Bloccata la missione di pace dell'Isola che non c'è
“Per cercare la Pace ci vuole un segnale forte”. Così Al Bano Carrisi ieri mattina, durante una conferenza stampa indetta per annunciare il rinvio di una missione di pace in Terra Santa, ha chiesto al “Governo di istituire il ministero della Pace. E se non lo si fa – ha proseguito - è perché, evidentemente, dà fastidio a qualcuno”. Poi ha riflettuto un attimo ed ha aggiunto: “I soldi per ammazzare le persone ci sono per sfamare i popoli no”. Infine, Al Bano ha svelato il suo sogno: “Poter cantare in Terra Santa per tutti i popoli martoriati dalla guerra. Perché come ha detto S. Agostino “Chi canta prega due volte””. L’incontro si è svolto ieri mattina presso la Tenuta Carrisi a Cellino San Marco per annunciare la decisione di rinviare la missione di pace in Terra Santa da parte dell'associazione “L'Isola che non c'è”, prevista dal 28 al 30 ottobre prossimi, per consegnare al cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, e alle autorità israeliane e palestinesi il medaglione benedetto da Papa Francesco lo scorso 29 novembre in Vaticano.
Le ragioni del rinvio, tra cui la chiusura dello spazio aereo dovuto all'inasprirsi del conflitto israelo-palestinese, sono da ricercare nell’attuale conflitto armato. Nell’incontro di ieri sono intervenuti l'arcivescovo emerito di Taranto, monsignor Filippo Santoro, il cantautore Al Bano Carrisi e il presidente dell'associazione “L'Isola che non c'è”, Franco Giuliano. Alla missione avrebbe partecipato lo stesso Al Bano che nei giorni scorsi aveva dichiarato di essere con la mente «già sull'aereo che ci porterà a Gerusalemme e a Tel Aviv» per «essere testimone di questo passo importante che è la voglia di pace, la voglia di seminare pace». «Io - aveva anticipato - istituirei il ministero della Pace». L’incontro di ieri mattina che si è svolto sul sagrato della chiesetta presente nella tenuta del cantante, che è stato preceduto da un momento di preghiera guidato da monsignor Santoro, è stato aperto da Franco Giuliano. “Quella a Tel Aviv – ha detto il presidente - sarebbe stata la terza missione di pace della nostra associazione dopo quella di Kiev e di Mosca che si sono svolte lo scorso anno. L’incontro è stato organizzato con le autorità italiane presenti in Israele, ma l’inasprirsi del conflitto e la chiusura dello spazio aereo hanno consigliato di rinviare la nostra missione. Oggi non ci sono le condizioni ambientali necessarie”.
Intanto, Al Bano è convinto che le guerre non dovrebbero esistere. “Bisognerebbe – ha sottolineato - togliere dal dizionario la parola guerra a favore della pace. L’unica guerra che si deve fare – ha continuato – è quella per sconfiggere il cancro”. Al Bano sente su di sé tutta la responsabilità di questa missione di pace. “La guerra – ha proseguito - è distruzione, è la fine di tante vite. Davanti ad essa l’uomo si sente impotente. Anche se il popolo vuole la pace si trova davanti a una guerra che distrugge tutto, a Gaza come a Tel Aviv. Oggi 7 ottobre, anniversario di una tragedia, bisogna gridare con forza e agire con i fatti nel sostenere il basta a queste tragedie”. Nella giornata di ieri il Pontefice, insieme a tutta la comunità cristiana, ha pregato per la Pace e indetto una giornata di digiuno. Monsignor Santoro, obbedendo all’invito del Santo Padre, dopo aver pregato e digiunato ha spiegato che “La guerra è contro la vita e la nostra missione ha lo scopo di dare speranza a quelle popolazioni che non vogliono la guerra, ma sono costretti a subirla”.
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