il Piano territoriale di assistenza relativo all'ospedale "De Lellis" il cui protocollo è stato firmato in Regione lunedì scorso. D'altronde il Comune non aveva scelta poiché la riconversione era stata già decisa a tavolino presso l'assessorato regionale senza accogliere le istanze che sono giunte in questi mesi dalla società civile e dal comitato civico. Così, ha vinto, ancora una volta, la logica finanziaria a quella umana. Il tutto a discapito della paziente e della sua fragilità clinica. Intanto, l’Amministrazione comunale intende promuovere nelle prossime settimane "tutte le iniziative che saranno ritenute utili per illustrare alla città il piano". Magari quando le acque turbolenti della protesta popolare si saranno calmate un po'. A guidare la protesta è il comitato civico "Sos San Camillo" che in questi mesi ha condotto una battaglia di civiltà per cercare di non far ridimensionare completamente il nosocomio. Senza successo poiché le proposte avanzate non sono state condivise. "Abbiamo già espresso tutte le nostre perplessità al sindaco Molfetta e all'intero tavolo tecnico sul protocollo firmato dal sindaco in Regione che é stato stravolto dalla direzione generale dell'Asl Br1 nonostante le rassicurazioni fornite, purtroppo mai fidarsi, rispetto a quello proposto dal tavolo tecnico. Pertanto ribadiamo il comitato San Camillo prende le distanze e si dissocia da tale decisione", hanno precisato i dirigenti del movimento civico cittadino secondo cui "solo 20 giorni fa era stato concordato con l'Asl un protocollo d'intesa diverso da quello poi inopinatamente “imposto" ed “offerto" all'Amministrazione comunale nelle scorse ore. Un documento senza anima, che non caratterizza il nostro nosocomio e che, addirittura, non garantisce tutti i servizi di un Pta tradizionale". Per il comitato "Sos San Camillo" "Ció rappresenta un insulto al lavoro fatto in questi mesi e a quello svolto in particolare dal comitato ma, sopratutto, si registra un decisivo passo indietro verso una sanità più giusta e solidale per i cittadini. ll territorio brindisino, già penalizzato prima del riordino, ne esce con le ossa rotte: riduzione ulteriori di posti letto, rete urgenze/emergenze sempre più inadeguata, ospedale "Perrino" sempre più intasato e non ancora attrezzato per hub di eccellenza. Ancora una volta constatiamo amaramente che ha prevalso la logica del becero compromesso politico al ribasso". A Mesagne resta una piastra ambulatoriale polispecialistica che opererà in regime di day service a ciclo diurno, dodici ore giornaliere, e che comprenderà la maggior parte delle specialità mediche e chirurgiche: Cardiologia, Medicina interna, Dermatologia, Urologia, Neurologia, Emg, Reumatologia, Fisiatria, Medicina dello sport, Oculistica, Endoscopia digestiva, Chirurgia, Ginecologia, Otorino, Odontoiatria e Ortopedia. Al di la della reazione del comitato civico, al momento, non sono state registrate prese di posizione da parte dei partiti politici.
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