Lunedì a Mesagne meeting sui beni confiscati ai mafiosi

Maggio 08, 2016 3104

masseria canali   1Un meeting sulla legalità si svolgerà lunedì a Mesagne.

Tema dell’incontro è la legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle cosche mafiose, a venti anni dalla sua approvazione. L’evento è stato organizzato da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, e dal Comune di Mesagne per raccontare il cammino fatto fino ad oggi, i problemi incontrati e le prospettive future di questo fondamentale percorso di legalità. Per l’occasione saranno presenti Andrea Olivero, vice ministro alle Politiche Agricole e forestali, Antonio Maruccia, procuratore della Corte di Appello di Lecce, Annunziato Vardè, prefetto di Brindisi, Davide Pati, della presidenza di Libera. Gli onori di casa saranno fatti dal sindaco Pompeo Molfetta e dal presidente del Consiglio, Giuseppe Semeraro. Modera l’incontro la giornalista Tea Sisto. La legge 109/96 è scaturita da una considerazione che lo Stato ha fatto: la grande, crescente forza economica delle mafie: da Cosa nostra alla ‘ndrangheta, alla camorra alla sacra corona unita. È questa potenza economica che consente l’esercizio di una vera e propria signoria sul territorio, permette di condizionare le amministrazioni pubbliche, di intrecciare relazioni con la politica, col sistema delle imprese. Di essere mafie, non semplici organizzazioni criminali. Proprio per questa ragione l’azione di contrasto dello Stato si è diretta con priorità sugli assetti economici e patrimoniali delle organizzazioni criminali. Una tale consapevolezza sembra oramai acquisita presso le istituzioni, anche se non sempre le leggi e gli strumenti normativi, al pari dell’impegno operativo dello Stato, sembrano corrispondere a quella consapevolezza. Nella legislazione antimafia italiana, l’azione di contrasto patrimoniale attivata dallo Stato, si snoda essenzialmente in due grandi fasi. La prima fase, che nasce con la legge Rognoni-La Torre, riguarda le indagini per l’individuazione, il sequestro e la confisca delle ricchezze delle mafie. La seconda fase del contrasto, non meno importante, riguarda l’uso che lo Stato fa dei patrimoni e dei beni tolti ai mafiosi. A tal riguardo la legge 7 marzo 1996, numero 109, la legge voluta da Libera e dal suo presidente don Luigi Ciotti, che raccolse oltre un milione di firme perché fosse approvata, ha indicato prospettiva di grande significato democratico: la restituzione alla collettività dei beni confiscati alle mafie. La città di Mesagne ha ricevuto in questi anni alcuni beni confiscati alle cosche mafiose e li ha riutilizzati per scopi sociali. Dalla masseria didattica “Canali”, a due terreni su cui stanno nascendo due piattaforme ecologiche a un centro di inclusione sociale e un altro di antiviolenza per le donne. Per il sindaco, Pompeo Molfetta, si tratta di «un percorso importante che partendo dal valore aggiunto dell’esperienza della nostra città in questi anni, traccia un percorso di condivisione per il futuro. Un grazie al Presidente del Consiglio comunale Semeraro e a Concetta Franco per il lavoro di approfondimento e studio che hanno dedicato per arrivare a questa giornata di divulgazione ed analisi, con il convegno serale, ed impegno per il futuro».