Redazione

In un anno è andato perduto l’8,2% di terreno agricolo in Puglia, seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare in un momento difficile. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento al record degli ultimi dieci anni nel consumo di suolo fotografato dal Rapporto Snpa 2022 dell’Ispra.

Risultano ‘mangiati’ 158.695 ettari in Puglia, dove nel 2021 sono andati persi altri 500 ettari di campagne – sottolinea la Coldiretti Puglia - per colpa della cementificazione e dell’abbandono che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo, inoltre, si abbattono – aggiunge Coldiretti Puglia – i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire e al siccità che ogni anno aggrava il rischio desertificazione.

La tropicalizzazione del clima, con eventi estremi come nubifragi, grandinate e trombe d’aria che si alternano a lunghi periodi siccitosi – insiste Coldiretti Puglia – indeboliscono e impoveriscono un territorio già fragile.

Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67% – ricorda Coldiretti Puglia – perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi, a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate, per non parlare della criminalità sempre più dilagante. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.

La pandemia da Coronavirus e gli effetti della guerra in Ucraina hanno rivoluzionato le priorità dei mercati e dei consumatori – conclude Coldiretti Puglia - con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari nei diversi Paesi, diventate più preziose e richieste del petrolio che, al contrario, è crollato con il fermo delle attività industriali, con l’emergenza che ha ribaltato la geografia del valore della terra che è devenuta una ‘riserva naturale’ strategica da tutelare e proteggere.

Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare che crei le condizioni perché il Paese diventi autosufficiente nella produzione di cibo, conclude Coldiretti nel sottolineare che “occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio.

  

Provincia

Suolo consumato 2021 [%]

Suolo consumato 2021 [ettari]

Incremento 2020-2021 [consumo di suolo annuale netto in ettari]

Foggia

4,0

27659

96,3

Bari

9,7

37050

116,38

Taranto

9,7

23613

54,89

Brindisi

10,8

19858

40,97

Lecce

14,3

39521

136,75

Puglia

8,2

158695

498,6

 

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Parla di radici, appartenenza al territorio e soprattutto amore incondizionato per il Salento l’unione tra due marchi inconfondibili della salentinità: Sud Sound System e Cantine Due Palme che hanno dato vita a tre vini che raccontano più di trent’anni di successi delle due realtà in campo. Beddhra Carusa, Le Radici Ca Tieni e Sciamu A Ballare non sono solo i nomi di tre grandi successi della band salentina ma diventano i vini che Don Rico, Terron Fabio e Nandu Popu hanno scelto personalmente; un rosato, un primitivo e delle bollicine di negroamaro vinificate in bianco.

I vini dei Sud Sound System raccontano soprattutto due storie nate nello stesso periodo storico, l’inizio degli anni novanta, che si intrecciano nella mission: portare nel mondo quella salentinità che oggi è diventata Brand solido per il settore musicale, quello vinicolo e soprattutto quello del turismo con migliaia di visitatori che ogni anno visitano questa terra magica e quando la lasciano sperano di far presto ritorno. 
Quando l’avventura di Due Palme e dei Sud Sound System è partita il Salento era una terra molto diversa da quella che siamo abituati a guardare oggi; il vino, ad esempio, si vendeva in cisterne e il Negromaro e Primitivo servivano ad “aggiustare” vini più blasonati e dai nomi molto più altisonanti. La “Cantina d’Italia”, così era chiamata la penisola salentina in quegli anni dove, però, stava maturando la consapevolezza che si sarebbe potuto dare vita a qualcosa di più ambizioso, di più grande; lo stesso fermento che si respirava in campo musicale con la nascita delle cosiddette “posse” che determinò l’acquisizione di consapevolezza da parte di tanti artisti salentini, tra i quali i Sud, che c’era un modo diverso di fare musica e soprattutto di raccontare il vissuto di una terra che aveva voglia di farsi conoscere. Da quel momento le storie di Cantine Due Palme e Sud Sound System sono state piene di successi; il Negroamaro e il Primitivo sono diventati must del bere “di qualità” e le canzoni di Don Rico, Terron Fabio e Nandu Popu bandiere della cultura salentina nel mondo.VILLA_NEVIERA_SUD_SOUNF_SYSTEM_E_C2P.jpg
L’evento di presentazione dei vini dei Sud Sound System si è tenuto nella splendida cornice di Villa Neviera, il Wine Resort di Cantine Due Palme; un party privato organizzato da Antonella Maci, event manager di Due Palme e direttrice della struttura; inviti riservati a giornalisti, ristoratori, addetti al settore e tantissimi personaggi del mondo della politica, delle istituzioni, della musica e dello spettacolo.
“Investire nel nostro territorio è la chiave di lettura che vogliamo trasmettere a tutti i nostri soci e affezionati clienti, ponendo sempre di più l’attenzione al connubio tra storia, arte e territorio, strizzando l’occhio all’hospitality di lusso, trend che i nostri visitatori continuano a richiederci ed è quello che l’esperienza a Villa Neviera vuole essere.” Queste le parole di Antonella Maci, a cui hanno fatto seguito quelle del direttore commerciale Italia Antonella Di Fazio “La scelta di condividere un percorso non poteva che ricadere sul profilo dei Sud Sound System, che più di altri, nel corso della loro carriera, hanno esportato, al di là della comfort zone del Salento, l’amore incondizionato per la propria terra; la creazione di una loro linea di vini altro non è se non un ulteriore modo di trasmettere questo amore.”
“Investire nel futuro con un occhio di riguardo alle tradizioni del passato e la tutela del territorio: da sempre uno dei grandi obiettivi di Due Palme così come la scelta di investire nel nostro Sud lo dimostra. La condivisione di questo progetto con i Sud Sound System non potrebbe essere nulla di più naturale e sensato.” Commenta il Presidente di Cantine Due Palme Melissa Maci, subentrata al padre Angelo fondatore della cooperativa:
“Essere i custodi del nostro territorio passa dalla salvaguardia dei vitigni autoctoni così come dalla tutela e conoscenza della così detta “lingua parlata” ossia il dialetto e Cantine Due Palme e i Sud Sound System altro non sono che i massimi estimatori. Musica e vino quindi, sin dai più antichi riti tradizionali sino alla più moderna convivialità rimanendo legati indissolubilmente alle nostre radici che ci fanno volare in alto sin dove la passione, il lavoro l’impegno e l’abnegazione ci porteranno.”

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La FP CGIL Brindisi denuncia l’ennesimo dietrofront  n e l p a g ame n t o d e l l e p r e s t a z i o n i  a g g i un t i v e  p e r   la c amp a g n a   v a c c i n a l e   nonostante l’accorroraggiunto p e r  tutti i professionisti sanitari compresi i coordinatori. La ASL BR non ha ancora provveduto ad erogare le somme, soprattutto a chi usufruiva dellalegge 104, bloccando arbitrariamente il pagamento delle prestazioni aggiuntive nonostantemolti degli operatori abbiano svolto il servizio a seguito di ordine di servizio formale al qualenon potevano sottrarsi.

Ancora una volta viene offesa la dignità dei professionisti del comparto,considerandoli lavoratori di serie B esponendoli anche al pubblico ludibrio nonostante la grande abnegazione e spirito di sacrificio dimostrati durante la campagnavaccinale. La FP CGIL Brindisi ancora una volta contesta la soluzione adottata ed invita la direzionegenerale della ASL BR ad erogare le somme dovute con effetto immediato.

Questa segreteria territoriale chiede l’intera retribuzione per le ore effettivamente lavorate diffidando codesta Amministrazione a voler evitare il perpetrarsi disituazioni ai limiti dello sfruttamento. Inoltre, la FP CGIL BR rilancia l’urgente necessità di assumere, a tempo indeterminato, tutto il personale infermieristico e OSS per garantire una giusta proporzione nell’assistenza e nella professione e ridare dignità e centralità alla sanità pubblica. Per questi motivi la scrivente è pronta a mettere in atto tutte le azioni a tutela dei lavoratori e dell’utenza.

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Consiglio regionale: ok allo screening di popolazione per prevenire il tumore del colon retto.

Approvata all’unanimità la proposta di legge che contiene misure per il potenziamento dello screening di popolazione allo scopo di prevenire il tumore del colon retto.

L’importanza di questa iniziativa legislativa è data, fra l’altro, dalla considerazione che Il tumore colorettale rappresenta nei paesi occidentali la terza causa di neoplasia più frequente e la seconda/terza causa di morte per cancro sia nei maschi che nelle femmine. Tale tumore si sviluppa nella stragrande maggioranza di casi a partire da lesioni precancerose (l'adenoma, generalmente in forma di polipi) che si valuta possano trasformarsi in tumori invasivi in un periodo di circa 10 anni (cosiddetta sequenza adenoma-carcinoma). Pertanto, l'individuazione di tali lesioni precancerose rappresenta un elemento favorevole per una diagnosi precoce ed un successivo trattamento che può portare a guarigione il paziente affetto. 

Le disposizioni normative sono finalizzate a potenziare il programma di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore al colon-retto, attraverso l’integrazione e la modifica delle disposizioni amministrative vigenti, nel rispetto della normativa statale.
Il programma di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore al colon-retto è rivolto a tutta la popolazione con età compresa tra quarantacinque e settantacinque anni, attraverso un test di classificazione, da effettuare nelle strutture sanitarie pubbliche, diretto a distinguere le persone sospette di malattia, eseguito sulla base d’inviti equiparati per natura giuridica alle prenotazioni ordinarie per le prestazioni diagnostiche a richiesta, inviati dalla Azienda sanitaria locale (ASL) di riferimento territoriale all’intera popolazione interessata, nel rispetto della propria organizzazione e delle modalità previste dagli atti amministrativi vigenti. Il test di selezione è ripetuto ogni due anni.

Con la lettera di comunicazione dell’esito negativo del test è indicata la data del test successivo, da svolgersi secondo la periodicità e le modalità indicate. Nel caso di esito positivo del test, la persona interessata è contattata dal Centro di screening della ASL territorialmente competente e indirizzata a data fissa presso il servizio di endoscopia dei presidi ospedalieri pubblici, per i più approfonditi esami diagnostici e l’eventuale avvio della presa in carico.
Per la fascia d’età superiore a settantacinque anni la valutazione sulla tipologia del test e la periodicità sarà valutata dal medico di medicina generale e sulla base delle condizioni generali di salute.
Dal programma di screening sono esclusi i pazienti già affetti da tumore al colon-retto, dotati di codice d’esenzione 048 e 009, da malattie infiammatorie croniche intestinali e coloro che abbiano eseguito una colonscopia con esito negativo o un intervento chirurgico sul colon negli ultimi cinque anni.

Al fine di migliorare le conoscenze nella prevenzione del tumore del colon-retto, tutti i dati aggregati e disaggregati in forma anonima devono essere resi disponibili per le valutazioni medico-scientifiche dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte.
L’Assessorato regionale alle politiche della salute provvederà entro sei mesi dall’entrata in vigore delle presenti disposizioni a fornire indicazioni alle Aziende sanitarie della Regione al fine di provvedere: al potenziamento delle risorse umane e strumentali delle strutture di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva coinvolte nel programma di screening; all’organizzazione di una rete   regionale hub e spoke in grado di adempiere alle maggiori necessità di colonscopie derivanti dall’incremento delle lesioni diagnosticate; all’applicazione di modelli nel governo della domanda di prestazioni endoscopiche, finalizzati alla riduzione delle quote di inappropriatezza, adottando le linee guida conformi ai Piani nazionali di gestione delle liste d’attesa, e prevedendo l’obbligo di allegazione alla prescrizione diagnostica di idoneo attestato di conformità al modello di appropriatezza, confermato dal medico specialista all’atto dell’erogazione della prestazione. 

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La crisi di governo non deve bloccare le misure di sostegno alle aziende agricole, colpite duramente dalla siccità e dai rincari produttivi. Servono interventi urgenti sul gasolio agricolo, come anche sull’emergenza manodopera e fauna selvatica e sull’agrifotovoltaico con il superamento del limite dell’autoconsumo. Queste le richieste del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, oggi a Palazzo Chigi per gli incontri tra parti sociali e premier Mario Draghi sul nuovo Decreto Aiuti.

          “In questo momento è necessario un grande senso di responsabilità da parte di tutti -ha detto Fini-. L’attuale situazione di stallo non deve impedire in alcun modo che vengano portati avanti interventi necessari e urgenti ad aiutare famiglie e settori in difficoltà, come l’agricoltura”. In questo senso, “c’è stato l’impegno dell’esecutivo ad accogliere le nostre istanze”.cia_incontra_il_presidente_draghi_2.jpeg

          In particolare, Cia chiede a Draghi che lo stallo politico non impedisca l’estensione del credito d’imposta per l’acquisto di gasolio agricolo, una proroga indispensabile per arginare il caro-carburante, arrivato al prezzo insostenibile di 1,60 euro al litro, e che fa il paio con il raddoppio dei costi di energia, concimi e fertilizzanti. Allo stesso modo, occorre anche la sterilizzazione strutturale del sistema di accise sui carburanti e la definitiva eliminazione degli oneri di sistema.

Altrettanto importante è non ritardare ancora l’approvazione del Decreto Flussi, atteso a settembre, per l’assunzione di 130 mila lavoratori stagionali, così come procedere senza intoppi sul Decreto Siccità, con risorse finanziarie necessarie a garantire agli agricoltori misure di aiuto, prevenzione e compensazione rispetto alle eccezionali avversità causate dall’emergenza idrica e che già hanno causato danni per oltre 3 miliardi.cia_incontra_il_presidente_draghi_3.jpeg

Sullo sfondo resta la partita Ue. “Un governo impegnato solo sugli affari correnti rischia di non avere un ruolo forte, efficace e risolutivo sui dossier agricoli più scottanti al tavolo della Ue: dalla decisione sul Nutriscore alle notifiche sui provvedimenti agro-energetici -ha sottolineato Fini- in particolare la modifica fortemente richiesta da Cia delle norme sugli aiuti di Stato per consentire il riconoscimento di aiuti alle imprese agricole che realizzano sui tetti delle proprie strutture produttive impianti fotovoltaici della potenza superiore all’autoconsumo”. Infine, attenzione alta per Cia alle imminenti scadenze che impongono al governo italiano di inviare alla Commissione i Piani strategici nazionali il prima possibile, affinché l’attuazione della nuova Pac possa iniziare -come pianificato- all’inizio del 2023.cia_incontra_il_presidente_draghi_4.jpeg

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Dati del giorno: 26 luglio 2022

7.346
Nuovi casi
33.523
Test giornalieri
14
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 2.227
Provincia di Bat: 589
Provincia di Brindisi: 693
Provincia di Foggia: 888
Provincia di Lecce: 1.554
Provincia di Taranto: 1.193
Residenti fuori regione: 170
Provincia in definizione: 32
69.093
Persone attualmente positive
488
Persone ricoverate in area non critica
17
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.378.989
Casi totali
12.026.449
Test eseguiti
1.301.114
Persone guarite
8.782
Persone decedute

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In queste ore presso il sito archeologico di Muro Tenente è in costruzione una "pagghiara" con le vecchie tecniche utilizzate dai contadini. Un valore aggiunto per il parco.

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Al via la seconda edizione di “See the sea”, il concorso di fotografia subacquea dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto. La competizione è fissata per i prossimi 3 e 4 settembre. I fotografi in possesso di brevetto sub potranno iscriversi già a partire da oggi. 

Un evento pensato per la valorizzazione dei tesori sommersi della riserva. Un concorso che mira a fare sensibilizzazione sul tema della sostenibilità e a far conoscere l’ecosistema di Torre Guaceto, le peculiarità che ne hanno fatto un’Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea ed un Blue Park. 
Una competizione sì, ma ben diversa dalle gare che hanno come unico obbiettivo quello di premiare i fotografi migliori. “See the sea” è innanzitutto rispetto dell’ambiente e degli animali, passione per la vita sottomarina.
Dopo lo stop imposto dalle misure anti covid, l’Amp celebrerà il ritorno dei fotografi con due giornate dedicate alle immersioni e alla formazione grazie all’introduzione della “valutazione aperta”. MARE_PESCI_SUB.JPG
Nel dettaglio, nella prima giornata del concorso, i fotografi potranno contare su due immersioni della durata di 90 minuti a testa, nella seconda potranno assistere ai lavori della giuria e comprendere al meglio i criteri di valutazione delle immagini prodotte. 
I fotografi subacquei Marco Gargliulo, Mimmo Roscigno e Andrea Giulianini giudicheranno il materiale prodotto dai concorrenti e individueranno il primo, secondo e terzo fotografo classificato. Non solo, ci sarà l’assegnazione di due menzioni speciali, una conferita dal Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ed una dal WWF. 
I posti disponibili sono 15 ed iscriversi al concorso è facile, basta compilare il form onlineundefined
“Siamo felici di annunciare il ritorno di ‘See the sea’ – ha commentato il presidente del Consorzio di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, la prima edizione del concorso è stata un successo, ora ci impegneremo affinché lo sia anche la seconda. Stare insieme e condividere l’amore per il mare è sempre entusiasmante. Non ci rimane che preparare gli ultimi dettagli, ci vediamo a settembre”. 
La competizione prenderà forma grazie all’importante sostegno offerto all’organizzazione dall’associazione “Salento sub”, che può vantare un’esperienza di settore di eccezionale spessore. 

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Con l’istituzione del catasto olivicolo delle aree colpite dalla Xylella fastidiosa al via gli espianti senza aspettare l’iter di accesso ai finanziamenti, autorizzando gli svellimenti degli ulivi secchi colpiti in Salento, a rischio desertificazione e incendi. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in relazione all’istituzione approvata dalla Giunta regionale del catasto olivicolo, una pressante richiesta di Coldiretti per consentire agli agricoltori di espiantare gli ulivi secchi e preparare i terreni per il reimpianto, a prescindere dall’iter autorizzativo dell’articolo 6 per gli espianti e i reimpianti.

Il catasto olivicolo è una banca dati depositata presso il SIAN contenente gli esiti della foto-restituzione delle aree interessate i cui contenuti riguardano la puntinatura delle piante di olivo e lo stato di ciascuna pianta (vive, morte e sintomatiche) riferite alle ortofoto.

Sono così superati i ritardi nelle istruttorie per l’espianto e il reimpianto degli ulivi, per cui la pubblica amministrazione deve garantire – insiste Coldiretti Puglia – il diritto di aiuto per quelle aziende, presenti in graduatoria che chiedono di eliminare gli impianti olivicoli danneggiati,  e non più produttivi e di eseguire le operazioni colturali utili al reimpianto, perché gli strumenti per la verifica del numero di piante  di olivo danneggiate da eliminare e da ripiantare sono già in possesso della pubblica amministrazione, come le ortofoto 2019, il catasto olivicolo e le banche dati Agea.

E’ un fondamentale contributo per favorire la resilienza ambientale e il paesaggio dell’area colpita dalla Xylella, in quanto la piantumazione arborea di oltre 12.000 ettari con l’articolo 6 può porre un freno alla “desertificazione” che il batterio sta provocato con il disseccamento di migliaia di ettari arborati considerato che sono oltre 90mila ettari di superficie olivetata intaccati in provincia di Lecce dalla Xylella.

Coldiretti Puglia aveva già indicato l’urgenza di procedere senza indugio all’emissione dei decreti di concessione relativi all’applicazione dell’art. 6 del Decreto Interministeriale sulla Xylella con 40 milioni di euro disponibili per le imprese presenti in graduatoria in posizione utile. 

A causa della Xylella fastidiosa – conclude Coldiretti Puglia - sono andate perse 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 70% della produzione di olio di oliva anche nell’annata 2021. Lo scenario è a tinte fosche, dove il crollo produttivo è divenuto incontrovertibile dal 2014 ad oggi. Gli agricoltori – conclude la Coldiretti – chiedono interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per sottrarre le campagne all’abbandono.

E’ da registrare nell'intera provincia di Brindisi – aggiunge Coldiretti Puglia - la continua avanzata della Xylella fastidiosa, con la presenza sempre più numerosa di oliveti con evidenti disseccamenti caratteristici dell’infezione dovuta al batterio. Nella parte sud del territorio provinciale tale fenomeno interessa oramai tutti gli oliveti con conseguenze anche sulla produzione ed una diminuzione del prodotto che in tali comprensori raggiunge anche il 50% rispetto alle annate precedenti.

La Xylella è arrivata in Puglia portata da piante tropicali giunte dall’America latina e fino a oggi ha infettato oltre 8mila chilometri quadrati – conclude Coldiretti Puglia - con oltre 21 milioni di ulivi colpiti, molti dei quali monumentali, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva.

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Serve una stretta per la gestione dell’acqua e della bonifica in Puglia, con uno stop alle cartelle pazze recapitate agli agricoltori per il pagamento degli oneri di contribuenza, senza che ci sia un effettivo servizio reso alle campagne. E’ Coldiretti Puglia a chiedere in una lettera al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al presidente della IV Commissione consiliare, Francesco Paolicelli e all’assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, la convocazione urgente della IV Commissione in Consiglio regionale per conoscere il cronoprogramma per il Piano regionale dell’acqua e della bonifica, partendo dall’assunto che le opere idrauliche realizzate nel tempo sul territorio risultano in molti casi distrutte e in serio stato manutentivo o addirittura, in alcuni casi, non sono mai entrate in esercizio, mentre i canali risultano colmi di sterpaglie e immondizia e con vegetazione e presenza di alberature anche di 20 anni.

Lo stesso dicasi per le opere irrigue – aggiunge Coldiretti Puglia – di cui molte sono incomplete, spesso in stato precario, con perdite non più sostenibili e anche gli invasi realizzati hanno necessità di essere riqualificati, ampliati e resi idonei per una modera distribuzione sull’area regionale.

“Non si può più tergiversare, visto che è a tutti evidente come il cambiamento climatico stia creando grandi problemi al territorio, soprattutto per la Puglia che invece ha bisogno di importanti opere per ridisegnare il proprio assetto idrico e idrogeologico e per garantire non solo l’approvvigionamento idrico per la popolazione, ma per assicurare l’acqua alle produzioni agricole”, afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La piovosità media in Puglia è di appena di 641,5 millimetri annui e la disponibilità annua media di risorsa pro capite è di soli 1000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2330 metri cubi, con un grave rischio di dissesto idrogeologico in moltissimi comuni pugliesi, mentre a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su questi territori.

“Per questo è necessario uno sforzo straordinario in termini di progettualità e investimenti, per modernizzazione il settore, nonché per la maggior sicurezza dei territori rispetto ai sempre più frequenti fenomeni climatici calamitosi. E tale compito deve essere assunto della politica regionale nel suo insieme, con una chiara volontà di voler mettere l’acqua e la bonifica al centro dell’impegno, sia in termini di risorse che di progettualità, ciò anche al fine di superare il sentiment sfavorevole, verso uno strumento indispensabile per il settore primario, altrimenti percepito solo come un esempio di mala gestio ed inefficienza regionale”, insiste Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.

Coldiretti Puglia chiede il cronoprogramma degli interventi, a partire dall’approvazione del Piano Generale di Bonifica, coinvolgendo le parti sociali, passando dalla realizzazione dei nuovi Piani di Classifica, con riparti degli oneri adeguatamente distribuiti su tutto il territorio e una più ampia platea di contribuenti, con una coerente applicazione dei tributi di bonifica connessi ai benefici che le opere di bonifica apportano agli immobili dei contribuenti, e che la regione vigili sulla loro corretta attribuzione, il superamento del peso debitorio sul sistema Consorzi commissariati e la risoluzione delle problematiche amministrative e finanziarie esistenti, la ripresa dei servizi di bonifica (lavori, investimenti) in modo da concretare e giustificare il pagamento degli oneri di bonifica, l’aggiornamento della classificazione e dei tributi per le imprese agricole presenti nelle aree colpite da Xylella, in cui dal 2014 persiste una permanete calamità che ha sconvolto gli assetti della produttività agricola, il completamento delle opere incompiute e la ripresa delle progettazioni idrauliche ed irrigue per mettere in sicurezza il nostro territorio per il prossimo futuro.

Coldiretti Puglia torna a sollecitare l’urgente dichiarazione dello stato di emergenza idrica per la Regione Puglia, come sta avvenendo per altre regioni che, oltre alla possibilità di indennizzare le imprese per i danni subiti, consenta di accedere a fondi straordinari per la realizzazione di necessarie opere e interventi per la migliore gestione dell’acqua.

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