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Andato a vuoto il tentativo settembrino di defenestrare il sindaco per mancanza di numeri, l’ex onorevole torna alla carica e auspica elezioni primaverili per poter diventare primo cittadino. Stavolta - però - non mette spalle a muro Molfetta presagendo scenari apocalittici: no, stavolta mette al muro i suoi. “Io sono fuori, voi da che parte state?” sembra dire. Perchè, parliamoci chiaro, le dimissioni da coordinatore della maggioranza sono prive di senso se poi non segue una crisi politica.
A seguire ci saremmo aspettati le dimissioni dei “suoi” consiglieri e del “suo” assessore. Invece nulla, motivo per cui - al momento - l’unica verifica in atto è quella riguardante la sua leadership: i “suoi” fedelissimi sono ancora con lui? Sono disposti a far cadere il sindaco per rimettersi in gioco in una nuova campagna elettorale? Chi vivrà vedrà.
Noi, oltre a segnalare questo corto circuito in salsa mesagnese, ribadiamo un concetto chiaro e semplice: non vi è necessità di voto anticipato, Mesagne ha già una maggioranza con tanto di assessori che hanno nei consiglieri della maggioranza il loro punto di riferimento. Mesagne non merita un commissario per provare a ridare una verginità a chi ha già ampio potere per poter contribuire a far crescere il nostro paese. Vi sono i numeri per governare, quella che manca è la voglia. Viene prima l’ambizione personale, poi il governo cittadino. Mai e poi mai seguiremo la strada che si va tracciando. Cari maggiorenti, avete i numeri: dimostrate di saper governare.