“La lotta per il rispetto della legalità - aggiunge - non passa solo attraverso la ferma contrapposizione alla criminalità, ma anche dalla dura condanna di qualsiasi tentativo di sopraffazione dei più deboli e degli emarginati.
I nostri giovani vanno educati a considerare l’illegalità un male da combattere a viso aperto, ma anche a rifiutare qualsiasi forma di violenza verbale e di denigrazione, ancor più quando la vittima non ha gli strumenti per difendersi ed è segnata da un’esistenza di sofferenza e prostrazione.
“La ribalta alla quale Mesagne deve aspirare – conclude Matarrelli - è tutt’altra e ognuno di noi deve offrire il proprio contributo affinché episodi di violenza, di qualsiasi tipo, siano relegati per sempre nel passato più profondo”.