in carica abbia avuto un sussulto di coraggio partecipativo su, almeno su quello, l'intitolazione di un parco comunale che affonda radici nelle precedenti legislature. Appare dignitoso il metodo elettivo escogitato, una porta aperta della municipalità all'estro e la capacità dei cittadini. Tutti i nomi proposti sono meritevoli di essere ricordati, tutti, ognuno nelle sue peculiarità, ha un senso ed una dignità. Il fatto di intitolare un parco ben eseguito ad una persona di Mesagne è evidentemente condivisibile, un buon gesto democratico. Eppure, tra tutte le menti illuminate che si sono arrovellate per cercare il nome, raccogliere firme, votare, discutere, ci sarebbe stata una soluzione di fronte alla quale tutta la Città avrebbe potuto dare un segnale forte ed, al contempo, dare un segnale di memoria sia a chi fu attore sia a chi fu vittima, alle vittime della malavita organizzata pugliese che ha dato tanti lutti sia fra i cittadini inermi, sia tra gli stessi consociati i cui parenti ancora oggi piangono la scomparsa. Un nome solo per creare un tempio verde della memoria, un angolo in cui la società civile si ribella al malaffare, un polmone dentro al quale respirare tutte le varie manifestazioni per la legalità. Avremmo potuto raccogliere decine e decine di firme a tal proposito, ma ci aspettavamo che questa amministrazione ci arrivasse da sola: peccato, un'altra occasione sprecata.
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