27 anni fa l'addio a Gianfranco Lavino, presidente US Mesagne In evidenza

Pino Potì Luglio 07, 2022 703
"Lavino, il presidente dei giovani"
 
Sembra ieri, eppure sono passati 27 anni che manca alla Sua famiglia e alla Mesagne sportiva, ma non solo. Gianfranco Lavino ci lasciò un pomeriggio afoso di molti anni fa, l’8 luglio 1995; i dirigenti che erano in riunione per programmare la stagione sportiva 1995/96 lo attesero invano, un ictus cerebrale gli tolse ogni speranza di vita.
Gianfranco si prodigò in tutte le maniere, insieme ad altri dirigenti, per riportare in auge il calcio mesagnese che, dopo la retrocessione dall’Interregionale del 1988, viveva momenti di stallo; il pubblico si era disaffezionato, c’era poco interesse, ma Lui con la sua tenacia che lo contraddistingueva, tentava in tutte le maniere di tenere accesa la fiammella della speranza che il calcio a Mesagne fosse seguito come una volta (ci fu anche un tentativo di acquisire il titolo dal Brindisi che militava in Eccellenza, anche se Lui voleva acquisire sul campo quel salto di categoria).Lavino_torneo_cittadino_1974.jpg
(Nella foto allegata lo vediamo da protagonista come calciatore in un torneo cittadino anno 1974 (Il terzo da sx accosciato))
Credeva fortemente, insieme al suo grande amico fraterno Roberto Potì che chiamò alla guida del Mesagne negli anni 1993/94 e 1994/95, nei giovani, soprattutto locali. Puntavano sui giovani, provenienti dalle diverse società giovanili del territorio, perché asserivano all’unisono  che bisognava giocare prima con la passione e il cuore e l’attaccamento alla maglia. Memorabili le vittorie sia con il Trepuzzi (che poi vinse il campionato nella stagione sportiva 1993/94) e poi sul Tuglie nella stagione 1994/95 (anch'egli poi promosso in Eccellenza), così come la splendida cornice di pubblico nel derby col Latiano concluso con il risultato di 0-0 il 13 Novembre 1994 (quasi 2000 spettatori). Gianfranco fu presidente dell' Unione Sportiva Mesagne dalla stagione sportiva 1990/91, quando la subentrò al dottor Antonio Di Dio, fino al giorno della Sua dipartita; una vita dedicata agli altri, anche dopo la morte. Lasciò un vuoto immenso sia nei suoi familiari, che tra gli sportivi e nei suoi giocatori che erano molto affezionati alla Sua figura".

 

 

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