La Luce che illumina le tenebre. Festeggiare con le luci ha poco valore se non si accoglie la Luce

MESSAGGIO NATALIZIO DELL’ARCIVESCOVO MONS. CALIANDRO Dicembre 23, 2021 877

Amati figli,
Due elementi caratterizzano tradizionalmente le festività natalizie: le luci e lo stare insieme. Il Natale è collocato nel mese in cui si toccano i giorni più “brevi” dell’anno, quelli in cui prevalgono le ore della notte. Dopo il solstizio d’inverno, il sole torna a illuminare più a lungo la nostra giornata e ciò fa rifiorire speranza nell’uomo, perché la luce è simbolo di vita.
Festeggiare con le luci ha poco valore se non si accoglie la Luce che sorge nella storia e si rivela ai nostri cuori. Nel Vangelo secondo Luca, l’anziano Simeone gioisce nel vedere il piccolo Gesù ed esclama: «I miei occhi hanno visto la tua salvezza, […] luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Lc 2, 30.32). Simeone aveva atteso con ansia la manifestazione del Messia e la sua vita trova senso e si compie nel momento in cui Cristo, vera Luce, si fa incontro a Lui. Ancora oggi, purtroppo, la Luce viene combattuta. Siamo circondati da tante luci sfolgoranti, che chiedono attenzioni, con l’illusione che più si è luccicanti, più si è felici: sono i bagliori del denaro e del successo, della gloria umana che illude gli uomini, facendoli sentire divi. Quante volte, però, la storia di personaggi famosi si è spenta nella solitudine. La differenza tra Cristo, Luce del mondo, e le luci effimere create dagli uomini sta proprio in questo: Dio vuole che l’uomo non sia solo, ma crei unità, non quella fondata sul piacere o sul divertimento, ma quella costruita sulla carità.
Da qui l’importanza di vivere le feste insieme. Il Natale è l’occasione per recuperare i buoni rapporti familiari che possono essere stati perduti; è il momento per aprire il cuore alla fede, che può essersi indebolita; è il tempo per avere uno slancio nella carità, aprendo le porte a chi è solo. Nell’epoca in cui si può avere facilmente tutto, sperimentiamo la fatica della solitudine. L’evangelista Giovanni così scrive nell’apertura del suo Vangelo: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1, 9-12).
Ecco la grandezza del Natale: il Verbo Dio, facendosi carne, viene in mezzo a noi, per strapparci dal potere delle tenebre, che sono piene di avidità, di bugie, di false notizie, di egoismo e di superbia. Chi vive per Cristo non ha paura della verità, anzi è libero e si sente a casa nel mondo, con gli altri e con sé stesso. Il Signore Gesù viene a illuminarci, per costruire in Lui una sola famiglia. La nostra casa è la Trinità ed Egli viene a dimorare in noi, per farci dimorare in Lui. Nel bambino Gesù troviamo l’unità dell’amore e l’invito a venirci tutti incontro per fare casa e per sentirci in famiglia, superando ogni divisione e discordia.
Apriamo il nostro cuore a Gesù, perché le tenebre del peccato lascino per sempre il posto alla Luce della vita.
Auguri di Santo Natale e di felice anno nuovo,

+ DOMENICO CALIANDRO
Arcivescovo di Brindisi-Ostuni