Redazione

La giunta regionale ha approvato l’altro ieri il disciplinare per la gestione della “caccia di selezione” al cinghiale in Puglia. “Un provvedimento atteso da tempo e chiesto a gran voce da CIA Puglia nell’ambito della mobilitazione, indetta da oltre due mesi, a livello regionale”, questo il commento del sindacato degli agricoltori in una nota.

Obiettivo del disciplinare è quello di garantire al mondo agricolo il massimo contenimento dei danni alle produzione agricole, oltre che di garantire la sicurezza durante lo svolgimento delle attività di caccia di selezione. La presenza incontrollata sul territorio di fauna selvatica (cinghiali, lupi, cinghiali, storni), sta determinando annualmente milioni di euro di danni ad allevamenti e coltivazioni, sta mettendo in pericolo anche i residenti nelle campagne, i cittadini e gli automobilisti.

“È necessario procedere a un abbattimento selettivo e controllato dei cinghiali per riportare a livelli di sostenibilità ambientale la presenza di questi animali sul territorio – ha dichiarato il presidente di CIA Agricoltori Italiani di Puglia Gennaro Sicolo -. Ben venga, dunque, l’approvazione, come da noi richiesto, del disciplinare per la gestione della caccia di selezione al cinghiale, superando anche posizioni a dir poco anacronistiche del mondo dell’ambientalismo. E’ grave che alla tutela della vita umana e alla salvaguardia di colture, produzioni e posti di lavoro si anteponga un approccio ideologico e contrario a priori a qualsiasi metodo per fermare la proliferazione senza controllo dei cinghiali”.

Il 3 agosto scorso, inoltre, la giunta regionale ha approvato la autorizzazione al prelievo in deroga dello storno nell’area “Piana olivetata litoranea tra le province di Bari e Brindisi”, e specificatamente nei comuni di Polignano a Mare, Castellana Grotte, Monopoli, Conversano, Alberobello, Locorotondo in provincia di Bari, e nei comuni di Fasano, Cisternino, Ostuni, Ceglie Messapica, Villa Castelli, Francavilla Fontana, San Michele Salentino, Latiano, Carovigno, San Vito dei Normanni, Mesagne e Brindisi in provincia di Brindisi, e nell’area “Fascia pedegarganica della provincia di Foggia”, e specificamente nei comuni di Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Rignano Garganico, Apricena, Poggio Imperiale, Lesina, Sannicandro Garganico e Cagnano Varano in provincia di Foggia.

“Sia la approvazione della caccia in deroga allo storno che l’approvazione del disciplinare per la gestione della “caccia di selezione” al cinghiale in Puglia sono il frutto di un lavoro quotidiano che abbiamo svolto a livello sindacale ed anche nell’ambito del Comitato Tecnico Regionale Faunistico Venatorio, all’interno del quale abbiamo chiesto e sostenuto con forza entrambi i provvedimenti – ha spiegato il vicepresidente vicario di CIA Puglia, Giannicola D’Amico -. Relativamente alla caccia di selezione al cinghiale, adesso si proceda speditamente con tutti gli altri adempimenti, soprattutto da parte degli ATC, per dare corso al prelievo selettivo dei capi. Riguardo lo storno, il prelievo in deroga sicuramente attenua il problema riducendo i danni alle coltivazioni agricole, sia olivicole che orticole, ma lo non risolve appieno in quanto è necessario un impegno a livello europeo e nazionale affinchè si modifichi la relativa norma comunitaria”.

In generale a riguardo della problematica relativa alla fauna selvatica, CIA Puglia ribadisce come sia necessario: riformare radicalmente la legge 157/1992; riconoscere risarcimenti veri e propri agli agricoltori danneggiati, superando il concetto di indennizzo attualmente in vigore; superare il regime del de minimis e i limiti da esso imposti; prevedere la sterilizzazione dei cinghiali che potrebbe servire a ridurre la presenza di esemplari in circolazione; prevedere la eventuale realizzazione della filiera della carne di cinghiale, previa autorizzazione della filiera corta della carne con la macellazione delocalizzata.

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Nei giorni scorsi i due consiglieri di minoranza hanno attaccato il sindaco Pasquale Nicolì in merito a presunte anomalie nella gestione del comune di Erchie definendo un quadro fosco in termini di legalità e trasparenza. Tra le prime questioni reclamate ci sarebbe l’assenza o meglio il mancato rispetto di norme ed istituti di Legge tanto da invocare l’intervento del Prefetto e addirittura del Ministero dell’Interno.

Sindaco, che cosa risponde a queste critiche?

A riguardo mi permetto di richiamare un principio filosofico formulato da Wundt: L’Eterogenesi dei fini. L’opposizione in questo caso invoca le istituzioni non per il ripristino della presunta violata legalità, bensì per il ritorno al potere. La domanda da porsi a mio avviso è: questi signori oltre alle elezioni cosa hanno perso?  Spero che qualcuno cominci a riflettere e a prendere consapevolezza che qualcosa inizia a cambiare. Le elezioni amministrative le abbiamo vinte per aver promesso agli elettori il Cambiamento. Ma il cambiamento ha bisogno di una struttura di supporto che aiuti la politica in tale percorso. C’è la necessità di costruire modalità lavorative diverse, orientate alla soluzione dei problemi e non alla tutela delle proprie responsabilità. Bisogna scardinare il culto dell’adempimento amministrativo svincolato dalla propria azione in attuazione del programma di governo democraticamente approvato dagli elettori.

Che cosa sta facendo l’Amministrazione per adeguare la macchina amministrativa del Comune?

In tale contesto la prima azione compiuta è stata quella della modifica dell’assetto organizzativo, al fine di renderlo funzionale al perseguimento dei fini istituzionali previste nelle linee guida di mandato dato dagli elettori. Ma gli ‘scienziati’ dell’opposizione blaterano invece asserendo che tali processi organizzativi sono stati messi in essere per demotivare i dipendenti; come se i dipendenti si affezionassero più al capo di turno che al proprio ruolo ed all’ente che gli paga lo stipendio.

L’opposizione ha anche più volte sostenuto che i dipendenti del Comune stanno scappando a causa del volere del Sindaco. Questa affermazione è vera?

Anche qui occorre precisare che l’introduzione di un paradigma diverso (diverso modo di intendere il e fare il proprio lavoro) ha inevitabilmente generato delle riflessioni in capo ai dipendenti che hanno preferito confrontarsi con realtà per loro più confacenti. Vi sono poi i due funzionari che hanno chiesto ed ottenuto il comando e che, al di là delle motivazioni dei richiedenti, lo stesso è stato concesso nell’interesse dell’ente. Le nuove e diverse esperienze lavorative, in contesti completamente diversi, avrebbero apportato, al di là delle motivazioni dei richiedenti, delle ricadute positive al loro ritorno in comune, in termini di esperienza ed approccio lavorativo.

Rispetto al presunto contrasto tra il volere del sindaco e quello dei dirigenti, cosa ci può dire?

Premesso che il comune non ha dirigenti, ma semplici incaricati di Posizione Organizzativa, e che il sindaco ha il solo volere di realizzare il proprio programma di governo per l’attuazione del mandato conferitogli dagli elettori, tutto il resto è contorno. Quello che viene millantato come ingerenza è semplice tentativo di far capire che ci sono modi diversi per giungere ad un risultato e ciò al di là di chi temporaneamente governa. Pertanto è inconcepibile che tantissimi atti di indirizzo non abbiano in questi due anni trovato attuazione. Così come risulta incomprensibile che il sindaco o la giunta debbano visionare l’Albo pretorio on line del comune per sapere cosa fanno i responsabili delle strutture organizzative, altro che Bassanini.

Rimanendo sempre sulla gestione amministrativa, l’opposizione l’accusa di scelte altalenanti sul numero delle aree organizzative. Cosa è accaduto?

Un comune di 8.000 anime non si poteva permettere una Organizzazione che vedeva ben 6 settori/aree di gestione con circa 2,5 dipendenti per ogni apicale responsabile di Posizione Organizzativa. Da qui la necessità della riorganizzazione e razionalizzazione dell’impiego delle risorse e dei processi gestionali, riaccorpati per funzioni omogenee e dinamicamente condensate in tre Aree di gestione. Tutto ciò senza arrecare nocumento alcuno nella gestione dei servizi al cittadino.

Tra le note dolenti dell’organizzazione comunale c’è sicuramente quella della Polizia Locale. Erchie ha ancora un corpo di Vigili Urbani?

Anche in merito alla questione della Polizia Locale occorre effettuare alcune precisazioni. L’eliminazione ed il riaccorpamento delle funzioni in capo ad altra area sono frutto di scelte razionali di ordine giuridico ed economico. Di ordine giuridico perché non si giustifica un capo per due soli Operatori, atteso che il comandante della Polizia Locale è previsto per legge in un Corpo con almeno sette vigili; cosi come non è giustificato sul piano economico la presenza di una Posizione Organizzativa per tale fattispecie. I consiglieri di opposizione dovrebbero spiegare ai concittadini di Erchie perché negli anni passati non hanno sostituito i vigili che andavano in pensione? Perché hanno trasformato vigili in dipendenti amministrativi? Tutto quello che oggi emerge è esattamente frutto delle scelte errate in materia di gestione delle risorse umane, cui nel tempo si cercherà di porre rimedio.

Per concludere, come è possibile che l’opposizione sostenga che il Comune di Erchie non abbia il responsabile anticorruzione e privacy? 

L’opposizione anche su questo dice cose non vere. Millantano l’assenza di figure istituzionali quali il responsabile anticorruzione, privacy ecc. mai viste tante falsità, atteso che tali figure esistono e sono operative, ma oggi non vi sono denunce per assenteismo o per corruzione, fattispecie tutte presenti nel recente passato. Per la privacy, in base al Reg. UE 679/2016 e Codice Privacy nazionale ogni PA deve avere un Responsabile Protezione Dati personali (anche conosciuto come DPO, dall'acronimo inglese).

Il Comune di Erchie ha come DPO l'azienda LiquidLaw srl - Azienda spinoff UniSalento, con referente persona fisica per il ruolo (come imposto dalle norme in caso di incarico a persona giuridica) nella persona del prof. avv. Marco Mancarella. Internamente all'ente vi è poi un modello privacy che vede:

- un titolare del trattamento, che è il Comune nella persona del legale rappresentante;

- più designati al trattamento (segretario, funzionari apicali), che seguono le istruzioni del titolare;

- più autorizzati al trattamento (funzionari, dipendenti a tempo determinato) che seguono le istruzioni dei designati. Da tutto ciò emerge con assoluta certezza che per quanto concerne la privacy, se manca un Segretario di certo non si blocca il modello previsto dalla legge.

Identiche valutazioni valgono per il responsabile dell’anticorruzione, ruolo esercitato dal segretario comunale quale figura istituzionalmente preposta e le cui funzioni sono dinamicamente eserciate dal segretario presente per tempo. E su questo da loro stessi esercitato con le continue denunce su tutti gli atti di livello adottati, puntualmente trasmessi alla Guardia di Finanza che con immediatezza interviene, per cui si assicura che il controllo c’è ed è attuato in maniera generalizzata. In ultimo vorrei rassicurare tutti che adesso in Comune non c’è nulla da nascondere poiché gli attuali amministratori lavorano da una posizione completamente diversa rispetto a chi blatera. Per questo siamo aperti ad ogni controllo ispettivo avendo come mission quella di fare bene per la comunità, pur fra tutte le criticità riscontrate.

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Con la stangata a tavola da oltre 900milioni di euro per le famiglie pugliesi e la difficoltà di arrivare alla fine del mese tra caro bollette e carrello della spesa sempre più costoso, crescono del 23% gli acquisti di comunità con la nuova frontiera dei gruppi di acquisto di condominio, una formula più smart di fare la spesa che si è affiancata ai gruppi di acquisto solidale. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base delle rilevazioni di Campagna Amica, che segnala un nuovo modo di fare la spesa in maniera collettiva nelle città per portare a casa cibo locale al giusto prezzo, risparmiando al contempo sui costi della benzina.

I GAC e i Gas nascono da esigenze di acquisto, dalla voglia di ritrovare la genuinità del cibo locale in città – spiega Coldiretti Puglia – oltre ad un migliore equilibrio tra qualità e prezzo, ma che finiscono per andare molto oltre, perché esprimono valori più alti rispetto alla pur importante dimensione commerciale, valori che hanno un forte contenuto di comunità, socialità e rivisitazione del modello di organizzazione della produzione e della società, avvalendosi – aggiunge Coldiretti Puglia - anche dei nuovi canali di prenotazione hi-tech, consegna a domicilio e asporto, con un’attenzione forte alla salvaguardia dell’ambiente.

Ogni gruppo di acquisto ha propri criteri per selezionare i fornitori – aggiunge Coldiretti Puglia - individuare i modi di consegna, stabilire con il produttore un prezzo equo e scegliere cosa acquistare privilegiando la stagionalità, il biologico, il sostegno alle cooperative sociali, la riduzione degli imballaggi, le dimensioni del produttore e la vicinanza territoriale del cibo locale. Le modalità di acquisto variano notevolmente e vanno dalla consegna a domicilio, alla prenotazione via internet fino “all’adozione” in gruppo di interi animali o piante da frutto.

Anche gli accordi del gruppo di acquisto con l’azienda sono differenti e possono prevedere – sostiene Coldiretti Puglia – la consegna settimanale del prodotto (ad esempio una cassetta di frutta e verdura di stagione) oppure la formulazione di specifici ordini per telefono o attraverso internet, ma anche tramite abbonamento con l’offerta di prodotti a scadenze fisse e pagamento anticipato. Le modalità maggiormente diffuse sono la distribuzione di cassette di ortofrutta a cadenza settimanale o bisettimanale e la vendita di pacchi di carne.

La propensione al risparmio non ha intaccato l’attenzione verso la qualità di ciò che si porta a tavola – aggiunge Coldiretti Puglia - con la guerra in Ucraina e il Covid che hanno spinto oltre 8 consumatori su 10 (82%) a cercare di instaurare un rapporto stabile con un agricoltore per garantirsi cibo sicuro, sano e di qualità. Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori nei mercati dei contadini è salito in Puglia ad oltre 650 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque, grazie al progetto economico di filiera corta di ‘Campagna Amica’, con cui in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.

Si tratta di una tendenza che avvicina il produttore al consumatore che, soprattutto nelle città, sta contagiando i cittadini che – conclude Coldiretti  Puglia – intendono così garantirsi un volume di acquisto sufficiente ad ottimizzare i costi di trasporto e ad accedere a più vantaggiosi canali distributivi, dai mercati degli agricoltori di Campagna Amica fino direttamente nelle aziende.

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La giuria di esperti dell’Apulia Film Fest, la manifestazione tenutasi a Mesagne lo scorso 6 e 7 agosto nell’ambito del cartellone “MesagnEstate 2022”, patrocinata dall’amministrazione comunale di Mesagne con il sostegno della cooperativa Rinascita, si è espressa in merito ai vincitori della terza edizione.

Il festival ideato da Sara Scalera che cura anche la direzione artistica, con l’organizzazione di Antonio Romagnoli e la conduzione dell’attrice Silvia Micunco, quest’anno ha avuto una giuria di giovani professionisti nell’ambito cinematografico quali: Matteo Delai, regista e direttore artistico del Desenzano Film Festival; Antonio La Camera, film maker e direttore artistico del Castrovillari Film Fest; Rossella Inglese, sceneggiatrice e regista; Andrea Benjamin Manenti, direttore della fotografia e regista e Lorenzo Pallotta regista, che hanno così selezionato le Opere vincitrici tra le tante pervenute da tutto il mondo e tra le 12 finaliste proiettate a Mesagne (Br) durante le due serate della manifestazione:apulia_film_fest_2022_pubblico.jpeg

Premio al Miglior Corto sezione Apulia e Miglior Documentario, a cui va anche un premio in denaro: il cortometraggio “God dress you” di Mattia Epifani (Italia); Premio Miglior film e Migliore regia: “Trumpets in the sky” di Rakan Mayasi (Libano); Premio Miglior film di Animazione e Migliore sceneggiatura: “He can’t live without cosmos” di Konstantin Bronzit (Russia); Premio Migliore attrice protagonista: “Big” di Daniele Pini (Italia); Premio Migliore attore protagonista: “Fauve” di Jeremi Comte (Francia); Premio Migliore fotografia, Migliore colonna sonora e Miglior montaggio: “Da ye” di Anthony Nti (Gana).

“Aver trovato tanta partecipazione e interesse da parte del pubblico mi riempie di soddisfazione e gratitudine – ha dichiarato Sara Scalera – e il risultato ha una valenza ancora più grande se si considera che il nostro Festival, ancora giovane e acerbo, si sostiene soprattutto sulle gambe solide della passione per il cinema e della fiducia verso la Puglia che merita tutta la luce di cui brilla negli ultimi anni.apulia_film_fest_finalisti.jpeg

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“Campioni dell’estate 2022”: il Consorzio BR4 premia i ragazzi che hanno partecipato ai laboratori estivi. Si sono conclusi i laboratori estivi organizzati dal Consorzio dell’Ambito Territoriale Sociale BR4 in collaborazione con la cooperativa Socioculturale e con il contributo di Lesvil – Laboratorio di economia dello sviluppo locale. L’ultimo appuntamento si è svolto a San Pietro Vernotico nella struttura della cooperativa “Il Sogno”: l’immobile, costruito su un terreno confiscato alla criminalità organizzata, ha accolto i ragazzi con bisogni educativi speciali segnalati dai servizi sociali dei Comuni dell’ATS BR4; i minori che durante l’anno scolastico hanno beneficiato dei servizi di integrazione scolastica specialistica, i bambini che sono stati destinatari di interventi di assistenza educativa domiciliare.

A tutti i 90 piccoli protagonisti dei tre laboratori - che prima dell’appuntamento svoltosi a Sana Pietro dall’1 al 6 agosto sono stati impegnati presso il centro di equitazione “H20” di Mesagne e la piscina “Feel Good” di Cellino San Marco – sono stati consegnati attestati di partecipazione e medaglie. Tante le famiglie presenti, provenienti dai Comuni di Cellino San MarcoErchieLatianoMesagneSan DonaciSan Pancrazio SalentinoSan Pietro Vernotico, TorchiaroloTorre Santa Susanna. Le mamma e i papà - al fianco dei loro ragazzi, tra sorrisi, musica di sottofondo e succhi di frutta pronti per essere serviti - hanno ritirato il riconoscimento preparato per ciascun "campione dell’estate 2022”. Gli assenti riceveranno la pergamena personalizzata e la medaglietta direttamente presso i Comuni di residenza.

“Un importante lavoro di squadra ha dato i risultati che speravamo: è stata una bella soddisfazione constatare la felicità dei ragazzi e la serenità dei genitori. Le strutture che hanno accolto i ragazzi hanno realizzato il progetto esattamente nel modo in cui volevamo: divertimento, socialità e integrazione sono state le parole chiave di un’esperienza che ha meritato l’impegno con cui ci siamo spesi”, ha dichiarato Antonio Calabrese, presidente del Consorzio BR4, presente all’iniziativa​ insieme alla vicepresidente del Consorzio e assessore ai Servizi Sociali di Torre Santa Susanna, Lucrezia Morleo, e all’assessore ai Servizi Sociali del Comune di San Pietro e componente del CdA dell’ATS BR4, Giuliana Giannone.

“Bravi gli educatori e gli operatori, i coordinatori e le assistenti sociali dei 9 Comuni. E grazie a tutti coloro che a diverso titolo hanno contribuito alla buona riuscita di un’esperienza che cresce e si consolida grazie alla passione di molti”, ha aggiunto l’assessore Morleo. L’assessore Giannone ha voluto ringraziare le famiglie dei ragazzi “per la fiducia con cui hanno affidato i loro figli a personale sensibile e qualificato – ha spiegato - e anche per alcuni suggerimenti di cui sapremo far tesoro per l’organizzazione del servizio negli anni a venire”. L'appuntamento per tutti è al prossimo anno.

Uva, Cia Puglia: “Prezzi da fame ai produttori, subito tavolo di crisi con la GDO”, 50 centesimi ai produttori, fino a 10 volte tanto sui banchi dei supermercati, “è inaccettabile”.

L’incontro con Pentassuglia, l’organizzazione chiede anche un piano idrico per affrontare la siccità. Abbruciamento residui di potatura nel Gargano, “necessaria una deroga alla normativa vigente”

 La stagione 2022 dell’uva da tavola è cominciata molto male. Ai produttori pugliesi, l’uva viene pagata una miseria, appena 50 centesimi al chilo; la stessa uva, però, nei supermercati va dai 2 ai 5 euro al chilogrammo, fino a 10 volte di più rispetto a quanto riconosciuto agli agricoltori. In pratica, la GDO scarica su produttori e consumatori le sue politiche di marketing, sia quando propone il sottocosto sia quando accelera con i prezzi. “I produttori pugliesi di uva da tavola sono a terra, la situazione è pesantissima, per questo abbiamo incontrato Donato Pentassuglia”, ha dichiarato Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario di CIA Puglia. Nei giorni scorsi, il sindacato degli agricoltori aveva richiesto un incontro urgente con l’assessore regionale all’Agricoltura per discutere dell’emergenza uva da tavola e di altre importanti questioni. Pentassuglia nel giro di poche ore ha risposto alla richiesta e fissato l’incontro tenutosi oggi, 10 agosto. Oltre a Giannicola D’Amico, nella delegazione CIA Puglia erano presenti: Benedetto Accogli, presidente CIA Salento e vicepresidente regionale dell’organizzazione; Danilo Lolatte, direttore regionale; Sergio Curci, coordinatore dell’area economica vegetali; Giuseppe Creanza, direttore CIA Levante (Bari-Bat); Angelo Miano, presidente CIA Capitanata; Vito Rubino e Pietro De Padova, rispettivamente direttore e il presidente di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi); Emanuela Longo, direttrice CIA Salento. “All’assessore regionale all’Agricoltura, abbiamo chiesto di aprire un tavolo di crisi e confronto anche con la GDO su uva da tavola e ortofrutta: è sempre più alto il rischio che tante aziende disinvestano, si ridimensionino e chiudano definitivamente con conseguenze drammatiche”. Per la Regione, erano presenti anche i dirigenti del Dipartimento Agricoltura e Francesco Ferraro per l’Arif.

PUGLIA REGINA DELL’UVA DA TAVOLA. La Puglia è la prima regione italiana per numero di aziende, quantità e qualità della produzione di uva da tavola. Il dato complessivo regionale si attesta su una superficie di 25.085 ettari utilizzati e una produzione di 6.400.000 quintali. La provincia di Bari, da sola, registra 10.750 ettari utilizzati e una produzione annuale pari a 2.332.000 quintali, ma i numeri e la qualità sono rilevanti anche nel Tarantino, con dati importanti inoltre in provincia di Foggia, nella BAT e nelle province di Brindisi e Lecce. Si tratta soprattutto di reddito, posti di lavoro, un’economia che è motore trainante del nostro export, una ‘industria a cielo aperto’ che dà da mangiare più dell’Ilva.

CONCORRENZA INTERNAZIONALE AL RIBASSO. “Occorre rafforzare il potere contrattuale dei produttori, serve una grande campagna annuale di promozione per il consumo dell’uva da tavola pugliese nelle famiglie, a scuola, nei ristoranti, nelle mense aziendali”, ha aggiunto D’Amico. “E’ necessario, soprattutto, cambiare i meccanismi nazionali e internazionali che penalizzano il nostro prodotto a vantaggio di chi produce con regole ballerine e a costi nettamente inferiori ai nostri”, ha dichiarato il presidente di CIA Puglia, Gennaro Sicolo. “Si vive sulla lama di un rasoio, sempre sull’orlo del baratro del fallimento, esposti al ricatto del ‘o fai così o non ti ritiriamo il prodotto’, con gli oneri e i pesi che gravano tutti su una sola parte, perché a rischiare sono soltanto gli agricoltori”.

LA SICCITA’. Nell’incontro con Pentassuglia, CIA Puglia è tornata a chiedere azioni e opere strutturali per affrontare la questione siccità e, soprattutto, le lacune cinquantennali rispetto a infrastrutture e tecnologie a uso irriguo. I dati sono sconcertanti. La mancanza d’acqua ha già causato rese inferiori fino al 40% per il grano, dal 15 al 30% per il pomodoro, con previsioni di raccolti inferiori fino a un terzo per la prossima campagna olivicola. Rese minori anche per l’uva, e non solo. “Occorre un piano idrico-irriguo capace di far diventare sistematico il recupero delle acque reflue in favore dell’agricoltura”, ha dichiarato Sicolo, “ed è fondamentale potenziare numero ed efficienza non solo degli invasi, ma anche della distribuzione irrigua a costi sostenibili. I Consorzi di bonifica commissariati devono funzionare e avere una gestione che veda in prima fila gli agricoltori e il mondo dell’agricoltura”.

ABBRUCIAMENTO RESIDUI POTATURA. CIA Puglia inoltre è tornata a chiedere una deroga alla normativa regionale vigente che permetta l’abbruciamento dei residui di potatura nei territori del Parco Nazionale del Gargano, dove è necessario trovare una soluzione equa e giusta all’impossibilità da parte degli olivicoltori di smaltire i residui di potatura degli ulivi, poiché la bruciatura delle frasche è vietata. Il contesto normativo regionale, vietando di fatto l’abbruciamento dei residui di potatura, aggrava i problemi connessi alla difficoltà di controllo di fitofagi, ai quali si aggiungono quelli collegati all’impossibilità di accesso con mezzi meccanici alle citate aree per eseguire le permesse operazioni di cippatura/trinciatura. CIA Puglia chiede la concessione di un’apposita deroga al disposto dell’art. 2, comma 4 della L.R. n. 38/2016.

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Il Lotto premia la Puglia: a Barletta, in provincia di Bari, riporta Agipronews, sono stati vinti oltre 16mila euro, mentre a Fasano, in provincia di Brindisi, è arrivata un'altra vincita da 9.500 euro, per un bottino totale della regione di oltre 25mila euro. L'ultimo concorso del Lotto ha distribuito 5,6 milioni di euro in tutta Italia, per un totale di 640,8 milioni dall'inizio dell'anno.

Puglia protagonista del concorso del 9 agosto del SuperEnalotto: come riporta Agipronews, a Turi, in provincia di Bari, è stato centrato un “5” da 22.370,66 euro. La giocata vincente è stata convalidata all'Oran Caffè di via Marco Masi 13A. Nel frattempo il Jackpot è arrivato a quota 251,8 milioni di euro che saranno messi in palio nel prossimo concorso. L'ultima sestina vincente è arrivata il 22 maggio 2021, con i 156,2 milioni di euro finiti a Montappone (FM), mentre in Puglia l’ultimo "6" è quello da 26 milioni di euro realizzato a gennaio del 2014, a Bari.

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Giornata da dimenticare per i passeggeri aerei dei voli Brindisi Milano e Milano Brindisi, che, nella giornata odierna, mercoledì 10 agosto, hanno riportato dei ritardi consistenti da parte della compagnia aerea Wizzair.

I viaggiatori, secondo quanto analizzato da ItaliaRimborso, potrebbero richiedere la compensazione pecuniaria di 250 euro, prevista dal Regolamento Comunitario 261/2004.

Nella fattispecie, il volo Brindisi Milano W65508 doveva partire alle 09:25 ed è atterrato solamente dopo le 16. Un pesante ritardo che ha comportato anche disagi con altrettanto successivo ritardo del volo Milano Brindisi W65507 con partenza prevista alle 11:45, con i passeggeri ancora fermi all’aeroporto di Milano Linate.

Per attivare l'assistenza di ItaliaRimborso e quindi procedere con la richiesta di compensazione, senza alcuna spesa, i passeggeri dei voli in ritardo Wizzair Brindisi Milano e ritorno possono farlo attraverso la compilazione del form online presente nell'homepage del sito web italiarimborso.it.

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Dati del giorno: 10 agosto 2022

2.168
Nuovi casi
13.330
Test giornalieri
7
Persone decedute
Nuovi casi per provincia
Provincia di Bari: 602
Provincia di Bat: 155
Provincia di Brindisi: 214
Provincia di Foggia: 241
Provincia di Lecce: 567
Provincia di Taranto: 303
Residenti fuori regione: 83
Provincia in definizione: 3
42.172
Persone attualmente positive
403
Persone ricoverate in area non critica
16
Persone in terapia intensiva

Dati complessivi

1.423.868
Casi totali
12.267.120
Test eseguiti
1.372.792
Persone guarite
8.904
Persone decedute

Giovedì 4 agosto alle ore 20.00 presso il Castello Ducale di Ceglie Messapica si è svolta la cerimonia di consegna del Premio Letterario Nazionale “Città di Ceglie Messapica” a Sangue di Giuda (Minimum fax) di Graziano Gala. Erano presenti le autorità civili (Angelo Palmisano il sindaco della città, Antonello Laveneziana assessore alla cultura e Luigi Caroli consigliere regionale), religiose (Monsignor Gianfranco Gallone, Nunzio Apostolico in Zambia) e i finalisti Navid Carucci con La luce di Akbar, il romanzo dell’Impero Moghul (la Lepre edizioni), Omar Di Monopoli con Brucia l’aria (Feltrinelli) e Andrea Donaera Lei che non tocca mai  terra (NN editore).  Nel orso della serata sono stati assegnati, inoltre, il premio “Parola al femminile” offerto da Cantine Due Palme a Rosa Maria Di Natale con Il silenzio dei giorni (Ianieri) e il premio “Giovani under 30” offerto da Andrea Chirulli a Roberto Del Giudice con Conversare con un sognatore (Schena editore). A Il tesoro di carta (All Around) di Roberta Leporati e Silvia Giannì è stato assegnato il Premio speciale della Giuria.

Il  presidente della giuria, professoressa Maria Antonietta Epifani, a conclusione della serata, ha annunciato che la scuola che affiancherà il comitato scientifico sarà l’istituto Cataldo Agostinelli di Ceglie Messapica guidato dalla dott.ssa Angela Albanese e che il tema della prossima edizione 2023 sarà il genere noir, giallo e thriller.

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