Redazione

Sono 504 i lavoratori precari della ASL Brindisi che hanno diritto alla stabilizzazione del rapporto di lavoro avendo maturato i requisiti previsti dalla vigente normativa. La ASL di   nella giornata del 19 Luglio ha pubblicato gli elenchi degli aventi diritto. Dopo anni di lotte, battaglie e rivendicazioni che hanno visto tutta la CGIL e la FP CGIL protagoniste e promotrici di tantissime iniziative per chiedere con forza l’eliminazione delprecariato nella sanità si porta a compimento un percorso che restituisce dignità al lavoro e alla vita di questi lavoratori.

La precarietà del lavoro e di conseguenza della vita è una vera e propria piaga sociale dasconfiggere e su cui la nostra Organizzazione sindacale si sta spendendo da diversi anni sia a livello nazionale, regionale e territoriale. Le ataviche, gravissime carenze di organico nella Sanità non giustificano le forme diprecariato diffuso a cui si è fatto ricorso, purtroppo, con sistematicità.La pandemia ha evidenziato le deficienze strutturali del nostro Servizio Sanitario conparticolare riferimento proprio alle carenze di organico. A Brindisi la FP CGIL è impegnata quotidianamente a denunciare le gravissime carenze diorganico sanitario con le ricadute negative sul personale tutto e sull’utenza.

Altro, prioritario obiettivo per la CGIL è quello della soluzione della gravissima, drammatica carenza di personale medico nel servizio di pronto soccorso oltre all’eliminazione delle liste di attesa e del riequilibrio nella carenza di posti letto a Brindisi.

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Il questore emette un "Daspo Willy". Nella tarda serata dello scorso 28 maggio scorso, in Brindisi, luogo notorio di ritrovo di giovani, due ragazzi minorenni sono stati fatti oggetto di un’aggressione, con conseguenti lesioni fisiche, portata a compimento da alcuni coetanei per futili motivi; fatto che ha minato la percezione di sicurezza da parte della collettività e destato notevole allarme sociale.

A seguito delle complesse indagini esperite dal personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura, è stato individuato e deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Lecce, per il reato di lesioni personali, uno dei minori responsabili dell’aggressione.

In conseguenza degli accertamenti espletati dalla Divisione Anticrimine della Questura di Brindisi, effettuati nell’ambito dell’attività istruttoria amministrativa, nella giornata odierna il Questore di Brindisi, Dr. Annino GARGANO, ha adottato nei confronti del minore denunciato all’A.G. la misura di prevenzione personale, c.d. “Daspo Willy”, della durata di un anno.

In particolare, il provvedimento impone al minore il divieto di accesso e di stazionamento nei luoghi e nelle immediate vicinanze di pubblici esercizi quali bar, pub, ristoranti, pizzerie, osterie, fast food e di pubblico trattenimento, oltre che di esercizi di prossimità, sedenti nell’area urbana di questo capoluogo compresa tra Piazza della Vittoria e Via Pozzo Traiano, nelle ore serali e notturne.

L’attività svolta, che verrà sistematicamente replicata con l’intento di infrenare tale illecita condotta che incide negativamente sulla serena convivenza sociale, rientra nel quadro normativo della Legge n.14/17 e successive modifiche, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” che, elencando determinate "misure a tutela del decoro di particolari luoghi”, ne definisce il contorno sanzionatorio di specifica competenza del Questore.

In tale cornice normativa si inserisce il cosiddetto Daspo Willy (dal caso di Willy Monteiro Duarte, il 21enne pestato a morte nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 a Colleferro) emesso dal Questore della Provincia di Brindisi.

Il questore emette un "Daspo Willy"

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Mesagne. FdI mette in discussione l'assunzione di nuovi vigili. Lettera aperta.

Abbiamo appreso dalla stampa locale che il comune di Mesagne intende avvalersi della graduatoria di un concorso per agenti di polizia municipale fatto dal comune di Cisternino. Crediamo sia giunto il tempo che l'amministrazione Comunale dia delle spiegazioni valide in merito ai bandi di concorsi. Perché non si prende in considerazione la strada di fare un proprio bando e relativa assunzione di personale idoneo. Praticamente i giovani di Mesagne devono concorrere in altri Comuni lontano da casa dove puntualmente arrivano nei primiposti dimostrando di essere molto preparati, ma devono sperare poi che il comune di Mesagne usi quella graduatoria per evitare di lavorare fuori sede.

Alle ultime elezioni comunali, il sindaco e la sua squadra, ripetevano continuamente che loro erano quelli giusti, perchè avevano alle spalle una corposa esperienza amministrativa e quindi, avrebbero fatto funzionare in maniera ottimale gli uffici comunali. Ammetterà oggi il sindaco che, non servivano grandi esperti per usare le graduatorie di idoneità fatte da altri comuni. Pratica ovviamente permessa dalla legge per carità.Comunque sarebbe opportuno che il Sindaco e la sua amministrazione ci spiegassero perché succede questo, (considerando poi che in altre occasioni invece è stato fatto unapposito bando) sperando che per le prossime assunzioni si scelga la strada maestra,creando degli appositi bandi consentendo ai giovani Mesagnesi di parteciparvi.

Coordinamento Cittadino Fdi Mesagne, Alibrando Gianfranco

Mesagne. FdI mette in discussione l'assunzione di nuovi vigili

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Emergenza Covid-19 e attività di sorveglianza nella provincia di Brindisi, il report aggiornato al 17 luglio

Aggiornamento settimanale dei dati sull’emergenza sanitaria nell’ultimo report a cura dell’Unità operativa di Epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione della Asl, elaborato su fonte dati Sorveglianza integrata dei casi di Coronavirus Covid-19 in Italia - Istituto Superiore di Sanità. I casi comprendono i positivi accertati con tamponi molecolari e antigenici certificati. 
Alla data del 17 luglio 2022 risultano positivi 8.316 soggetti, il 45,6% uomini e il 54,4% donne, con età media di 51 anni. I positivi sono così suddivisi per fasce di età: 1.160 nella fascia 0-18 anni, 4.891 tra 19-64 anni, 1.673 tra 65-79 anni, 592 negli 80 e oltre.
Per quanto riguarda la distribuzione per Comune i positivi sono 1.948 a Brindisi, 1.086 a Fasano, 743 a Francavilla Fontana, 568 a Mesagne, 538 a Ostuni, 419 a San Vito dei Normanni, 364 a Latiano, 326 a Ceglie Messapica, 296 a Carovigno, 267 a Oria, 220 a Cisternino, 197 a San Pancrazio Salentino, 179 a Villa Castelli, 174 a Torre S. Susanna,142 a San Donaci,139 a Cellino San Marco, 137 ad Erchie ed a San Michele Salentino,110 a Torchiarolo. I Comuni della provincia di Brindisi con i maggiori valori di incidenza cumulativa sono, nell’ordine, Torchiarolo, Oria, Brindisi, Cellino San Marco. 
Nel periodo compreso tra il 24 febbraio 2020 e il 17 luglio 2022, i soggetti risultati positivi al test sono stati 124.900 con una incidenza cumulativa stimata pari a 3.198,82 casi x 10.000 residenti. Dei 124.900 soggetti risultati positivi al test, il 54,3% sono donne e il 45,7% sono uomini e l’età media è pari a 41 anni.
Il tasso di letalità è pari allo 0,5%. All’aumentare dell’età si osserva un incremento di tale tasso. Sono 609 i decessi totali: 500 i casi tra persone che hanno tra 70 e 90 anni e più; 67 tra i 60 e i 69 anni, 29 casi tra i 50 e i 59, 10 casi tra i 40 e i 49 e 3 nella fascia 30-39.

Viaggiare ai tempi del COVID: la barca a vela è il nuovo trend. Percepita più sicura, i dati confermano.

Negli ultimi due anni le richieste di vacanze in barca a vela hanno fatto registrare un incremento dell’800%. Lo rileva www.speedvacanze.it, il maggiore tour operator specializzato in viaggi di gruppo per single, che ha dato l’opportunità anche a chi parte da solo di fare una vacanza in barca a vela, percepita come più sicura rispetto ad altre formule di viaggio.

Alla base del successo di questo nuovo tipo di vacanza di gruppo c’è il fatto che è accessibile a tutti. L’88% delle prenotazioni sono infatti di persone tra i 35 e i 55 anni alla loro prima esperienza in barca a vela e il 75% dei prenotati sono nuovi clienti.mare_barca_vacanze_turisti.jpg

“Abbiamo visto che c’è una forte richiesta di vacanze in barca a vela e stiamo creando il mercato. E’ una formula - dichiara Giuseppe Gambardella, fondatore di www.speedvacanze.it, – che avevamo lanciato l’anno scorso e che ha subito riscosso un grande interesse. Tanto che quest’anno non ci siamo limitati a riproporla, ma ci abbiamo scommesso tantissimo, con nuovi itinerari e più partenze. Abbiamo anche migliorato il servizio, scegliendo barche migliori e skipper più esperti, per garantire il massimo ai nostri clienti.”

Ma quali sono i motivi che spingono sempre più viaggiatori single a preferire la vacanza in barca a vela? www.speedvacanze.it lo ha chiesto con un sondaggio alla community di clienti e follower sui suoi canali social e la maggioranza, pari al 32% delle risposte, ha messo al primo posto il relax assoluto, lontano dallo stress quotidiano. Il 26% preferisce invece il contatto con la natura e il mare; il 23% apprezza la possibilità di visitare luoghi da una prospettiva diversa; mentre il 19% punta al senso di avventura. 

Sono gli itinerari lungo le coste italiane che vanno per la maggiore: il 30% dei viaggiatori scelgono quindi mete italiane, il 35% preferisce la Sardegna; il restante l’estero.

Le più richieste dell’estate 2022 sono infatti le vacanze a barca a vela nell’Arcipelago della Maddalena e nelle Isole Pontine, tra Ponza, Palmarola e Ventotene. Ma stanno andando forte anche gli itinerari in Sicilia, negli arcipelaghi delle Egadi e delle Eolie, in Toscana e in Campania, lungo la Costiera Cilentana, un tratto di costa tutto da scoprire. Per quanto riguarda l’estero invece sono in pole position la Grecia - con gli itinerari nelle isole Cicladi, Ioniche e Saroniche - Ibiza, Formentera e Croazia.

Veleggiare con il vento tra i capelli tra spiagge e calette suggestive in compagnia di nuovi amici. Gettare l’ancora in baie appartate per un tuffo rinfrescante o per ammirare un tramonto spettacolare sorseggiando un drink. Dormire in rada, cullati dalle onde, per vedere la magia del sole che sorge dal mare. Sono le emozioni che solo una crociera a vela può regalare, rese più divertenti e coinvolgenti se condivise con un gruppo di nuovi amici, mentre alla navigazione pensa lo skipper. 

Non è una vacanza di lusso, anzi richiede una certa dose di spirito di adattamento, sebbene a bordo non manchino i comfort, ma è sicuramente un’esperienza che lascerà ricordi indelebili.

Viaggiare ai tempi del COVID: la barca a vela è il nuovo trend.

 

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Quanto sta accadendo nella Sanità pugliese ha sicuramente una matrice: il disinteresse e la sciatteria del presidente Emiliano nella programmazione di un sistema sanitario funzionale alle esigenze non solo della platea di utenti ma anche degli operatori sanitari. La fuga dal 118 dei medici a Mesagne è solo uno dei tasselli di un puzzle carente di pezzi e che non consente la fruibilità del servizio sanitario dell'intera Puglia. Questo perché, ormai da anni, siamo abituati non a politiche di pianificazione ma a campagne elettorali e campagne acquisti, schemi di potere e distribuzione di incarichi utili solo alla crescita politica di Emiliano e della sua cerchia. Clientelismo che puntualmente sfocia in cronaca e che getta fango su una regione che meriterebbe ben altro. Come può, quindi, un medico decidere di prestare servizio in luoghi in cui mancano le basi per poter svolgere la professione dignitosamente? Forse Emiliano, anziché lanciarsi in campagne di internalizzazione del personale, avrebbe dovuto tessere la tela per una sanità eccellente, che il potenziale delle strutture e delle professionalità pugliesi consentirebbe.

Così il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Puglia, Ignazio Zullo.

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Mesagne. Pronti a lasciare alcuni medici del 118. La pandemia da Covid non ha insegnato nulla, sul fronte della sanità, alle istituzioni preposte a fornire domande celeri e specializzate agli utenti. Così, uno dei punti di forza della sanità d’urgenza, il 118, sta subendo una “desertificazione” professionale con medici in fuga. Sempre più spesso, infatti, le ambulanze sono prive del medico a bordo. Fattore certamente negativo poiché la presenza del medico sulle ambulanze favorisce le chance di sopravvivenza dei feriti gravi. Il campanello d’allarme è scattato anche a Mesagne, dove ci sarebbero almeno tre medici pronti a presentare domanda di trasferimento dal 118 in altro settore. In questo caso nel servizio di guardia medica. Tempi difficili per il 118 mesagnese a meno che l’Asl di Brindisi non provveda con alcune sostituzioni. Prassi, per la verità, alquanto difficoltosa poiché in estate le utenze nei pronto soccorso aumentano in maniera esponenziale e pertanto è necessario avere i medici in servizio a pieno regime. Dunque, anche a Mesagne c’è la preoccupazione che il servizio del 118 e del Ppit possano essere ridimensionati o addirittura soppressi. Sono solo paure, al momento non c’è nessun provvedimento dell’Asl di Brindisi, ma secondo i ben informati nelle prossime settimane la situazione potrebbe cambiare. Una fuga da questi due servizi, infatti, porterebbe a un ridimensionamento funzionale dei servizi che sono, o meglio dovrebbero essere, le “eccellenze” della sanità pubblica.

D’altronde la richiesta di un nuovo polo ospedaliero di eccellenza che l’Asl di Brindisi sta per chiedere in Regione Puglia dimostra le carenze presenti, e denunciate giornalmente dagli utenti, nell’ospedale “Perrino” di Brindisi. Il polo ospedaliero, infatti, più che umanizzare il paziente-utente in alcune occasioni lo disumanizza. Certo non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ci sono delle sacche di eccellente dignità, ma in una struttura ormai obsoleta sono sempre di meno. Così, mentre i servizi offerti a Mesagne dal 118 e dal Ppit, se opportunamente incrementati, potrebbero decongestionare il “Perrino”, di fatto, si potrebbe assistere a un loro dimensionamento.

“A me non risulta nessun atto ufficiale che va in questa direzione – ha spiegato il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli – se fosse così sarei già stato messo al corrente”. Quindi su questo argomento l’attenzione dell’Amministrazione comunale di Mesagne è piuttosto alta. Il sindaco Matarrelli in caso di atti ufficiali di ridimensionamento dei servizi territoriali scenderebbe in campo per un confronto con le massime cariche della sanità pubblica, sia provinciale che regionale. A intervenire sull’argomento è anche il consigliere regionale e presidente della commissione Sanità della Regione Puglia, Mauro Vizzino: “La fuga dei medici dal 118 e dai pronto soccorso è la più grave tra le emergenze della sanità pubblica. Riguarda ogni parte d'Italia, ma qui da noi provoca conseguenze ancora più gravi per le carenze croniche del "sistema"”.

Il presidente Vizzino ha, quindi, concluso: “In qualità di presidente della Commissione consiliare convocherò in audizione il direttore del Dipartimento Salute della Regione. Nel frattempo, ritengo che la scelta migliore sia quella di individuare soluzioni-tampone, in maniera tale da poter far fronte alla stagione estiva”.

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Abbandoni, nel 2021 72.115 ingressi nei canili sanitari e 29.194 nei rifugi. Enpa: “Nel 2021 abbiamo recuperato 21 cani abbandonati ogni giorno. Servono adozioni consapevoli. Ecco un vademecum per l'adottante".

Roma, 19 luglio 2022 – Nei dodici mesi del 2021, nei canili sanitari italiani sono entrati 72.115 cani, 29.194 quelli invece accolti dai canili rifugio. Complessivamente 101.309 nuovi ingressi. Pubblicati dal Ministero della salute i dati regionali sul randagismo relativi all’anno 2021. Maglia nera degli ingressi al Lazio (9.158 ingressi nei sanitari e 3.384 nei rifugi) seguito da Campania (8.702 e 3.200) e Sicilia (8.192 nei sanitari). Il Ministero della Salute ha pubblicato anche i dati relativi alle nuove adozioni fatte tramite i rifugi pubblici o privati convenzionati. Complessivamente le adozioni sono state 33.981 con la Puglia in testa nella classifica delle Regioni che hanno trovato una casa a un cane (6.259 gli animali pugliesi adottati) seguita dalla Campania (5.526) e dal Lazio (4.693). Importante anche il dato relativo alla sterilizzazione dei gatti: nel 2021 sono stati sterilizzato 78.609 gatti. 

I dati ufficiali del Ministero della Salute sono pubblicati qui:undefined

Enpa, da sola, nel 2021 ha aiutato 89.791 animali (+14.707 rispetto al 2020), ne ha soccors22.126 e microchippati 16.259. Inoltre ha dato in adozione 17818 cani e 15412 gatti, sequestrato per maltrattamenti 1.291 animali e sterilizzato 3849 cani e 29012 gatti, un’azione fondamentale per combattere il randagismo.

Una realtà – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – che purtroppo conosciamo bene. L’Enpa nel 2021 ha recuperato ogni giorno 21 cani abbandonati. Tantissime le cessioni, nuova frontiera dell’abbandono, frutto spesso di adozioni frettolose e della mancanza di consapevolezza di che tipo di impegno comporti l’accogliere un animale, anche in termini economici. Certo la pandemia e la crisi economica che ha portato con sé non ha aiutato ma non deve comunque essere una giustificazione. Noi quest’anno - continua Rocchi - abbiamo lanciato la nostra campagna antiabbandono scegliendo il claim “Con te sempre”, che più che uno slogan deve essere un imperativo quando si sceglie di accogliere un animale. Spesso quando si prende un cane o un gatto si pensa solo ai costi dell’alimentazione dell’animale ma non si prendono in considerazione tutte le spese che prendersi cura di un amico a quattro zampe può comportare. Farmaci, spese veterinarie sono costi molto importanti da affrontare se sopraggiunge una malattia. Sono tutte eventualità che andrebbero messe incontro prima di adottare un animale. Gli animali sono esseri senzienti e quando li accogliamo nelle nostre famiglie dobbiamo farlo con amore sì, ma anche con consapevolezza. Prendere un cane o un gatto oggi per riportarlo dopo un anno o meno è solo un atto sconsiderato. Venite nei nostri rifugi. Chi adotta nei rifugi fa un percorso assistito che aiuta a rendersi conto della strada che c’è da fare e dell’impegno che sta per prendere. Come Enpa abbiamo realizzato anche un piccolo vademecum per l’adottante perché per sconfiggere l’abbandono bisogna ripartire dalla cultura degli animali, da come rapportarsi con loro e dall’importanza della sterilizzazione e delle adozioni, per evitare errori che poi si ripercuotono sui nostri animali”.

Ecco quindi un piccolo vademecum in fatto di adozioni:


1. IL CANE E' UN ESSERE SENZIENTE: ha dei sentimenti. Il primo dei quali è l'attaccamento al gruppo sociale familiare. Dovremo fornirgli un gruppo stabile e assumerci la responsabilità di non sradicarlo mai dal suo gruppo famigliare. E’ indispensabile farci conoscere ed essere il suo punto di riferimento quando si apre la nuova porta di casa.

2. METICCIO O DI RAZZA? Non fa nessuna differenza, la scelta è assolutamente personale, basata su stili educativi e caratteristiche di personalità di razza o mix di razza. Tutti i cani, sono cani! 

3. A CHI RIVOLGERSI? Una figura professionale (medico veterinario, educatore) o ad un’associazione animalista. È fondamentale descrivere la personalità della propria famiglia per ricevere un consiglio corretto.

4. CUCCIOLO O ADULTO? Un anziano [8-20 aa] è un “cucciolo” con l’esperienza e il bagaglio di una vita vissuta; un adulto [2-8 aa] ha una personalità ben sviluppata, piena di colori, con la voglia di conoscere e condividere, con sicurezze già acquisite ed un vissuto alle spalle; un cane tra gli 8 mesi e i 2 anni è un cucciolone alla scoperta di sé stesso, desideroso di fare esperienza. I cuccioli tra i 2 e gli 8 mesi hanno bisogno di riferimenti e di gruppi sociali in cui crescere, tenendo conto che lo fanno nel rispetto della loro personalità e in base alle loro attitudini.

5. MICROCHIP. SVERMINAZIONI E VACCINAZIONI. Prima dell’adozione il pet deve esser microcchipato, effettuato tutte le profilassi vaccinali e di prevenzione.

6. CORSO DI PRE-ADOZIONE. Consigliamo di seguire un iter insieme ad educatori cinofili.

7. SOCIALIZZAZIONE. Quando si adotta un cane è importante fargli vivere in modo equilibrato e progressivo il mondo che lo circonda. Un cane correttamente socializzato è fiducioso verso il mondo stesso.

8. DERESPONSABILIZZAZIONE. I cani non desiderano essere caricati di responsabilità, benché la loro coscienza di specie indichi che nel branco ci debba sempre essere una figura che si faccia carico della conduzione. La responsabilità è nostra, non del cane!

9: EDUCAZIONE. Un cane e famiglia coinquilina correttamente educata permette una convivenza appagante per tutti i membri. L'educazione del cane è un impegno che non può venire meno e che non può, in alcun modo, essere delegato ad altri. Educare vuol dire dare regole, essere coerenti, saper usare il “Si” per rinforzare i comportamenti graditi. Non bisogna confondere l'amore con il bisogno di soddisfare i propri bisogni personali attraverso di lui.

10. DIFFIDARE DAI FALSI MITI Non esser capo branco, non mangiare prima di lui, non mettere le mani nella sua ciotola. 

 

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Dati del giorno: 19 luglio 2022

9.857
Nuovi casi
38.616
Test giornalieri
13
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 3.054
Provincia di Bat: 779
Provincia di Brindisi: 911
Provincia di Foggia: 1.213
Provincia di Lecce: 2.070
Provincia di Taranto: 1.584
Residenti fuori regione: 194
Provincia in definizione: 52
83.641
Persone attualmente positive
490
Persone ricoverate in area non critica
17
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.343.971
Casi totali
11.865.869
Test eseguiti
1.251.586
Persone guarite
8.744
Persone decedute
Casi totali per provincia
Provincia di Bari: 437.635
Provincia di Bat: 118.460
Provincia di Brindisi: 126.418
Provincia di Foggia: 192.923
Provincia di Lecce: 271.373
Provincia di Taranto: 180.797
Residenti fuori regione: 11.945
Provincia in definizione: 4.420

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Perché viene drammatizzata la crisi

UN GOVERNO SENZA I 5S SVELA
LA VERA IDENTITA’ DI QUESTO GOVERNO

La “raccontano” come una crisi politica al buio, incomprensibile, irresponsabile, con enfatizzazioni tese a drammatizzare quanto più possibile gli scenari, con un profluvio di appelli anche da parte di chi tace da decenni. Eppure, sul piano delle maggioranze numeriche, essa è simile alle varie crisi della Prima Repubblica, quando un partitino satellite della Dc fuoriusciva, dopo lunghe liturgie, ma senza nessun sostanziale mutamento.

Perché allora oggi, pur avendo numeri parlamentari tranquillizzanti, questa crisi viene raccontata come decisiva per le sorti del Paese fino a mettere a rischio la “Sicurezza nazionale”? Perché nonostante “quei” numeri pare che l’Italia sia sull’orlo del baratro? Perché pur disprezzando ciò che rimane dei 5S o rientrano o meglio votare? Queste così palesi contraddizioni non paiono strane anche a voi, realisti sostenitori di Draghi e della stabilità?

La mia tesi, che proverò ad argomentare, è che la fuoriuscita dei 5S toglie la fittizia e sbiadita denominazione di “governo di emergenza nazionale” svelandone invece la sua vera e colorita identità: un governo conservatore, di restaurazione e di destra, che ha reso ancora più precarie le condizioni di vita di tanta gente.

Andiamo brevemente a ritroso.

Il secondo Governo Conte (quello MS5/PD/LEU) viene giudicato dai “poteri forti” troppo a sinistra per l’Italia e fu abbattuto, con la complicità del Capo dello Stato, pur avendo ancora una maggioranza in Parlamento, risicata ma esistente. Non ebbero alcuna remora a far cadere Conte pur col Paese in piena pandemia, con il Recovery Fund (ottenuto proprio grazie a quel Premier) tutto da gestire. Anzi queste ragioni furono capovolte per costruire un clima da emergenza nazionale, da cui era difficile sottrarsi, teorizzando e facendo nascere un Esecutivo del “tutti dentro” per gestire Covid e risorse europee guidato da un super partes. Fortunatamente, per gli ideatori del colpo di mano, a non rendere il tutto eccessivamente “antidemocratico” giunse pure la gradita collocazione all’opposizione della Meloni. E così il quadro fu perfetto.

Fin dalle prime ore il premier Draghi non fu né tecnico né superpartes. D’altronde la sua storia di “sommo sacerdote” dell’iperliberismo parla chiaro e solo chi ignora o finge di farlo può crederci. E così il rimasuglio di progressismo presente in Parlamento si trovò in trappola dentro il suo Governo. Ben oltre un anno a sostegno di un Esecutivo che, al di là degli sbandierati appelli all’unità per affrontare l’emergenza, era nato con una identità e una mission precisa: restaurare politiche di obbedienza cieca all’Europa; ristabilire una fiducia incondizionata nel “mercato” e nelle sua capacità di far riprendere il Paese; scongiurare ogni politica redistributiva e ostacolare gli interventi dello Stato a favore dei salariati o in cerca di lavoro; sostenere senza pudore le Imprese perché le uniche in grado di creare occupazione, a basso costo, restando competitive sul mercato internazionale; derubricare ogni politica a difesa dell’Ambiente e per una autentica transizione ecologica; e, infine, dopo lo scoppio della guerra, subordinare le proprie azioni in politica estera a quelle che sono le direttive stabilite da Usa e Nato.

Linee guida e provvedimenti che si collocano in continuità col passato dei governi liberisti (da Berlusconi a Monti passando per Prodi) ma soprattutto con lo scopo di “resettare” ciò che si era “intravisto col Conte II. In piena pandemia, infatti, quel Governo scelse (poteva non farlo come accaduto in altri Paesi occidentali) di ripristinare e valorizzare al massimo l’intervento dello Stato a tutela di tutti i cittadini. E in tanti finalmente si accorsero - letteralmente sulla propria pelle - delle conseguenze di decenni di tagli alla spesa sociale e sanitaria dei governi iperliberisti” che avevano portato il nostro Paese nel tunnel di una crisi profondissima. L’attuazione di un massiccio intervento statale a difesa dei più deboli e di chi aveva perso il lavoro, l’aumento vertiginoso della spesa sanitaria per coprire in tempi rapidi i saccheggi e gli smantellamenti dei decenni precedenti sono stati - per quanto possano essere considerati emergenziali, limitati e precari - una straordinaria inversione di tendenza che ha turbato fortemente i poteri che realmente contano in questo Paese.

Il Governo di “Emergenza”, pertanto, è diventato nei fatti della “Restaurazione” e del ritorno al passato, ridimensionando ogni piccolo elemento di rottura introdotto, visto che non poteva essere annullato l’inedito feeling tra un Capo di Governo ed il Paese. Nei palazzi tornano così i vari Gelmini, Brunetta e Giorgetti, la “casta” riprende ossigeno e si rimarcano le distanze con il Paese reale, si chiudono gli occhi sulle condizioni di vita di larga parte della popolazione e si ribadisce in ogni luogo che lo Stato non può essere la balia di nessuno, ognuno deve tornare a cavarsela da solo perché il Sistema trova per tutti uno sbocco se ci metti del tuo.​

I provvedimenti governativi parlano “chiaro” quando si tratta di scegliere tra Imprese o Lavoratori, tra il Profitto o l’Ambiente, tra Privilegi o i Sostegni ai Poveri ed anche per i Diritti Civili il timidissimo Ius Scholae ha dovuto soccombere.

E se non bastassero le scelte politiche di chiaro stampo conservatore è arrivata pure la “perla” che ha scoperchiato le modeste virtù umane del super decantato Draghi che colleziona tre “peccati” che solo una Informazione asservita ha potuto ignorare, rivelando invece l’infondatezza di una figura esaltata oltre misura e che si è rivelata non solo pessimo leader di coalizione ma soprattutto dalle modestissime capacità umane. Per primo la penosa ambizione di abbandonare Palazzo Chigi per salire al Colle; poi il meschino inserimento nelle divisioni pentastellate per far fuori Conte; ed infine l’altezzosa reazione di questi giorni quando si dimette da Presidente del Consiglio pur con una netta maggioranza che lo sostiene non ammettendo nessuna obiezione politica nella sua azione.

Questa esaltazione ad arte delle doti - tra l’altro deludenti – di Draghi non sono senza conseguenze devastanti perché esse legittimano un premierato di fatto, non previsto dalla Costituzione, favoriscono il crescere della ostilità verso il Parlamento e la sfiducia nella Democrazia entrambe rappresentate come ostacoli alla libera azione chi governa il Paese, solleticando la arcinota predisposizione italica a privilegiare gli “uomini soli al comando”.

Quel che resta dei 5S ha finalmente sentito insopportabile tutto questo (e mentre scrivo non so se lo sentirà fino alla fine) e ha conseguentemente posto dei problemi politici alla maggioranza. Chi ha fatto politica o soltanto la segue conosce perfettamente (se non è un disonesto intellettualmente) che è normalissimo porre dei punti di contrasto all’interno delle coalizioni di governo. Sarebbe quindi bastato che alle questioni indicate dai 5S sia Draghi che gli altri gruppi, il Pd in testa, avessero risposto con le indispensabili verifiche di maggioranza. Invece, anche qui ad arte, si sono considerate “liturgie” inutili discutere tra posizioni diverse e per i pentastellati è stata scelta la strada della umiliazione, additandoli al pubblico ludibrio, dipingendoli come irresponsabili e magnificando il percorso inverso del loro ex leader Di Maio.

Questo incomprensibile furore si giustifica solo con la rabbia di chi si sente “scoperto” davanti al Paese: la destra che non ha vinto le ultime elezioni governa di fatto l’Italia tra gli applausi internazionali e i silenzi nazionali. Molto preoccupati se Conte e 5S facessero autenticamente l’opposizione ai provvedimenti di Draghi (non come quella finta della Meloni che condivide praticamente tutto), perché in tal caso le istanze di chi non ha voce e subisce l’imperversare della politica inginocchiata agli interessi economici finanziari troverebbero finalmente un riferimento nel Palazzo.

Senza trascurare che all’orizzonte, tranne impossibili colpi di mano, ci sono le elezioni ed il Paese sarà chiamato a esprimere il proprio indirizzo politico. Nessuno può escludere che il forte disagio che viene dal popolo non diventi una valanga che sommerga questa parvenza di democrazia fintamente impegnata a tutelare gli interessi della gente comune per fare in modo di lasciare inalterate le disuguaglianze anzi accrescendo i privilegi in chi li ha sempre detenuti. Come non si può escludere che queste politiche di “destra”, che privilegiano il Mercato e le Imprese a danno dello Stato e dei Lavoratori, siano premiate dal corpo elettorale. Sarebbe una sconfitta amara ma non cambierebbe di molto la sostanza di ciò che già accade anzi sarebbe una operazione “trasparenza” con un governo che non dovrebbe fingere di essere altro e per giunta legittimato dal voto popolare.

Io spero che quel che resta dei 5S e della sinistra (non accecata dall’odio verso questo Movimento) riescano invece a intercettare il disagio e trasformarlo in istanza di cambiamento, privilegiando il benessere delle persone più in difficoltà, salvaguardando l’Ambiente, lottando contro corruzione, criminalità ed evasione fiscale. Non è utopia, Paesi di peggiore tradizione democratica (vedi la Spagna) danno segnali di controtendenza. Se solo si volesse.

Mesagne, 19 luglio 2022

Giancarlo Canuto