alla nostra interrogazione sulla “riorganizzazione della pianta organica” del Comune, con particolare riferimento alla «Area Tecnica». Menzionando provvedimenti di Giunta già noti, uno dei quali reso pubblico a distanza di quasi due mesi dalla sua approvazione, il Sindaco ha rimandato ad una relazione - che intende tenere a margine della prossima conferenza dei capigruppo - l’approfondimento su “tutto l’iter procedurale e sulle conclusioni raggiunte sulla ridefinizione dell’organigramma dell’Area Tecnica”. Di fatto, anziché rispondere alla nostra interrogazione, renderà spiegazioni non richieste alla conferenza dei capigruppo che in merito non ha alcuna competenza. Ma sulla mortificazione del ruolo dei consiglieri comunali, degli strumenti a loro disposizione, sull’utilizzo distorto di organi istituzionali, non siamo purtroppo di fronte ad una novità. Resta tuttavia un dato politico che merita di essere sottolineato: la “rivoluzione copernicana”, trionfalmente annunciata dal Sindaco al suo ingresso a Palazzo dei Celestini, è clamorosamente fallita. L’esito non poteva che essere questo dal momento che la riorganizzazione non era finalizzata a conseguire maggiore efficienza, risparmio, valorizzazione delle risorse umane ma rispondeva solo all’esigenza “politica” di rimuovere qualche responsabile di servizio ritenuto «scomodo». Prova ne sia l’inversione di marcia effettuata sull’Area Tecnica che inizialmente avrebbe dovuto inglobare urbanistica e lavori pubblici prevedendo l’assunzione di una figura esterna alla pianta organica (altro che risparmio!) per il ruolo di responsabile. Di fatto, il Sindaco ed i maggiorenti della sua maggioranza hanno stabilito che il tutto non andava più bene, prevedendo altra e diversa soluzione. Nella stessa giornata (13 gennaio) è stata dapprima pubblicata la delibera del 23 novembre 2016 inspiegabilmente tenuta nel “cassetto”, che attuava quel che in più circostanze era stato annunciato, per poi disporre immediatamente la revoca della stesso provvedimento, in ossequio al principio “tutto cambia perché nulla cambi”. Una scelta dettata dalla convenienza politica contingente che non migliorerà i servizi resi al cittadino, che ha già comportato la mortificazione di alcune risorse umane e non produrrà sicuramente alcun risparmio. Ed a proposito di risparmio, non può non evidenziarsi che per lo spostamento degli uffici “servizi sociali” dalla sede del Comune a “Palazzo Piazzo” e “Palazzo Guarini”, sulle cui ragioni ci sarebbe molto da indagare, è stata disposta una gara con una spesa assolutamente non giustificabile di 2.500 euro circa che cozza con quel che come un mantra il Sindaco ripete soventemente, “non ci sono soldi in cassa”. Non si trovano i soldi per mettere il wi.fi alla biblioteca per i ragazzi, ma si trovano e si impegnano 2.500 euro per spostare un po’ di faldoni ed arredi di ufficio e sede Una certezza possiamo trarre da questa vicenda. Gli annunci dell’Amministrazione Molfetta, come spesso accade, sono roboanti. I fatti che possano portare benefici alla Citta sono invece alquanto scarsi e deludenti.
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