimentazione realizzata", ha lamentato l'ex assessore. Al fine di ovviare a tale problematica, nel periodo commissariale, fu realizzato l’attuale cordolo di delimitazione con conseguente restringimento di circa 30 centimetri della sede stradale. "Ora apprendiamo - ha continuato Indolfi - che il sindaco Pompeo Molfetta, evidentemente in continuità politica con l’Amministrazione Incalza, ha sollecitato gli uffici a fare al più presto una verifica e predisporre una delibera in questa direzione perché "la pista che restringe una delle vie più trafficate di Mesagne venga al più presto rimossa”".
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