Vizzino. Varata la proposta di legge che abroga integralmente la legge sul contenimento della spesa farmaceutica

Giugno 26, 2024 375

E’ stata approvata dalla III Commissione presieduta da Mauro Vizzino la proposta di legge che abroga integralmente la legge regionale 7 del 2022 sul contenimento della spesa farmaceutica. Tale legge stabiliva, tra le altre cose, la decadenza ope legis dei direttori generali della Asl e Aziende sanitarie in caso di mancato rispetto dei limiti di spesa fissati annualmente dalla giunta regionale con propria delibera. La proposta è stata votata a maggioranza, con l’astensione del commissario di Forza Italia Massimiliano Di Ciua e il voto contrario del commissario di Azione, Sergio Clemente.
La proposta, a prima firma del consigliere del Pd Caracciolo e sottoscritta da molti consiglieri di maggioranza, è stata illustrata da Pier Luigi Lopalco, che ne ha spiegato le ragioni. “A parere dei proponenti – ha argomentato - la legge 7 non raggiunge gli obiettivi sperati di riduzione della spesa ma semplicemente sposta su un capro espiatorio (i direttori generali) la responsabilità di una oggettiva impossibilità di gestire in modo corretto un sistema complesso quale quello della spesa farmaceutica”.  A supporto dell’abrogazione si cita anche il fatto che la quota di sforamento risulta in linea con la media nazionale e che tale criticità non possa essere imputabile direttamente ai direttori generali in quanto “il problema del superamento del tetto di spesa risiede, in gran parte, nell’aumento del costo dei farmaci e nel mancato adeguamento dei tetti di spesa da parte del Ministero, rispetto a detto aumento”.
Lopalco ha spiegato che la questione non può essere fissare un tetto, tracciandolo in maniera lineare e in modo “ragionieristico”, ma occorre invece procedere a una “qualificazione della spesa farmaceutica” utilizzando criteri di farmaco-economia, che si traducano in “un risparmio per il sistema sanitario regionale nel suo complesso preservando il preminente diritto alla salute del cittadino”. 
Contro l’abrogazione della legge 7 (della quale è stato proponente) il consigliere Fabiano Amati che ha stigmatizzato la proposta come un “condono”, una legge “salva-direttori generali”. Amati ha argomentato che con l’abrogazione tout court si cancella anche il monitoraggio della spesa farmaceutica ma soprattutto, ha sostenuto “si va contro gli indirizzi della giunta e del presidente Emiliano, che annualmente indicano in una delibera i tetti di spesa da rispettare”. 
Amati, nel chiedere di un ripensamento sulla proposta, suggerendone il ritiro per un successivo confronto anche con il governo regionale, ha formulato una diversa ipotesi sulle ragioni dello sforamento della spesa, evidenziando come la ragione più rilevante non sia né l’aumento dei costi né l’aumento della produttività della Aziende, ma “la mancanza dello svolgimento di gare da parte di un centro aggregatore”. “Mancanza – ha aggiunto - che ha provocato uno scostamento – ha dettagliato – di un miliardo e 200mila euro a fronte di un fondo sanitario complessivo di circa 8 miliardi di euro”. 
La proposta di Amati, fatta propria dal commissario Clemente, è stata rifiutata dai proponenti che hanno anticipato la redazione di una bozza di legge che si presti ad una “più idonea individuazione di misure atte a ottenere risparmi tramite la qualificazione della spesa farmaceutica”.
Il consigliere Michele Mazzarano, rifiutando di ritirare la pdl, ha evidenziato anche la necessità di una rivalutazione politica della pianificazione generale, “tendendo presenti le specificità territoriali”. Nel caso particolare le evidenze epidemiologiche di Taranto, che richiederebbero una valutazione in più rispetto alla ripartizione dei fondi così come calcolata.  
Con il parere favorevole della Commissione, la battaglia si sposta ora in Aula. 

I lavori sono proseguiti con l’audizione, richiesta dal consigliere Massimiliano Di Cuia sulla grave crisi finanziaria dell’Asp terra Jonica. A tal fine sono stati ascoltati la dirigente della sezione Inclusione sociale attiva, Caterina Binetti, e il commissario della Asp, Stefano Basile.  La posizione debitoria, secondo quanto riportato dal commissario, ammonta a circa 500mila euro mentre la parte attiva, pur potendosi quantificare in circa 300mila euro, non necessariamente potrà tradursi in effettive entrate. Si punta, invece, alla valorizzazione del patrimonio immobiliare. “Con una serie di azioni la posizione debitoria potrà essere azzerata inn8/10 anni”, ha concluso Basile.  
Il tema della Asp, al di là del caso singolo, rimane comunque non definito anche per sotto il profilo giuridico. Per i consiglieri Mazzarano e Di Cuia sarà necessario ascoltare i responsabili politici, il presidente Emiliano e l’assessore (attualmente non nominato) al Welfare, per capire come gestire e se ipotizzare un ruolo per le 23 Asp regionali.

Infine il consigliere Marco Galante (M5s)  ha illustrato la propria richiesta di audizione sulla diffusione del gioco d’azzardo, nata nel momento in cui il governo Meloni sembrava aver “esautorato l’Osservatorio presso il ministero della Salute, che in questi anni ha monitorato il fenomeno della dipendenza dal gioco d’azzardo e l’efficacia delle azioni di cura e di prevenzione intraprese e la definizione delle linee di azione e delle misure più efficaci per l’attività di prevenzione, cura e riabilitazione”.  L’audizione per avere contezza dei dati aggiornati sul gioco d’azzardo in Puglia e delle criticità esistenti è stata rinviata a nuova data a causa dell’assenza del sociologo Maurizio Fiasco, esperto della Consulta Nazionale antiusura e componente dell’Osservatorio.
 

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