Mesagne. Sugli Sprar la disputa è arroventata In evidenza

Gennaio 22, 2017 2324

migrantiSulla vicenda degli Sprar la parola fine

è ben lungi dal potersi scrivere poiché i consiglieri del Pd hanno chiesto l'annullamento dell'assegnazione. Infatti, la vicenda legata al progetto per l’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo politico si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo i rilievi evidenziati dall’Agenzia nazionale anticorruzione sul bando pubblicato da Comune di Mesagne, che ha poi assegnato ad una cooperativa leccese la gestione del servizio di accoglienza, arrivano le controdeduzioni dell’Amministrazione. Nei primi giorni di questo 2017, infatti, la dirigente dell’ufficio Politiche e solidarietà sociali ha inviato i chiarimenti ai dubbi avanzati dallo staff del magistrato Cantone inviandoli per conoscenza anche ai consiglieri comunali del Partito democratico che, in precedenza, avevano chiesto lumi al sindaco Molfetta. Così, dopo pochi giorni i consiglieri di opposizione, che avevano aperto la procedura all’Anac, Francesco Mingolla, Fernando Orsini, Alessandro Pastore e Rosanna Saracino, hanno controdedotto alla lettera della dirigente inviando a loro volta un’altra missiva all’Anac definendo i chiarimenti “generici e lacunosi”. I dubbi delle opposizioni sono sempre gli stessi: “L’accoglienza e l’integrazione devono andare di pari passo col rispetto delle regole, ma senza scorciatoie. Altrimenti si provocano storture e, talvolta, solo meri affari a danno di chi ha bisogno”. Il Pd scrive ad Anac che il sindaco, dopo aver commissionato alla segretaria generale una indagine interna sul procedimento di affidamento del servizio, non ha reputato opportuno attivare la procedura di sospensione dell’affidamento alla cooperativa in autotutela. La dirigente chiarisce che gli affitti per le strutture private in cui risiederanno gli immigrati, 37 in tutto “sono da considerarsi congrui”. Ricordiamo che la cooperativa ha stipulato tre contratti di fitto per altrettante strutture. Nell’appartamento ‘A’ attualmente in uso ci sono 14 immigrati e l’affitto è pari a 1.600 euro mensili. Nell’appartamento ‘B’ in cui dovranno arrivare 13 richiedenti asilo il canone di locazione sarà di 1.500 euro mensili e per la terza struttura, che al momento non è stata confermata per indisponibilità del proprietario, era stato previsto un contributo mensile di 1.800 euro con la possibilità di accogliere 10 persone. Nella lettera del Comune vengono, poi, sviscerate una serie di dubbi che l’Anac aveva posto tra cui l’attivazione da parte dell’ente di un piano di monitoraggio e controllo che verifichi la qualità dell’accoglienza, l’attivazione di prestazioni/servizi, il monitoraggio della spesa”. Davanti a tutti questi rilievi i consiglieri del Partito democratico hanno fatto notare che i chiarimenti forniti dalla dirigente “non superano minimamente i rilievi dell’Anac essendo generici e lacunosi”. In particolare Orsini e gli altri notano come la dirigente del settore abbia “dimenticato” di allegare all’Anac la relazione della segretaria generale e per questo provvedono ad inviarla loro stessi. Inoltre, dubitano sulla “congruità” dei contratti di fitto considerando che “non è stata attestata da alcun organo tecnico”. E poi evidenziano come “non sia mai stata nominata, e non è stata neanche solo attivata, la procedura per la nomina del revisore indipendente figura prevista dalle indicazioni ministeriali per lo Sprar”. Per questi motivi i consiglieri del Pd chiedono ad Anac di emettere un provvedimento di annullamento del bando di gara. A questo punto si attende la risposta dell’Agenzia nazionale anticorruzione che potrebbe mettere la parola fine a questa strana quanto poco chiara vicenda.