Mesagne non molla e rilancia gli Sprar

Novembre 10, 2018 1531

migrantiIeri pomeriggio è approdata nel Consiglio comunale di Mesagne

la discussione sullo Sprar, Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, la cui gestione potrebbe essere penalizzata dall’approvazione della legge sulla sicurezza e immigrazione. Tutti hanno convenuto di mantenere i due centri di accoglienza preseti in città pur tra non pochi timori legati ai trasferimenti dei finanziamenti nazionali. “Abbiamo un governo che scarica sul territorio le responsabilità di un fenomeno che andrebbe gestito a livello europeo e enti che non fanno altro che ammassare per anni in centri di accoglienza persone che restano in un limbo non sapendo cosa ne sarà di loro”, ha esordito l’assessore alle Politiche sociali, Maria Teresa Saracino, preoccupata dalle ultime vicende governative. L’Amministratrice, in ogni modo, ha testimoniato che “l’esperienza dello Sprar in questo Comune è eccellente”. ll Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. Lo Sprar a Mesagne è gestito per conto del Comune da due Cooperative, Benessere e Oasi. In uno SPRAR entra chi ha un presumibile diritto allo status di rifugiato o di richiedente protezione internazionale; a monte c’è uno screening e una selezione di organizzazioni impegnate da anni per la tutela dei diritti dei migranti che possano accompagnare l’intero iter: dal supporto in commissione, all’interazione con la comunità, fino alla qualificazione professionale. “Aver aderito allo Sprar ha messo al riparo il nostro Comune dall’arrivo indiscriminato di migranti in prima accoglienza e che quelli presenti stanno svolgendo, oltre percorsi di apprendimento della lingua, formazione e inserimento lavorativo”, ha aggiunto l’assessore Saracino che, inoltre, ha tenuto a precisare che “siamo in un Comune che ospita immigrati da quasi 3 anni e non abbiamo mai avuto un problema di sicurezza. Sono persone che danno un contributo all’economia del paese e in questi anni non abbiamo avuto un solo episodio criminale che ha coinvolto il cittadino straniero”. Lo Sprar ha come obiettivo principale la (ri)conquista dell’autonomia individuale dei richiedenti di protezione internazionale e umanitaria accolti, intesa come una loro effettiva emancipazione dal bisogno di ricevere assistenza. «Uno Sprar si apre al territorio e lavora in sinergia con la diretta partecipazione degli attori presenti su quel territorio. Questo permette davvero ai sindaci di governare il processo dei flussi migratori”, ha spiegato il sindaco Pompeo Molfetta he ha testimoniato come “l’apertura di uno Sprar prevede un lavoro di concertazione con i cittadini e tiene sempre in piedi la relazione tra il Comune e chi lo abita, in questo modo si contribuisce a costruire e a rafforzare una cultura dell’accoglienza e si favorisce la continuità dei percorsi di integrazione”. “Per queste ragioni – ha concluso l’assessore Saracino - è indispensabile che questi impegni siano raccolti e rispettati nella forma più ampia possibile; ci impegni sul terreno della ricerca continua di pratiche comuni, di buone prassi e, in un confronto serrato con tutti gli attori del territorio, con il fine ultimo di concorrere ad una reale integrazione dei migranti nel tessuto delle comunità locali”.