Mesagne. Sabato benedizione degli ambienti del museo dei frati Carmelitani

Aprile 26, 2024 844
padre Enrico Ronzini, priore e parroco della Basilica minore del Carmine padre Enrico Ronzini, priore e parroco della Basilica minore del Carmine

C’è particolare attesa a Mesagne per l’inaugurazione e benedizione del museo della storia dei frati Carmelitani che sarà inaugurato il prossimo primo giugno nel convento collocato nel piazzale San Michele Arcangelo. In attesa di ciò sabato 27 aprile alle ore 10 il priore e parroco del Santuario della Vergine Santissima del Monte Carmelo di Mesagne, padre Enrico Ronzini, il provinciale dell’ordine Carmelitano, padre Cosimo Pagliara, e il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, in compagnia dell’arcivescovo di Brindisi-Ostuni, Giovanni Intini, inaugureranno le sale in cui è in allestimento il museo. Si tratta degli antichi ambienti a piano terra del convento che sono stati completamente ristrutturati e dotati delle ultime tecnologie necessarie per accogliere gli oggetti liturgici e i paramenti appartenuti nei secoli ai frati. Lo scorso 24 aprile i frati hanno festeggiato insieme a tutta la comunità i 503 anni di presenza nella città di Mesagne. I frati mesagnesi fanno parte della Provincia Napoletana dei Carmelitani dell'Antica Osservanza ha la sua sede centrale in Bari ed annovera le comunità di Mesagne, Bari, Palmi (RC), Foggia e Caivano (Na).

La provincia conta 22 frati. I Religiosi Carmelitani prendono le loro origini da quel gruppo di pellegrini stabiliti sul monte Carmelo nel 1200 circa. Il monte Carmelo catena montuosa collinare che si estende per circa 23 chilometri di fronte al golfo di Haifa in Terra Santa, oggi tristemente nota per gli eventi bellici in essere. I Carmelitani arrivarono a Mesagne nel 1521 e presero possesso dei resti di un antico convento con la relativa chiesa che negli anni e secoli seguenti restaurarono. Per secoli i frati Carmelitani hanno custodito le espressioni di memorie storiche-culturali che permettono di riscoprire il cammino di fede della comunità, sia religiosa che laica, attraverso le varie generazioni. Oggetti e paramenti di particolare pregio che sono l’espressione creativa degli artigiani locali che hanno impresso il loro senso religioso e la devozione dell’intera comunità locale verso la Vergine del Carmelo. Oggetti che nella metà degli anni Novanta sono stati raccolti dagli allora frati, tra cui padre Ignazio Episcopo, padre Anastasio Filieri e padre Marcello Minerva, e conservati in una collezione che non voleva certamente essere semplicemente una raccolta di oggetti liturgici bensì la conservazione di questi oggetti di carattere religioso per valorizzarli. Il museo, inoltre, doveva essere un centro di animazione culturale. Insomma, un Cenacolo. Ed è grazie a questi frati e al successivo lavoro svolto da padre Enrico Ronzini che la collezione di oggetti appartenuti ai frati si è ben conservata e si è ampliata in maniera tale da poter allestire un museo con oggetti, opere d’arte e culturali, generalmente non più in uso e provenienti dalle proprie chiese e dalle loro sacrestie. Uno scrigno d’arte che potrà essere visitato e ammirato dal prossimo primo giugno. Il museo dei frati Carmelitani fa parte della rete del Sistema urbano museale.

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Ultima modifica il Venerdì, 26 Aprile 2024 19:45