che ha chiesto all’Amministrazione Molfetta di deliberare, nel Consiglio comunale di domani, uno specifico ordine del giorno a difesa dei progetti di accoglienza Sprar che con il decreto 113/2018, in materia di Immigrazione e sicurezza, gli infligge un duro colpo economico e sociale, poiché l’onere di mantenere in piedi i progetti ricadrebbe sui Comuni. Dunque il sistema di accoglienza Sprar, introdotto dalla legge 189/2002 e presente in città, è ormai riconosciuto come un modello di integrazione valido e sostenibile per l’Italia e di esempio anche per l’intera Europa. Gli Sprar, infatti, si pongono come ponte necessario all’inclusione e come punto di riferimento per le reti territoriali di sostegno, avviandosi, in tal modo, processi più solidi e più facili di integrazione. “Purtroppo, però, le misure contenute nel decreto n. 113/2018 in materia di Immigrazione e Sicurezza vanno nella direzione opposta a quella di sostenere il sistema Sprar in quanto prevede, ad esempio, diverse migliaia di migranti in meno nel circuito dell'accoglienza e la revoca di circa 1500 permessi di protezione umanitaria oltre che la chiusura di decine di Cas e Sprar”, ha ricordato Antonio Calabrese, coordinatore di “Italia in Comune”, secondo cui tali interventi “potrebbero avere delle ricadute devastanti sui territori in termini di costi sociali ed economici; vi è il concreto rischio, infatti, di “strappare” dal circuito virtuoso dell’accoglienza tante vite umane per immetterle invece nella strada con il pericolo di andare incontro a casi di emarginazione sociale nonché di delinquenza diffusa”. I tagli previsti dallo stesso decreto provocherebbero esborsi enormi per le casse dei vari Comuni. È stato stimato dall’Anci, infatti, un ammontare complessivo di circa 280 milioni di euro di costi amministrativi che ricadrebbero su Servizi sociali e Sanitari territoriali. “Per tali motivi – ha concluso il coordinatore – abbiamo inviato al sindaco una proposta di adozione di un ordine del giorno, inteso a chiedere al Ministro dell'Interno ed al Governo di sospendere temporaneamente gli effetti del decreto legge citato e di rivalutare, a seguito di confronto con i territori, le ricadute concrete dell’atto sia in termini economici che sociali e di sicurezza, contestualmente a richiedere alla Regione Puglia di sostenere l’iniziativa”.
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