Di fatto due uffici. Uno che si occupa della gestione dei rifiuti e uno che si dovrebbe occupare delle strutture legate all’Ambiente. Come, ad esempio, le piattaforme ecologiche, i pozzi assorbenti, le griglie di deflusso urbano e quant’altro. Proprio quest’ultima gestione negli ultimi tempi sta latitando un po'. Ne sanno qualcosa gli imprenditori della zona industriale che da tempo anno denunciato degli odori nauseabondi provenienti dalla piattaforma ecologica di via Murri. Così, per verificare cosa sta accadendo i consiglieri comunali del Pd, Alessandro Pastore e Ninni Mingolla, con l’imprenditrice Mery Capodieci, hanno effettuato un blitz nella struttura trovando diverse criticità. “In questa piattaforma – hanno spiegato i due consiglieri – c’è un problema serio che riguarda il sistema di raccolta delle acque piovane che riempiono le cisterne preposte alla raccolta del percolato che non defluisce attraverso le griglie creando una situazione insopportabile per chi è costretto a lavorare nella piattaforma ogni giorno, per le imprese e le attività che si trovano in quella zona”. Il piccolo serbatoio, che dovrebbe evitare l'accumularsi del percolato che non scorre nelle griglie ostruite, si riempie in meno di ventiquattro ore e, di fatto, non è sufficiente a risolvere il problema. Lo svuotamento della cisterna attraverso interventi di autospurgo dovrebbe essere fatto in corrispondenza della raccolta della frazione organica dei rifiuti e soprattutto quando si verificano eventi piovosi. “Il Comune - hanno continuato i due - dovrebbe verificare che tali interventi, a carico della ditta che gestisce il servizio, siano svolti con una certa regolarità. E' doveroso assumere decisioni con urgenza per risolvere questo problema, non è più accettabile che il prezzo di una situazione che si trascina da anni lo paghi solo la gente che lavora dal momento che il Comune non riesce a garantire i lavori di adeguamento del sistema di raccolta e chi ha la responsabilità di gestione degli impianti lascia che si determini questa situazione senza che nessuno gliene chieda conto”. Non è tutto poiché nella lente dei controlli del Pd è finita anche l’isola ecologica di via San Donaci. “Versa in stato di totale abbandono l'impianto di via San Donaci”, hanno spiegato Pastore e Mingolla -. Ricordiamo che il terreno sul quale è stato realizzato, con soldi pubblici della regione Puglia e con una quota di cofinanziamento del Comune di Mesagne, è un bene confiscato alla criminalità organizzata alcuni anni fa. I lavori sono stati effettuati e in questi anni bisognava solo occuparsi della gestione ma nulla è stato fatto”. I dirigenti del Pd hanno, quindi, concluso: “Poteva essere occasione di sviluppo e nuova occupazione affidando la struttura a cooperative di giovani o associazioni che fossero impegnate nel campo della raccolta e del riuso del cartone, dell'alluminio o del ferro proiettandosi sempre più verso la frontiera dell'economia circolare”.
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