Redazione

Trasportava ingenti quantità di hashish e marijuana. Arrestato per spaccio. Nella tarda serata del 24 giugno, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Brindisi hanno arrestato in flagranza di reato un 44enne della provincia di Lecce per il delitto di traffico di sostanze stupefacenti; l’uomo, mentre percorreva a bordo della propria autovettura la S.S. 379 a velocità sostenuta, è stato bloccato dai militari. L’atteggiamento da subito assunto dal predetto, che mostrava segnali di nervosismo, ha insospettito i Carabinieri che hanno ritenuto opportuno approfondire il controllo.

Le successive operazioni di perquisizione hanno permesso di accertare che all’interno dell’autovettura condotta dall’uomo erano stati occultati:

-      Kg. 31,600 di sostanza stupefacente del tipo hashish, suddivisa in trecento panetti;

-      Kg. 5,600 di sostanza stupefacente di tipo marijuana, suddivisa in cinque buste.

In considerazione dell’ingente quantitativo e delle diverse tipologie di sostanze stupefacenti rinvenute nella disponibilità dell’uomo, è apparso plausibile che le stesse fossero destinate allo spaccio.

Dopo le formalità di rito, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, il giovane è stato condotto presso la Casa Circondariale di Brindisi.

Tale servizio rientra nelle attività di contrasto alla criminalità diffusa, in modo particolare contro lo spaccio di sostanze stupefacenti, che il Comando Provinciale dei Carabinieri di Brindisi sta svolgendo in tutta la provincia.

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Alla luce dell’assemblea pubblica tenuta dai lavoratori e dalle lavoratrici della Brindisi Mutiservizi in data odierna,  e del conseguente incontro con il Sindaco Dott. Giuseppe Marchionna tenutosi  in mattina nel Palazzo di città, i timori e le perplessità circa il futuro della partecipata del Comune di Brindisi non si placano.

Anche se, così come dichiarato dal Primo Cittadino, la BMS ha ottenuto da parte dell’Agenzia delle Entrate la rateizzazione di insoluti sul DURC (Documento unico di regolarità contributiva) pagando già la prima rata,fondamentale per la conformità del documento, propedeutico per lo sblocco di pagamenti di fatture da parte del Comune verso la BMS, risulta  tutt’oggi al vaglio del collegio dei revisori dei conti  il piano industriale della Società in house, definito “Piano di ristrutturazione industriale e risanamento economico-finanziario 2024-2026”, necessario per la messa in sicurezza della Società che dovrà infine approdare in consiglio comunale.

Resta evidente che il futuro della partecipata si deciderà nei prossimi giorni e che per la delicatezza della posta in gioco sarà necessario un consiglio comunale monotematico, nel quale presenzieremo con i lavoratori e le lavoratrici.

Resta evidente inoltre che la perdita di esercizio 2022 e 2023 (quest’ultima pari a circa 1.975.663 euro) imporrà una difficile chiusura in pareggio dell’esercizio 2024 , in quanto, secondo il  D.Lgs 175/2016 “Legge Madia”, la reiterazione di perdite di esercizio e quindi una condizione deficitaria strutturale, preclude il soccorso finanziario da parte dell’ente pubblico verso la partecipata.

Filcams Cgil, Fisascat TA BR, Uiltrasporti Uil pertanto indicono l’apertura dello stato di agitazione di tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici della BMS.

Il destino di 148 lavoratori è legato all’approvazione da parte del consiglio comunale del piano industriale, ma anche alla concreta realizzazione di operazioni fattibili , atte al rilancio della società partecipata del capoluogo  messapico che dovrà garantire i livelli occupazionali , puntare sulla riqualificazione del personale e incentivare il turn over creando possibilità  di stabilizzazione del personale precario .

Per queste ragioni, il sindacato confederale si impegnerà e si schiererà sempre al fianco dei lavoratori  e delle lavoratrici  per la difesa dei posti di lavoro e per tutelare la continuità di reddito.

Le Segreterie Unitarie

Filcams Cgil –Fisascat Cisl – Uiltrasporti Uil

Con l’arrivo dell’estate la città di Mesagne si prepara ad affrontare la movida estiva. E lo fa emettendo, al momento, tre ordinanze che regolano il traffico veicolare nel centro storico e nella vicina via Tenente Ugo Granafei. In città, infatti, si attendono migliaia di turisti per le vacanze e molti si recheranno nell’antico maniero per visitare la mostra “G7: sette secoli di arte italiana”. Tante altre migliaia parteciperanno agli eventi ludici che l’Amministrazione sta programmando nel centro storico. Peccato, però, che i turisti dovranno fare i conti con il tanfo che proviene da diversi cassonetti di spazzatura collocati proprio di fronte l’ingresso dell’antico castello e un po' in generale nel centro storico. Una collocazione spaziale che stride con la città accogliente cui Mesagne si erge. Inoltre, il Comune a breve intitolerà questo slargo alla “Famiglia de Angelis”, antichi feudatari di Mesagne, e non rigenerando tale piazzetta, in cui sono presenti diversi cassonetti dei rifiuti, non faranno certo bella figura, anche se recintati con una staccionata di legno con tanto di pubblicità gratuita, delle varie attività, stampigliata sopra. Gratuita poiché i commercianti non pagano al Comune né la tassa di pubblicità né quella per l’occupazione di suolo pubblico.

Tuttavia, ritornando alle ordinanze il Comune il comandante della polizia locale, Antonio Cirarcì, ha inteso “prevedere anche per quest’anno, nel periodo estivo, limitazioni alla circolazione ed alla sosta dei veicoli nel centro storico, nel perimetro delimitato dalle vie Federico II Svevo, piazza Vittorio Emanuele II, via Manfredi Svevo, e in via Granafei, tratto villa comunale”. L’ordinanza ha validità dal 1° luglio al 1° settembre 2024, dalle ore 20 alle ore 01. Altra ordinanza riguarda piazza dei Commestibili e regolamenta la zona a traffico limitato a partire dal 1° luglio secondo il presente orario: da lunedì al sabato dalle ore 0 alle ore 8,00; dalle ore 13 alle ore 16 e dalle ore 20 alle ore 24. La domenica e i festivi dalle ore 0 alle ore 24. Infine, l’ultima ordinanza riguarda gli orari di funzionamento dei dissuasori automatici di via Castello, via degli Azzollino e via Geofilo.

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Una complessa esercitazione si è svolta ieri mattina a Brindisi, coodrdinata dalla Capitanera di porto, previste dal “Piano di Emergenza per il soccorso ad Aeromobile incidentato in mare”. L'obiettivo era testare il livello di prontezza operativa di tutti gli operatori coinvolti, ciascuno secondo le proprie attribuzioni, per fronteggiare eventuali emergenze di questo tipo.

Sotto il coordinamento della Sala Operativa della Guardia Costiera di Brindisi, è stato predisposto uno scenario che simulava un ammaraggio forzato di un Boeing 737 con 120 persone a bordo. L'ammaraggio è stato causato da un Bird Strike durante il decollo, costringendo il velivolo a scendere nel settore “E5” del Piano di Soccorso.

Dopo aver ricevuto la chiamata di emergenza dalla Torre di Controllo, la Sala Operativa ha richiesto l’intervento immediato della Motovedetta di soccorso CP 844, dei Vigili del Fuoco per eventuali operazioni di spegnimento incendi, dei Sommozzatori e dei servizi tecnico-nautici (rimorchiatori, piloti e ormeggiatori) per il recupero dei naufraghi.

L’attività addestrativa, coordinata dalla Capitaneria di Porto di Brindisi, si è conclusa con esito positivo. Lo scenario ha visto l’impiego sinergico di tutti i soggetti istituzionali e privati coinvolti, verificando l’adeguatezza delle risposte in termini di rapidità d’intervento e chiarezza delle procedure applicate.

L’esercitazione ha permesso di testare l’efficienza del Piano di Soccorso ad Aeromobile Incidentato in mare, previsto per l’aeroporto di Brindisi. Il Capo del Compartimento Marittimo, Capitano di Vascello Luigi Amitrano, ha sottolineato l’estrema utilità di tali esercitazioni e il sinergico impiego di tutti gli attori coinvolti, al fine di garantire la salvaguardia della vita umana in mare.

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E’ stata approvata dalla III Commissione presieduta da Mauro Vizzino la proposta di legge che abroga integralmente la legge regionale 7 del 2022 sul contenimento della spesa farmaceutica. Tale legge stabiliva, tra le altre cose, la decadenza ope legis dei direttori generali della Asl e Aziende sanitarie in caso di mancato rispetto dei limiti di spesa fissati annualmente dalla giunta regionale con propria delibera. La proposta è stata votata a maggioranza, con l’astensione del commissario di Forza Italia Massimiliano Di Ciua e il voto contrario del commissario di Azione, Sergio Clemente.
La proposta, a prima firma del consigliere del Pd Caracciolo e sottoscritta da molti consiglieri di maggioranza, è stata illustrata da Pier Luigi Lopalco, che ne ha spiegato le ragioni. “A parere dei proponenti – ha argomentato - la legge 7 non raggiunge gli obiettivi sperati di riduzione della spesa ma semplicemente sposta su un capro espiatorio (i direttori generali) la responsabilità di una oggettiva impossibilità di gestire in modo corretto un sistema complesso quale quello della spesa farmaceutica”.  A supporto dell’abrogazione si cita anche il fatto che la quota di sforamento risulta in linea con la media nazionale e che tale criticità non possa essere imputabile direttamente ai direttori generali in quanto “il problema del superamento del tetto di spesa risiede, in gran parte, nell’aumento del costo dei farmaci e nel mancato adeguamento dei tetti di spesa da parte del Ministero, rispetto a detto aumento”.
Lopalco ha spiegato che la questione non può essere fissare un tetto, tracciandolo in maniera lineare e in modo “ragionieristico”, ma occorre invece procedere a una “qualificazione della spesa farmaceutica” utilizzando criteri di farmaco-economia, che si traducano in “un risparmio per il sistema sanitario regionale nel suo complesso preservando il preminente diritto alla salute del cittadino”. 
Contro l’abrogazione della legge 7 (della quale è stato proponente) il consigliere Fabiano Amati che ha stigmatizzato la proposta come un “condono”, una legge “salva-direttori generali”. Amati ha argomentato che con l’abrogazione tout court si cancella anche il monitoraggio della spesa farmaceutica ma soprattutto, ha sostenuto “si va contro gli indirizzi della giunta e del presidente Emiliano, che annualmente indicano in una delibera i tetti di spesa da rispettare”. 
Amati, nel chiedere di un ripensamento sulla proposta, suggerendone il ritiro per un successivo confronto anche con il governo regionale, ha formulato una diversa ipotesi sulle ragioni dello sforamento della spesa, evidenziando come la ragione più rilevante non sia né l’aumento dei costi né l’aumento della produttività della Aziende, ma “la mancanza dello svolgimento di gare da parte di un centro aggregatore”. “Mancanza – ha aggiunto - che ha provocato uno scostamento – ha dettagliato – di un miliardo e 200mila euro a fronte di un fondo sanitario complessivo di circa 8 miliardi di euro”. 
La proposta di Amati, fatta propria dal commissario Clemente, è stata rifiutata dai proponenti che hanno anticipato la redazione di una bozza di legge che si presti ad una “più idonea individuazione di misure atte a ottenere risparmi tramite la qualificazione della spesa farmaceutica”.
Il consigliere Michele Mazzarano, rifiutando di ritirare la pdl, ha evidenziato anche la necessità di una rivalutazione politica della pianificazione generale, “tendendo presenti le specificità territoriali”. Nel caso particolare le evidenze epidemiologiche di Taranto, che richiederebbero una valutazione in più rispetto alla ripartizione dei fondi così come calcolata.  
Con il parere favorevole della Commissione, la battaglia si sposta ora in Aula. 

I lavori sono proseguiti con l’audizione, richiesta dal consigliere Massimiliano Di Cuia sulla grave crisi finanziaria dell’Asp terra Jonica. A tal fine sono stati ascoltati la dirigente della sezione Inclusione sociale attiva, Caterina Binetti, e il commissario della Asp, Stefano Basile.  La posizione debitoria, secondo quanto riportato dal commissario, ammonta a circa 500mila euro mentre la parte attiva, pur potendosi quantificare in circa 300mila euro, non necessariamente potrà tradursi in effettive entrate. Si punta, invece, alla valorizzazione del patrimonio immobiliare. “Con una serie di azioni la posizione debitoria potrà essere azzerata inn8/10 anni”, ha concluso Basile.  
Il tema della Asp, al di là del caso singolo, rimane comunque non definito anche per sotto il profilo giuridico. Per i consiglieri Mazzarano e Di Cuia sarà necessario ascoltare i responsabili politici, il presidente Emiliano e l’assessore (attualmente non nominato) al Welfare, per capire come gestire e se ipotizzare un ruolo per le 23 Asp regionali.

Infine il consigliere Marco Galante (M5s)  ha illustrato la propria richiesta di audizione sulla diffusione del gioco d’azzardo, nata nel momento in cui il governo Meloni sembrava aver “esautorato l’Osservatorio presso il ministero della Salute, che in questi anni ha monitorato il fenomeno della dipendenza dal gioco d’azzardo e l’efficacia delle azioni di cura e di prevenzione intraprese e la definizione delle linee di azione e delle misure più efficaci per l’attività di prevenzione, cura e riabilitazione”.  L’audizione per avere contezza dei dati aggiornati sul gioco d’azzardo in Puglia e delle criticità esistenti è stata rinviata a nuova data a causa dell’assenza del sociologo Maurizio Fiasco, esperto della Consulta Nazionale antiusura e componente dell’Osservatorio.
 

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Versa in gravi condizioni una donna 39enne di Latiano che ieri sera è stata soccorsa nella sua abitazione dai militari dell'Arma e dai soccorritori del 118 a seguito di una aggressione domestica. L'allarme è stato lanciato dai vicini di casa che avevano udito all'interno dell'abitazione della donna dei rumori sospetti. I militari stanno ascoltando in caserma un uomo. La donna, ricoverata nel reparto di terapia intensiva, è in prognosi riservata.

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Festa grande a Peschici, in provincia di Foggia, grazie al 10eLotto. Nel concorso di martedì 25 giugno, come riporta Agipronews, vinti 20mila grazie a un “9” in un'estrazione istantanea. L'ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito 24,8 milioni di euro, per un totale di 1,9 miliardi di euro da inizio anno.

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Le A.S.D. Casale Volley 3 e Aurora Volley sono attive sul territorio di Brindisi da alcuni anni, gli scopi delle due società sono comuni, infatti promuovono la pratica sportiva nel volley femminile, secondo i principi della Carta Etica dello Sport Pugliese. Favoriscono e promuovono la socializzazione, l’uguaglianza, il rispetto e la solidarietà fra tutti i tesserati, e la cultura dell’ambiente e dei diritti ,per rendere migliore la nostra comunità. Progetto Le due società hanno stretto un accordo di collaborazione, per un progetto comune che permetta di continuare a promuovere lo sport con i valori che da sempre sono stati perseguiti, ottimizzando sia le risorse umane, sia le risorse economiche, gli impianti sportivi e le attrezzature in generale. L’obiettivo finale è quello di costituire un progetto che, pur mantenendo l' autonomia ed identità delle due società, metta a disposizione del territorio l’esperienza maturata, per divenire un punto di riferimento per tutte le atlete che si vogliono avvicinare allo sport del volley agonistico , in un contesto socializzante e formativo. Tale collaborazione permette a ciascuna realtà associativa di presentare la propria programmazione e di trovare sostegno sia nella realizzazione, sia nella partecipazione alle diverse iniziative.

Si prevedono verifiche periodiche con l’obiettivo di costruire un coordinamento stabile fra le associazioni molto snello e senza appesantimenti strutturali. Start-up Nell’immediato viene assunto un impegno comune di rilanciare il movimento locale. Infatti da qualche anno c’è stata una sofferenza nel settore del volley brindisino, con fuoruscite e migrazioni di giovani atlete che appartenevano alle due società. Lo scopo dell’intervento è quello di ottimizzare le risorse economiche ed umane, gestire al meglio gli spazi palestra e poter offrire alle atlete del territorio gli spazi adeguati in un contesto formativo più avanzato. La proposta, ambiziosa, è quella di costituire una una nuova realtà che disponga di una PRIMA SQUADRA che possa partecipare a campionati nazionali FIPAV sostenuta da una SCUOLA DI VOLLEY ,un punto di riferimento quantitativo e qualitativo per tutto il settore giovanile nel territorio Salentino.

Unendo le esperienze e utilizzando i veicoli promozionali a disposizione delle due associazioni si ritene possibile arrivare ad avere un importante incremento nel settore giovanile e nella formazione di una prima squadra competitiva a livello Nazionale. Integrazione fra le Associazioni Sarà sviluppata l'integrazione delle attività costituendo un gruppo di lavoro composto dai dirigenti delle due società, allo scopo di sostenere e controllare il processo di stretta collaborazione per porre eventuali correttivi e sviluppare un progetto generale per arrivare alla costituzione di un polo di eccellenza regionale e nazionale riconosciuto ufficialmente dalla Federazione Italiana Volley.

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Una mattinata di festeggiamenti al lido sostenibile di Torre Guaceto. Si è tenuta la cerimonia di consegna del riconoscimento di “Area protetta amica delle tartarughe marine” assegnato da Legambiente e per l’apposizione della Bandiera blu consegnata da rappresentanti del Comune di Carovigno. torre_guaceto_mare_tartaruga_2.jpg

“Nel 2022 abbiamo registrato il record delle nidificazioni delle tartarughe marine in Italia - ha dichiarato Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia consegnando il vessillo assegnato dal nazionale - quindi, quest’anno è ancora più importante fare sensibilizzazione sul tema della tutela dei nidi. Altrettanto fondamentale è il consolidamento della collaborazione con il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto proprio per le attività di tutela della biodiversità e protezione dell’ambiente in senso lato che porta avanti”. 
Il premio, ideato da Legambiente nell’ambito del progetto europeo Life Turtlenest, riconosce l’impegno del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto e la qualità dei risultati ottenuti in termini di tutela della specie grazie alle regole stringenti imposte per la gestione e fruizione da parte degli utenti della costa e del mare. 
Il premio fa riferimento al divieto di accesso di mezzi a motore, agli sforzi fatti per la protezione delle dune, alla lotta alle emissioni rumorose e luminose nell’area protetta, alla scelta di consentire la pulizia spiagge solo manuale, affinché nessun nido venga danneggiato, al lavoro incessante del centro recupero tartarughe marine della riserva. “Facciamo l’impossibile per tutelare l’area protetta, gli animali, sia quelli di passaggio, sia quelli che recuperiamo in sofferenza, e agevolare la fruizione da parte di chi rispetta l’ambiente e vuole fruirlo con le dovute modalità – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, è sempre bello che il nostro impegno venga riconosciuto. Oggi veniamo premiati per la tutela delle tartarughe e per la qualità del nostro lido etico, non possiamo che esserne orgogliosi”. 
Nell’ambito della cerimonia presso lo stabilimento balneare dell’area protetta, è stata festeggiata anche la consegna della bandiera blu recentemente riconosciuta al lido di Torre Guaceto a Punta Penna Grossa, dalla Foundation for Environmental Education, FEE, e consegnata al comune di pertinenza, Carovigno. 
“L’ambiente non ha bisogno di bandiere e Torre Guaceto è un modello da seguire per tutti da decenni - hanno dichiarato il sindaco di Carovigno, Massimo Lanzilotti, e l’assessore all’ambiente, Annamaria Saponaro -, ma è fondamentale lavorare affinché i cittadini acquisiscano maggiore consapevolezza della bellezza del luogo in cui viviamo e dell’importanza della sua tutela. Infatti, Bandiera blu non è solo una certificazione di qualità, rappresenta anche il percorso virtuoso che vede protagonista il Comune di Carovigno con le sue marine del cammino per il raggiungimento di questo obbiettivo”. 
La giornata di festa a Torre Guaceto si è conclusa con la reimmissione in mare di una delle tartarughe marine soccorse in difficoltà dal personale del Consorzio e curate presso il centro recupero della riserva, evento simbolo degli sforzi dell’ente e dell’amore per la natura.

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Con il caldo che favorisce la rapida maturazione delle produzioni agricole nei campi, ma espone i lavoratori all’afa e al sole cocente, gli agricoltori  stanno svolgendo di notte le attività di imballatura del fieno per l’alimentazione degli animali, di trebbiatura dei legumi e le lavorazioni in campagna. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, nel sottolineare che le alte temperature ostacolano le operazioni agronomiche in campagna, per cui gli agricoltori si stanno organizzando con le lavorazioni in tarda serata e di notte.

Le produzioni agricole, già impoverite dalla morsa della siccità che in Puglia dura da mesi, a cui è seguita la morsa di caldo estremo e repentino, devono essere raccolte per garantire gli approvvigionamenti alimentari alla popolazione come frutta e verdura necessarie a combattere l’afa. Non è possibile – sottolinea la Coldiretti Puglia – sospendere del tutto le lavorazioni, poiché proprio in questo momento si coltiva la maggior parte delle colture, dalla frutta alla verdura, che se non vengono tempestivamente raccolte sono irrimediabilmente compromesse anche perché il caldo accelera i processi di maturazione, a differenza di quanto avviene in altri settori dove le attività possono essere sospese ed i lavoratori possono accedere anche alla cassa integrazione.

Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile – continua la Coldiretti Puglia – si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di giungere a maturazione, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Ma il caldo torrido ostacola pure le operazioni agronomiche e di raccolta che devono essere sospese nelle ore più bollenti per tutelare la salute dei lavoratori mentre diventa impossibile lavorare nelle serre.

Il caldo africano di questi giorni taglia anche le produzioni di uova, latte e miele, quando il caldo bollente e la mancanza di acqua  – precisa la Coldiretti Puglia – hanno anche fatto crollare la produzione di foraggio, avena e orzo, necessari per l’alimentazione del bestiame con la siccità che ha dimezzato la produzione di grano e altri cereali, criticità che si registrano in tutta la regione dove con il picco delle temperature – sottolinea la Coldiretti Puglia – manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico.

Per le mucche – sottolinea la Coldiretti regionale – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte, quando con le alte temperature ogni singolo animale arriva a bere fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Per. Per questo – rileva la Coldiretti Puglia – sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove sono entrati in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono dati un po’ per volta per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. A risentire è tutto il settore agricolo divenuto rovente e secco – denuncia Coldiretti Puglia – con oltre 164 milioni di metri cubi di acqua in meno rispetto alla capienza degli invasi, con i prodotti agricoli di stagione a rischio nei campi.

Per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori occorre quindi – precisa la Coldiretti - adottare delle strategie ad-hoc che preservano tanto la salute dei lavoratori che la qualità del prodotto in campo che rischia di andare irrimediabilmente perduto, dall’utilizzo dei dispositivi di protezione allo stop alla raccolta nelle ore più calde fino al lavoro notturno.

Una conferma dei cambiamenti climatici in atto che hanno cambiato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura pugliese con danni stimati in oltre 70 milioni di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti Puglia. 

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