relativo all’anno 2013, da parte deli uffici comunali di Mesagne, peraltro già pagata da tantissimi cittadini, è scaturita un’interrogazione che il movimento “Italia in Comune” ha presentato ieri mattina a Palazzo dei Celestini, sede della municipalità. Con questa interrogazione il movimento tende “a fare chiarezza sulla vicenda dell’invio, a tantissimi contribuenti mesagnesi, degli avvisi di accertamento relativi all’Imu 2013, con i quali si contestava “il tardivo versamento oltre 90 giorni” di parte dell’imposta in questione”. La presentazione dell’istanza si è resa necessaria “attese le informazioni pervenute, direttamente da tanti cittadini, secondo le quali le cartelle emesse conterrebbero calcoli inesatti o addirittura pretese manifestamente infondate2, ha chiarito Antonio Calabrese coordinatore locale e provinciale di Italia in Comune secondo cui su questa vicenda “si registra il silenzio assordante dell’Amministrazione, soprattutto quello del sindaco Molfetta che, su tali fatti, avrebbe dichiarato di non esserne a conoscenza. Ci chiediamo come può il primo cittadino, che è anche assessore al Bilancio, non essere informato, nei dettagli, di un procedimento così importante che ha un’incidenza rilevante sul bilancio comunale?”. Calabrese, alla luce delle spese sostenute dal Comune per sostenere tale gap ha chiesto al sindaco: “Chi pagherà i costi, dunque, se sarà accertato che vi è stata negligenza di qualche dipendente in questa vicenda? Saranno sempre i cittadini? È il caso di puntualizzare che se vengono fatte spese inutili, ad esempio quelle delle raccomandate, si sottraggono risorse al bilancio, magari necessarie per erogare servizi ai cittadini”. Tuttavia, Calabrese nell’interrogazione presentata al sindaco Molfetta ha chiesto di conoscere “quanti avvisi di accertamento sono stati emessi; a quanto ammontano le spese postali e gestionali; se si è proceduto ad annullare in autotutela gli accertamenti infondati e a rettificare quelli errati; se si è provveduto o si provvederà a rimborsare i contribuenti che hanno già pagato somme non dovute”. Non è tutto poiché il coordinatore di Italia in Comune ha chiesto di conoscere se “sono state registrate nella voce delle Entrate del bilancio di previsione somme “fittizie”; se si sta procedendo ad accertare eventuali responsabilità amministrative e contabili e se si potrà determinare un danno erariale per l’ente”. Infine, ha concluso Calabrese: “abbiamo chiesto al sindaco se non ritiene che le procedure inerenti il recupero di somme evase o eluse alla fiscalità locale debbano essere istruite non a ridosso delle scadenze quinquennali, in quanto si potrebbe andare incontro ad errori, come nel caso di specie, o notifiche tardive, ma almeno un anno prima del termine di prescrizione”.
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